#149 -La nu-disco norvegese racchiusa in Sunkissed

Per la prima (e sicuramente non ultima) volta la Smalltown Supersound di Oslo rilascia un mix-cd che snocciola il meglio della nu-disco, stile che la Norvegia ha assunto negli ultimi anni come una sorta di marchio identificativo. A selezionare e mixare “Sunkissed” (fuori dal 7 maggio) sono Geir ‘G-Ha’ Aspenes ed Ola ‘Olanskii’ Smith-Simonsen, entrambi residents dell’omonimo locale di Oslo, tra i più cool della nazione. Attivo da oltre otto anni, il club ha ospitato sets di personaggi di alta caratura come Isolée, Richie Hawtin, The Glimmers, LCD Soundsystem e molti altri. “Sunkissed” però gira, volutamente, su nomi esclusivamente norvegesi ed è atta a rappresentare il perfetto documento dal quale se ne può ricavare la fisionomia sonora del freddo Paese nordeuropeo oggi sulla bocca di molti grazie ad esempi come Röyksopp e Kings Of Convenience che hanno abbondantemente oltrepassato i confini patri grazie alla loro inventiva. Elaborazioni di suoni del passato trapiantati in impalcature moderniste sono quelle di Serena-Maneesh, DiskJokke, LSB, Blackbelt Andersen, Wekan e il compianto Erot, alfieri della cosiddetta nu-disco che tira in un serbatoio balearico le classiche paste timbriche degli anni ottanta sempre coadiuvate da derivazioni boogie e romantic-trance. Nomi altisonanti fanno di “Sunkissed” un piatto ancor più appetitoso: Bjørn Torske, Mudd (remixato da Rune Lindbaek), Lindstrøm, Felix Laband (ritoccato da Todd Terje), Magnus International, Crue-L Grand Orchestra (rimaneggiato da Prins Thomas) e Mental Overdrive. All’appello presenziano anche i redivivi Telex con la riedizione di “Do Worry” a firma del già citato Hans-Peter Lindstrøm, quello che ha aiutato in modo significativo la scena norvegese per essere riconosciuta a livello internazionale. Le sedici tracce compresse in 79 minuti fanno di “Sunkissed” un vero e proprio manifesto della cosmic-disco, lo stile assunto come arte-guida da etichette in continua ascesa come Full Pupp, Feedelity, Battle e tutti i satelliti che gravitano intorno all’orbita Bear Entertainment.

-Aa.Vv. “Altroverso Vol. 6” (Altroverso): la saga mixata dal capitolino Misk prosegue senza soste e questo sesto volume raduna il meglio della produzione vinilica uscita nelle ultime settimane già abbondantemente promozionata attraverso le frequenze di Radio Onda Rossa. Grooves impastati miscelati allo studio di effettistica e rumori contraddistinguono lo stile di Altroverso che per l’occasione si mostra mediante pezzi di Benno Blome, Alex Under, Piemont, Dibaba, Gabriel Ananda, Solieb e Tony Rohr. Tra le presenze più massicce sicuramente quella di Heiko Laux (remixato da Steve Rachmad), l’italiano Andrea Doria e il ben ritrovato Joel Mull con la tetra “Begun The End Has”. Bravo Misk !

-The Scandals “Cut Outs, Patchworks & Ripoffs” (Pale Music): la passione di The Scandals (Steve Morell ed Emma Eclectic) viene spesso raccolta sotto la dicitura ‘electro punk’ visto il continuo abbinamento tra chitarre elettriche e sintetizzatori. Adesso i tratti del loro sound vengono fatti convogliare in questo interessante progetto che abbraccia una corposa serie di remixes che il duo ha realizzato per artisti di fama internazionale. Tra i tanti anche Boy George, Junesex, Beroshima, Neonman, Miss Yetti, Punx Soundcheck feat. Marc Almond ed altri ancora, tutti uniti per far dispetto a coloro che credono l’electroclash un movimento morto e sepolto. In realtà si è solo ridimensionato rispetto all’exploit del 2002-2003 tornando ad essere puro fenomeno di nicchia.

-Matt Flores “Blackboard Universe” (Compost Black Label): per l’imminente uscita sulla label monegasca di Michael Reinboth, Flores fa leva sull’avventurosa scia electro-synth-disco alludendo a “Blackboard Jungle”, il classico di Lee Perry. In “Blackboard Universe” il reggae viene travisato nei virtuosismi del bassline elettronico rievocando anche strutture un pò space-disco anni settanta. L’analog-deep-techno invece pervade per intero “Solar Winds” in cui il tedesco frulla il suono di Âme a quello dei Metro Area raggiungendo referenze un pò progressive, un pò techno, un pò deep ed un pò electro.

-Elec Pt. 1 “#2” (Bunker): decisamente striminzite le notizie che la Bunker mette a disposizione di chi acquista le sue uscite. E’ il caso del nuovo appuntamento con Andreas Gehm nascosto ancora dietro le quinte di Elec Pt. 1 mentre si diverte nel tirare fuori dall’armadio strumentazioni del tempo che fu. Sulla scia del recente “Acid Coloniae” il tedesco (di Colonia per l’appunto) incide cinque tracce (tutte rigorosamente untitled) da cui si levano turbinosi giri acidi dell’intramontabile Tb-303 sui quali l’etichetta di Guy Tavares ha scommesso già da un paio d’anni a questa parte. In alcuni punti pare davvero di ascoltare la vecchia jackin house, molto simile a quella di Traxx, ora sequenzata su casse hardcore, poi su suoni più lisergici e mentali. Il contorno, naturalmente, è a base di 909.

-Makina Girgir “The Spell E.p.” (Das Drehmoment): Philippe Hayet, che abbiamo imparato a conoscere anche nelle vesti di AratkiLo, incide un e.p. che veicola l’amore per l’electro-wave degli anni ottanta, per le visioni retro e per l’espressione di un certo tipo di suono macchinoso ed artificiale che Das Drehmoment ha sempre usato come proprio baluardo. Tra le più intriganti “Plans For Today”, sintesi tra new-wave ed electro, “Moonshower”, rappresentazione iconografica del nightmare che balla a ritmo e “The Spell”, un sogno che in breve si trasforma in incubo attraverso qualche sporadica affinità con gli italiani N.O.I.A. e ai primi Adult. non ancora rapiti dall’amore per le chitarre distorte del punk inselvaggito.

-JJ Flores & Steve Smooth “The Collection” (Carizma): ci pensa la Carizma a licenziare in Giappone l’album degli americani Jonathan Flores e Steve Stanula, accreditati esponenti di uno stile in cui il funk degli anni settanta familiarizza con l’elettronica più moderna. “The Collection” raduna il meglio dei pezzi che il duo ha rilasciato negli ultimi anni a partire dalla percussiva “Discoteca” alla filtratissima “Get Naked” sino alla solare “Release”, un inno nrg-disco interpretato da Alexi Delano che avrebbe potuto fare il botto ma che, abbastanza inspiegabilmente, è rimasto solo nelle charts dei dj’s più attenti. “Let Me Love” filtra l’acustica dei bei tempi andati ma “The Ride” e “Release” mi sembrano davvero i pezzi più adatti al catalogo Carizma che, sin dalle prime apparizioni nel 2005, cavalca l’onda della techno-funk più bangin’.

-Casio Casino vs Neville Attree “Aacid Code 8/Tarantula Continuum” (Gumption Recordings): già in coppia con Eddie Zarook per “6ft Under/Was”, Steffen Neuert riaffida alla Gumption le sue oscure visioni, per l’occasione firmate con l’amico Attree incontrato su Lo-Fi Stereo. “Aacid Code 8” è uno studio della cacofonia caratterizzato da un drammatico crescendo che ci riserva, intorno alla metà della stesura, anche qualche vago accenno di sincopi break. “Tarantula Continuum” invece è un tool ancor più denso e monolitico, simile a vecchi Plus 8 e a moderni M_Nus, un delicato intreccio di glitch, fx e melodie sbozzate tutte allungate grazie all’effetto delay. Gumption continua a credere in questa branca musicale, una microdance avvolta dall’oscurità, dalle improvvisazioni tipiche del freestyle, da ritmi lividi, tenebrosi, forgiati dall’accostamento tra astrazione e lieve senso di realtà.

-Aa.Vv. “Immer Wieder Sonntags” (Whirlpoolsex Music): il various artists in questione raccoglie nomi noti e meno che questa emergente etichetta tedesca vanta nella propria scuderia. Si parte dai Super Flu che, con “Schooling Out”, s’immergono in un composto dai connotati tech-house e deep, a volte colorito da qualche sample vintage e dai tipici suoni ‘palleggiati’ divenuti un classico per la dance tedesca del momento. Con “Hitman” di Markus Lange invece ci troviamo a fronteggiare con un pezzo nel quale si riassapora un pò dell’electro-techno con cui il giovane di Forst è riuscito a farsi notare ed emergere nel panorama europeo. Christian Fischer, mediante “Something On Somebody”, ci regala un tool di hypno-minimal-techno, diversa dai vecchi lavori su Definition ma costantemente ancorata ai grooves. Chiude l’esordiente Nico Grubert che in “Nebulae” ripesca a piene mani quello che fu lo stile della Kanzleramt di Heiko Laux con frequenti nonchè azzeccati riferimenti al sound di Diego.

-SkatebÃ¥rd “Marimba/Pagans” (Supersoul): il #005 della giovane label fondata e diretta da Xaver Naudascher è firmato dal norvegese BÃ¥rd Aasen Lødemel in arte SkatebÃ¥rd, al momento in grande visibilità grazie alla recentissima apparizione sulla belga Radius col romantico “Vuelo E.p.”. Anche in questo caso la sua musica, il risultato della commistione tra italo e space-disco con lievi influenze jazzy, funziona e catalizza l’attenzione di personaggi come Filippo Moscatello e Serge Verschuur. Se trovate “Marimba” troppo percussiva per i vostri gusti provate “Pagans” che con quel bassline roteante in stile Blade Runner farà rizzare i capelli anche ai calvi.

-Pussycat “Count Doekoe” (Crème Organization): il frizzante trio di Rotterdam formato da Rick Van Breugel, David Versteeg e Jeroen Seuthe ritorna su Crème ad oltre due anni dall’esordio. Quella presentata attraverso “Count Doekoe” è una booty-electro piuttosto seminale, ravvivata da un vocal pseudo raggamuffin curioso almeno quanto il precedente (“Pussycat”). In “Crack Is Whack” invece si fa leva sui ricordi dell’hip-hop di Afrika Bambaataa con tanto di scratches e vocalizzi ruvidi come carta vetrata. A chiudere il meraviglioso remix di “Are You Ghetto Enough” ad opera di Bas ‘Seymour Bits’ Bron che dona al tutto il suo inconfondibile tocco p-funk.

-Blotnik Brothers “Mizuage” (Satamile): un vero tripudio di voci e ritmi robotici abbinate ad ambientazioni da science-fiction: questo il riassunto di “Mizuage” che suona come una sorta di Mandroid velocizzato e più claustrofobico e rumoroso. Referenze del primo (ed indimenticato) Anthony Rother si susseguono in pezzi come “Schlag Prallt Auf”, “Starforce Exodus” e “Works Original” mentre con “Meta Data” si snocciola la più furiosa acid posizionata sulle taglienti sincopi tipiche del mondo Satamile (potremmo ora parlare di acid-break ?). Un album imperdibile per gli amanti del suono robotico. Chiedo soltanto venia per avervelo segnalato così in ritardo.

-The Green Man “The Fog” (Moodmusic): il progetto di Nick Chacona e Sasse si aggancia da un lato alla classica pasta timbrica di Moodmusic, dall’altro alle tipiche confutazioni innestate su labels come Bear Funk, 20:20 Vision e Grayhound. L’Original Mix si cala nel ruolo della vecchia disco, tratteggiata da synths arpeggiati e poi avvolta da una sottile cortina fumogena che rimanda all’ascolto di certe cose progressive scandite da tocchi e rintocchi hypno. Il remix è quello di Darshan Jesrani, una delle due ‘teste’ di Metro Area (l’altra è quella di Morgan Geist): la sua è una visione di inequivocabile chicago-house inneggiata da una gloriosa Tr-808 che incrementa il suo vigore grazie ad una sorta di scardinamento della ny-disco, squadrata, geometrizzata e pizzicata da metallici picked-bass.

-Mogi vs Rochelle “Nation In A Funk” (BluFin): lo svizzero Mogi, già noto per i lavori sulla sua Wolfenfunken, approda sulla BluFin di Colonia con un bel brano electro-house dalle venature deep sottolineate dalla sibillina voce di Rochelle che, a tratti, ricorda la più celebre Miss Kittin. Con la Dub si raccoglie un pizzico di ipnotismo in più abbinato a linee sinusoidali di basso ed effetti liquidi. Più increspato risulta il remix di Butch che tanto ammicca allo stile (più che collaudato) di personaggi come Marc Romboy e l’onnipresente John Dahlbäck.

-Dis*Ka “Save Our Managers” (Echokammer): quarto lp per i Dis*Ka dopo “Hey Dis*Ko” (2000), “America’s The Bomb” (2002) e “We Only Have Music” (2005) che propone canzoni elettroniche impacchettate in contenitori strambi ed impensabili, paragonabili all’arte del bulgaro Christo. La band tedesca farà parlare ancora la critica internazionale grazie ad una creatività ben accesa e mai forzata, a volte raschiata da una gradevole ironia (nel passato figurano pezzi come “Skamenco” e “Der Berlusconi”). Ed ecco passare in rassegna il punk-funk di “Bavarian Farmer Kidnapping”, il bastard-pop di “You’re So Spam To Me” e l’analog-pop di “(There Was Nothing To) Steal From The Museum” a cui si aggiungono rimembranze disco (“Whose Telephone Is Ringing?” in cui sembra scorrere il tipico bassline di Donna Summer) e costrutti indie-pop alla Alpinestars (“I Will Sleep For You”).

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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