#183 -Il secondo album di Miss Kittin

Le platee internazionali l’hanno conosciuta sul calare degli anni novanta quando, con l’amico Michel ‘The Hacker’ Amato, formò una coppia che sembrava davvero inossidabile celebrando i fasti del risorgimento new-wave applicato all’electro postmoderna. I risultati di quella sinergia non tardarono ad arrivare soprattutto se si pensa ad hits come “Frank Sinatra” o “1982” che venne licenziata in Italia da una nota etichetta bresciana. Poi, dopo una folta serie di collaborazioni, quasi inspiegabilmente la coppia ‘scoppia’: Amato continua ad incidere disco su disco mentre la Hervé approda nientemeno che sull’inglese NovaMute col primo full lenght da solista, “I Com”. L’album fa parlare tanto la stampa internazionale che lo preannuncia come memorabile ma, nonostante qualche discreto singolo estratto (“Professional Distortion”, “Requiem For A Hit” ed “Happy Violentine”), il disco non lascia grandi risultati sul campo. Poi è un susseguirsi di mix-cd’s sino a “Kittin Is High” che tenta, perlomeno, di risollevare le sorti della sua Nobody’s Bizzness. Oggi, a quattro anni di distanza da “I Com”, Miss Kittin riprova con “Batbox”, condensato delle esperienze che l’ex paffuta performer di Grenoble ha accumulato negli ultimi tempi in giro per il mondo occupata nell’armeggiare dischi dietro le consolle. Oltre al già citato “Kittin Is High” “BatBox”, a cui hanno collaborato Rob Reger e Pascal Gabriel, fa da contenitore ad una sequenza di brani con cui la francese espone il suo gusto attuale di una musica che, più in qualche occasione, sfiora con la punta delle dita l’electro-pop. Sorprese come “Solid As A Rockstar”, “Machine Joy” e “Wash’n’Dry” ci fanno capire che la Kittin è cresciuta e maturata ma tenendo bene a mente il passato, “Grace” assomiglia ai vecchi pezzi di Water Lilly ma con un anima più aggressiva e punk, “Barefoot Tonight” sembra Tying Tiffany riletta dagli Atomizer, “Pollution Of The Mind” recupera l’energia high-nrg qualche volta trapelata dalle datate releases marchiate International Deejay Gigolo. In “Play Me A Tape” e “Sunset Strip” qualcuno scorgerebbe addirittura la mano di Amato sui ritmi sincopati. Impugnando la chitarra elettrica poi la francesina tutto pepe compone “Metalhead” finendo col macerare, sotto la sua sibillina quanto inconfondibile voce, i suoni trendy di “Playmate Of The Century”. Rispetto al più sperimentalista “I Com” che vedeva scorrere materiali orientati sul ghetto-tech mai presi in considerazione dal grande pubblico “Batbox” sembra più attuale e contestualizzato intorno ad un suono electro non molto macchinoso e trascendentale come invece qualcuno vorrebbe far credere. La ‘reginetta dell’electroclash’ (così come la chiamavano anni fa) è tornata. Per restare.

-Siriusmo “Allthegirls” (Exploited): Siriusmo è uno dei nomi che, a mio avviso, fanno la differenza in un mercato che pare omologato ad oltranza (soprattutto il tedesco). Moritz Friedrich, da Berlino, non si lascia affatto sopraffare dalle ‘minimalate’ e questo esordio su Exploited testimonia una grande genialità e voglia di superare il muro del ‘già sentito’. Ad elevarsi dai suoi brani con la doppiezza di un carattere scritto in grassetto è senza dubbio l’avvincente disegno di bassi di matrice funk, avvolti come stoffe su rulli di rock elettrico. Siriusmo è a metà strada tra la potenza dei Justice e il virtuosismo di Dexter ed è capace di coniugare, nel contempo, il rumorismo dei Digitalism con le fantasie melodiche alla Comtron. Un figo, non c’è che dire. Ed “Allthegirls”, pregustata in estate attraverso il mix-cd di Shir Khan, tiene ben in vista il vessillo della padronanza di stile. Poi l’energico reprise, le spassose scorribande di “Femuscle” e “Wow” (quest’ultima rieditata dai Modeselektor in un sunto tra hip-hop e reggae) e due remix della title-track: quello di Yuksek, pieno sino all’orlo di rumori ‘daftpunkeschi’ e quello di Tomboy, ravvivato da spunti 90s e distorto come certe cose più commerciali (Fedde Le Grand). La perfezione della versione originale però, come in altre occasioni, non può essere migliorata. W Siriusmo!

-Aa.Vv. “1” (Net28): ritmi fluenti e suoni barocchi per la prima compilation di Net28 che si presenta come preziosa collection di inediti. Il genere affrontato è poco luminoso, indiscutibilmente legato alla rigida stagione invernale tedesca con le nevi che non riescono a sciogliersi nemmeno nelle ore più calde della giornata. A fare da colonna sonora a questa ideale ambientazione evocata da “1” è la musica di Jeremy Herpe, Kevin Gorman, Tadeo, Damian Schwartz, Alex Under, Pilas, Hieroglyphic Being, a volte tanto energica da rammentare il glorioso quando indimenticato movimento detroitiano, altre più pacata e compressa in oscillazioni di frequenze elettrificate. In tutto c’è comunque il gioco di grooves incastrati sapientemente e tenuti al caldo da tondeggianti basslines. Il risultato è un incrocio indescrivibile tra techno e sofisticata house, combinazione che in pochi avrebbero potuto immaginare così salda e tenace.

-VCS2600 “The Future Of Communication” (Stilleben): se n’era andata in punta di piedi, quasi come se non volesse far capire a chi gli stava intorno che di lì a poco si sarebbe assentata per un periodo di tempo non determinato. Poi, per la fortuna di chi ama la musica electro intesa nella sua formula più puritana, ha deciso di tornare. Parlo della Stilleben di Luke Eargoggle, tra le realtà svedesi che meglio rappresentano la teorizzazione di un certo suono elettronico che non è mai sceso e mai scenderà a compromessi commerciali. Per il gradito ritorno la scelta è caduta sul misterioso artista finlandese su cui Eargoggle mise gli occhi già dal 2005 grazie all’affascinante quanto introvabile ep sulla microscopica Rikos. E’ esattamente quel suono electroide che oggi viene proiettato mediante sei tracce dal retrogusto drexciyano. L’autore, che ha tratto il suo pseudonimo da un celebre modello arcade della Atari, concentra l’energia e l’attenzione su un preciso segmento audio che paga il tributo all’indimenticato James Stinson ravvivato da una dose massiccia di electro bass sulla falsariga di Imatran Voima (giusto per rimanere in terra finnica). Scegliere la traccia migliore diviene un’impresa davvero ardua per chi, come me, non si è ancora stancato di far vibrare gli speakers delle casse con la cosiddetta cyber electro anfibia che un giorno, forse, sottoporremo ai nostri nipotini.

-Chef “Toccating” (Perspex): per il parigino Chef il debutto su Perspex si consuma alla luce di un brano che, nella versione realizzata insieme ai Freeform Five, agguanta un suono epico e distorto come quello dei Justice o dei Digitalism ma meno frenetico. Ottima la stesura che sale e si evolve che è un piacere con quell’intreccio tra ritmi, suoni ed ingegnose armoniche. I problemi sorgono quando, girato il disco, vi potrete imbattere nel remix di Tomas Barfod alias Tomboy. No, no, qui il danese, attivo anche in Filur e WhoMadeWho, sbaglia davvero tutto. Il basso in levare ce lo poteva risparmiare. La sua versione suona proprio come una delle dozzinali produzioni italo-progressive di metà anni novanta. Per fortuna c’è l’Original a salvare il tutto.

-Naughty “World Of A Woman” -remix- (Moodmusic): gli ultimi Mood mi avevano lasciato un pò indifferente: inizio ad essere insofferente per un certo tipo di suono che non può che ostentare solo ritmi loopati. Questo però è davvero da capogiro. The Green Men (Nick Chacona e Sasse) reinterpretano il brano in chiave balearica attingendo qualche elemento dal campionario cosmic ed illuminando tutto con arrangiamenti solari. Forse suona un pò lento ma portando il pitch a +4 (se siete tra quelli che utilizzano ancora il giradischi) il problema viene agevolmente risolto. Vero protagonista della release è però Max(imilian) Skiba: il giovane talento polacco è autore di un remix che suona come un’odissea (positiva) in cui la nu-disco sposa l’house americana, il vintage e il funk elettronico. C’è da leccarsi i baffi … e le orecchie. Mi piacerebbe trovare in circolazione più dischi di questa caratura ma, nel contempo, credo sia meglio che rimangano nell’underground. E’ risaputo che anche le genialate, se troppo sfruttate, si banalizzano.

-Mutron “Parallel World E.p.” (Codona): quello delle releases digitali è un mondo che corre parallelo al vinile. Nato da pochi anni ma diffusissimo in tutto il mondo grazie a sistemi avveniristici che stanno progressivamente cambiando l’arte del djing, il mercato dell’mp3 cresce giorno dopo giorno. E tutti, chi prima chi dopo, finiscono col rilasciare la propria musica in tale formato. Oggi anche l’amico giapponese Mutron, scoperto nel 2002 da Zombie Nation che lo volle sull’allora neonata Dekathlon. Il suo “Parallel World” è intriso di elementi fiabeschi, melodie dalle punte fatate come quelle che ornavano i suoi brani proiettati nel 90% dei casi negli schermi di vecchi videogiochi arcade. I ritmi invece sono lievemente influenzati dal rumorismo e dal noize, seppur sempre ben calibrato. Il remix del brano è di Kazuo Gondayama alias Cherryboy Function, altro nome del suburbano nipponico. Qui, su metriche in terzine, le scroscianti pizzicate sintetiche strizzano l’occhio in modo più diretto alla musica orientale e donano un senso di pace e tranquillità. Poi, nel Codona #01 (la label è fondata dallo stesso Mutron) rimane la saltellante “Vamp-Ire” dove fruscii e granulose melodie melanconiche vengono fuse magistralmente in un corpo unico che trasmette voglia di muoversi. E, se farete attenzione, dentro troverete anche elementi di musica classica. Intrigante, almeno quanto gli incredibili “HSart E.p.” ed “Hologramized Memories”.

-Jürgen Driessen “Rheingold” (BluFin): nome storico della dance tedesca, mr. Driessen è uno dei nuovi ‘acquisti’ per la prolifica label di Colonia che, dal 2005, non fa che alimentare in modo continuo il mercato electro-house. Autore che in Italia più di qualcuno potrebbe ricordare per un e.p. licenziato da una label modenese nel 2000, Driessen ha cavalcato il trend della trance e della prima minimal-techno poco esportata oltre i confini patri ma seguita con passione dalla sua Mutekki (e dalle relative sublabels Electribe e Plusminus) fondata con l’amico Oliver Klein. Per “Rheingold” mischia i fondamentali elementi della musica che tanto piace ai giovani dai ritmi tech-house, pieni di percussioni digitali, basslines accennati ed evoluzioni deep. Più sincopata l’andatura di “Sing Sang”, dal basso invadente e dalla struttura scevra di ogni riferimento e presenza melodica. Sostanzialmente due buoni tools.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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