#219 -Italodisco ancora viva con Presence Of The Past 2

C’era una volta l’italodisco, stile nato in Italia (sebbene il nome fu coniato oltre le Alpi) in grado di coniugare sapientemente il romanticismo spiccato della new-wave inglese con la disco elettronica di Giorgio Moroder e il pop da classifica. Esaurita la sua potenzialità commerciale alla fine degli anni ottanta, l’italodisco si è progressivamente riaffacciata sulla scena internazionale grazie all’operatività di un numero consistente di produttori e labels, localizzati soprattutto nell’Europa del Nord, dove tale corrente stilistica vanta un numero incredibile di patiti e collezionisti. Non a caso la Flashback Records, nata col preciso fine di riportare alla luce la musica italodisco coi suoi brani ed artisti più emblematici, è finlandese (di Vääksy per la precisione): il suo fondatore, Kimmo Salo, può essere considerato tra i discografici più attivi del nuovo millennio visto che, in poco tempo, è riuscito a rilasciare circa trenta releases. Ultima, per ordine cronologico, la raccolta “Presence Of The Past 2”, vera parata di musica italodisco incisa esclusivamente in formato cd. Dieci tracce splendenti, che profumano di storia, fanno del progetto uno dei più ricercati al momento, sia per novità come “I Want You Back” di Fred Ventura & Andy Romano, “Music Of My Star” di Bruno Mosti ed “Heaven” di George Aaron, che per brani composti oltre venticinque anni fa ma mai pubblicati ufficialmente, come “My Love” dei Dyva e “Shadows Of The Night” di Felli (inequivocabili le assonanze a “Diamond In The Night” del 1983). Ma c’è ancora dell’altro in “Presence Of The Past 2”, come i nomi emergenti di Peter Arcade, Riccardo Campa, Patty, Karl Otto & Joey Mauro, e quello, un tempo assai più noto, di Tiziana Rivale, la vincitrice del Festival di Sanremo del 1983. La storia dell’italodisco prosegue senza sosta, ignorando la poca attenzione prestata proprio dal Paese dove nacque circa trent’anni orsono, l’Italia.

-Paul Brtschitsch “Touse/Salsa 727” (Rootknox): il producer dal nome più complicato della dj-land europea torna a colpire mediante la Rootknox. Come preludio al suo quarto album, la cui uscita è prevista per la primavera, ci offre due buone tracks-tool il cui utilizzo pare studiato appositamente per i sistemi di mixaggio moderni (Ableton, Traktor). Il ritmo è il motivo conduttore di entrambi i brani: in “Touse” anfratti tech-house vengono illuminati parzialmente da fluorescenze deep, seppur sempre piuttosto increspate da effetti ed ingrossamenti dei suoni. In “Salsa 727” invece si assiste alla costruzione di una nuova forma di tribal-techno, rallentata nei bpm ed arricchita da una vena melodica quasi balearica. Parlare di minimal sarebbe riduttivo: a Brtschitsch non interessa essere presente sul mercato ma contribuire attivamente all’evoluzione di un genere in perenne mutazione, la techno.

-BeNi “My Love Sees You” (Kitsuné Music): completamente incurante di quel che il mercato fonografico incide con più frequenza per recuperare almeno il budget d’investimento, Kitsuné continua per la sua strada. Tale filosofia indipendentista mi ricorda molto quella della vecchia International Deejay Gigolo, mai timorosa di scommettere su un progetto di cui il successo sia difficilmente ipotizzabile. E’ il caso di BeNi, che suona come una sorta di Daft Punk filtrati nella datata filtered house di fine anni novanta e poi reinnestati sulla più poderosa pumpin’ house a stelle e strisce (JJ Flores & Steve Smooth, Mark Almaria, Kyle Pound, Filter Freq, Hatiras). Simile, ma più rotolante, il remix firmato In Flagranti che tende a riallacciare i rapporti con una certa electro-disco-funk che i tedeschi sapevano fare davvero bene sino a qualche anno fa (senti Autotune, Lexy & K-Paul, Maru & Comix). Chi ama i suoni più spigolosi potrà trovare appagamento nella versione del sempre bravo Etienne De Crécy.

-Massimiliano Pagliara “Transmissions Florales” (Balihu Records): salentino trapiantato a Berlino, Massimiliano Pagliara ripercorre la disco cosmica insaporendola e contrastandola con un ottimo funk. A credere in lui è Daniel Wang, personaggio di cui ho più volte evidenziato l’estro e la capacità nel saper innovare senza mai pasticciare. “Transmissions Florales” esce proprio sulla blasonata Balihu, di cui avevamo perso le tracce qualche tempo fa. Anello di congiunzione tra “Beach Birds Keep On Flying” (in cui si registra il contributo dei Gui.Tar) ed “Alpha Base” è sicuramente la componente disco-funk, che dimostra appieno l’immenso valore della musica di Pagliara. Sul lato b trovano alloggio due rifacimenti degli stessi brani: quello di “Beach Birds Keep On Flying” (On Acid) fruga nelle intense sonorità electro-retro mentre quello di “Alpha Base” (Phaser Dub) oscilla su dolci linee percussive e suadenti pads mescolati con disarmante naturalezza ad atmosfere boogie. Mi spiace solamente averlo scoperto con un pò di ritardo: chiedo venia.

-English Electric “Posable Flotsam” (Dumb Terminal): da considerare come l’approdo per tutti coloro che sono alla costante ricerca di materiale acustico lontano da esigenze commerciali, la Dumb Terminal ci offre la musica di English Electric, reduce di un’ottima prova sulla scozzese Mighty Robot (“Auto Beam EP”). Proprio come il precedente, anche questo progetto è incanalato nei ricordi delle colonne solnore di film di fantascienza anni settanta, sensibili ad una certa elettronica che ebbe poi modo di svilupparsi in modo più marcato tra gli ottanta e i novanta. “Posable Flotsam” fluttua su bolle di electro ancestrale, cristallina e cosmica, ritmi meccanici ed evoluzioni armonico-melodiche localizzate in un ambiente lindo e quasi sempre luminoso. Lasciandola suonare a 33 giri, invece, tutto si richiuderà entro le palizzate di un corridoio tetro, prendendo le sembianze di una overture di Arpanet, Legowelt o, per rimanere in Italia, di Heinrich Dressel. Pads analogici lanciati su un intricato mosaico di arpeggi e lamine elettriche invece scandiscono la stesura di “Epitaxy”. A chiudere è “Minority Transporter”, che alterna l’universo melodico sinora esplorato ad una visione più acida e tagliente. L’edizione è limitata e stampata in picture-disc arancione.

-Velcon “Fluo Girl EP” (Eikyou Records): è sempre un piacere annunciare la nascita di nuove labels, soprattutto quelle che trovano senso di esistere poichè desiderose di dare contributo alla musica, senza incolonnarsi passivamente nella miriade di già troppe replicanti. Ed ecco la Eikyou, dalla Francia, nata da un’idea di André Dalcan e David Duriot. La sua filosofia, insita nel nome stesso (‘eikyou’, in giapponese, significa ‘contaminazione’) si poggia sull’interscambio stilistico delle passioni musicali dei suoi fondatori (quindi rock, hip-hop ed elettronica), metodo utilizzato per dare voce a nuovi talenti che abbiano in mente un concetto avanguardista della musica. E’ proprio il caso dei Velcon, dal sud della Francia, con il loro bagaglio di electro-techno psichedelica e lampeggiante, da ballare col sudore che gronda copioso dalla fronte e sotto le strobo sempre accese. Quattro le tracce, tra cui si celano anche spunti chiptune ad 8 bit (“Push Push”, “Puta Madre”), vigorosissime ed instradate sempre e solo su frenetici 4/4. Chiamatela pure nu-rave.

-Zombie Nation “Worth It” (UKW): impazienti di mettere le mani (e le orecchie) sul quarto album previsto per il 9 marzo, godiamo del suono del nuovo UKW con cui il producer monegasco prende meno distanze dalla corrente musicale che contraddistingue la Germania da almeno due anni a questa parte. “Sick Is The New Health” infatti ondeggia su porzioni abbondanti di grooves post-techno, sebbene tagliate spesso dai classici suoni striduli che contraddistinguono l’artista dalle sue prime apparizioni (1998). La title-track, “Worth It”, invece interseca electro ed house, sbilanciandosi di continuo verso l’una e l’altra corrente e compensandole con l’effetto slices che sminuzza tutto in sottili filigrane.

-Mr. White “Aeroplane” (Alleviated): Chad White ritorna con un disco che possiamo considerare il naturale prosieguo al “You Rock Me/The Sun Can’t Compare” del 2006, firmato con Larry Heard. “Aeroplane” ci dà il tempo mediante una strana forma di tech-house rallentata ed impreziosita da un cantato decisamente suadente. Non è il brano da intonare a squarciagola quindi non usatelo con l’intento di ribaltare la pista. Più indicata all’uso nei clubs è invece “Inside Your Mind (This House Is Home)”, che ripercorre la storia dell’acid-house (a troneggiare è sempre e solo il TB-303). A testimonianza dell’eclettismo di White, che ha trovato in Heard il suo mentore, è “You Don’t Answer (When I Call)”, più vicina alla cultura italodisco e all’electro pop dei Pet Shop Boys.

-Swen Weber “Deep In Matadi” (BluFin): entrato nel ‘music biz’ tre anni fa grazie al fortunato “First Stroke” firmato con John Acquaviva, Swen Weber è una delle nuove stelle della post-techno teutonica. Per il suo primo esperimento rilasciato su BluFin, il dj-produttore ricorre all’immaginazione per raggiungere Matadi, in Congo, prelevare un pò di feeling africano, e portarlo nella più industrializzata Europa. Questo il nucleo essenziale di “Deep In Matadi”, in cui frammenti di canti etnici trovano modo di incrociare la technaglia tipica di Colonia e Berlino. La componente afro del brano viene riverberata ed accentuata da Martin Heyder, artefice di una dub molto spinta. Percussioni più canoniche invece nella versione di Massimo Santucci, librata tra progressive e neotrance. Non c’è altro da aggiungere: occorre solo ascoltare.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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