#244 -Esplosione stilistica in Exploited

A due anni esatti da “Maximize!” esce la nuova raccolta di Exploited curata, ovviamente, dal suo fondatore, Jan Simon Spielberger alias Shir Khan. “Exploited”, fuori dal prossimo 10 settembre, raccoglie praticamente tutto quel che c’è da sentire dell’etichetta tedesca nata nel 2007 e situata idealmente tra la scuola francese capitanata da Ed Banger e quella tedesca di Siriusmo o Modeselektor. Il sound targato Exploited è la deflagrazione tra l’electro sporcata dal distorsore e l’hip-hop ma la sua estetica abbraccia anche la tropical disco, il minimal, il downtempo, la techno, il dancehall, l’afro, il booty funk e la nu-rave. La fusione tra generi, elemento che oggigiorno contraddistingue praticamente il 90% delle produzioni dance, diviene il perno intorno a cui gravita il contenuto di “Exploited”, diviso in due cd’s. Il primo, mixato con efficacia dal citato Shir Khan, tocca ben 32 brani (Lorenz Rhode, Adam Sky, Matt John, Zomby, Cobblestone Jazz, Dj Chernobyl, Wudwerd, Miss Pacman e remix esclusivi) mentre il secondo, l’unmixed, fa il punto della situazione radunando le gemme migliori sinora pubblicate (Lorenz Rhode, Siriusmo, Jan Driver, Milanese feat. RQM, Malente, Adam Sky, Moss Eisley Cantina, Le Le). Spazio anche a Michele Savasta alias Minimow, l’unico italiano del gruppo. Il tutto è racchiuso in una copertina in spassionato bilico tra sacro e profano.

-Computor Rockers “Computor Shock” (Breakin’ Records): mascherandosi dietro uno dei suoi innumerevoli alias, Edward Upton torna a vestire i panni di Computor Rockers, progetto nato nel 1998 col fine di dare il giusto spazio al cosiddetto electrobass. “Computor Shock” conferma la stabilità all’interno del segmento sonoro che interfaccia electro ed hip-hop, con tanto di gangsta rap e scratches tipici del mondo del djing di una ventina d’anni fa. Lasciando scorrere la puntina sulla Vocal si riesce ad immaginare, senza ricorrere nemmeno a troppa fantasia, un marciapiede ed uno stereo portatile per improvvisare le acrobazie della breakdance. “How We Used To Rock” rallenta le pulsazioni lasciando spazio ad una vena decisamente più funky, tra stilose melodie e ritmi zampillanti, ed infine “Distributed Processing” mostra beats raschiati da accordi gotici ed un basso tipico dello stile che trovò, nei primi anni ottanta, massima espansione grazie ad artisti come Afrika Bambaataa, The Jonzun Crew, Hashim, Newcleus, C-Bank, Project Future, Captain Rock e Matrix.

-Plastique De Rêve feat. Ghostape “Love On The Tape EP” (Space Factory): pur avendo inciso per etichette di richiamo come International Deejay Gigolo e Turbo, Christophe Dasen non è mai riuscito a trasformare il suo alias in un nome nazional-popolare. E forse è meglio così visto che per i puritani della scena underground sarebbe stato alquanto seccante ritrovare un artista della sua stoffa mischiato a musica dozzinaria ed ‘usa & getta’. Per il suo primo 12″ su Space Factory l’australiano trapiantato a Ginevra fa tesoro delle precedenti esperienze discografiche ed infatti, nella main track “Love On The Tape”, ritroviamo i soliti ghirigori tipici dei vintage computer (Commodore 64, Amiga) che ben campeggiavano nell’ “L’ EP Magique” del 2001, ornati da un vocoder quasi incomprensibile, sottili evoluzioni melodiche ed un bassline disco di estrazione moroderiana. La differenza sta nel ritmo, qui diretto sempre e solo sui 4/4. “It’s Summer”, dichiarazione in perfetta sintonia stagionale, è un invito a ballare sotto la luce delle stelle: dal brano si eleva il buon lavoro del basso abbinato alla solare voce femminile. La più interessante, a mio avviso, rimane “Dance On” in cui si rincorrono, ancora, impareggiabili attinenze 80s che lo fanno assomigliare ad uno dei primi Gigolo seppur rimesso a nuovo mediante la metrica quaternaria che rende il tutto più appetibile e fruibile dai dancefloors.

-Dark Vektor “Wires EP” (Titan’s Halo Records): di tanto in tanto la penisola iberica ci delizia con progetti di pura electro: Alek Stark e Boris Divider sono i nomi più accreditati ma nel sottobosco se ne aggirano molti altri tra cui Dark Vektor, progetto solista di Ivan Arnau (uno dei Sbles3plex), che inaugura il catalogo di Titan’s Halo con un EP che fa felice chi è alla costante ricerca di materiale post-drexciyano. “Wires” siede sul tessuto di ritmi cibernetici, frenesie androidi, blips scalpitanti, bassi contorti e distorsioni calibrate, elementi canonici per il sound che i cultori di Underground Resistance o Metroplex conoscono più che bene. Da “Extrany” emerge ancor più nitida l’impronta electro col vocoder (ad opera di Camilo ‘Downrocks’ Sampayo, altro accreditato esponente della scena underground spagnola) intrecciato alle sincopi di basso e batteria: l’accostamento che viene d’instinto è quello con gli Aux 88. La title-track presenzia anche nel remix degli Hydraulix, nome imperante della scena di Miami, contraddistinto da una cassa più marcata ed un vocoder vox abilmente giocato al suo interno. La copertina, che sembra sottratta dalla saga di Urania, è di Abdul Qadim Haqq.

-Franz & Shape “Remixed II” (Loath Recordings): uscirà all’inizio di settembre sulla neonata sublabel di Relish il maxi 12″ che raduna quattro remixes di due brani, “Lump” e “Melt”, che figureranno nella tracklist del secondo album di Franz & Shape. Il fine di Loath è quello di coprire con più attenzione il settore musicale rivolto al dancefloor e le tracce in questione parlano chiaro. Tre i remix di “Lump”, brano che Spazzoli e Camporesi hanno realizzato con gli Shrubbn!! (Marco Haas aka T.Raumschmiere ed Ulli Bomans): quello dei londinesi Joe And Will Ask? centrifuga techno potente quanto un pugno nello stomaco sferrato da Tyson nel pieno della sua carriera, quello dei Mixhell (ossia Igor Cavalera, ex batterista della band heavy-metal brasiliana dei Sepultura, e la moglie Laima Leyton) che miscela l’avanguardia anni ottanta (Front 242, Chris & Cosey, Liaisons Dangereuses) alla techno dei raves anni novanta, e quello del parigino Gesaffelstein, massiccia dark-electro-italo che piacerà ai sostenitori di David Carretta & Co. “Melt”, nata da una sinergia coi Motor, si avvale invece della rilettura dei Sex Schön, pulsante techno e nu-ebm che combina al suo interno le recenti esperienze francesi (da Vitalic a The Hacker passando per Oxia e Kiko). Techno è dunque la password d’accesso per entrare a far parte del mondo di Franz & Shape, indiscussi dominatori della nuova scena electro-techno contemporanea.

-Noisy Pig “Disaster #1” (Cochon Records): italiano trapiantato a Berlino dal 2004, Bernardo Santarelli è colui che si cela dietro Noisy Pig e che brevetta uno stile pieno di humor. Lasciando alle spalle la sua Roma, trova nella capitale tedesca la perfetta locazione per plasmare al meglio la propria vena creativa che attinge sia dall’indie-pop che dall’elettronica di bands come Stereo Total, ADULT., Chicks On Speed, Console, Le Tigre e DAT Politics. Interfacciando ed intervallando l’electro al pop e la new-wave al punk più spietato, forgia un album come “Disaster #1” in cui alloggiano tracce divertenti e spassose (“Silly Pepper”, “Panda Brain”, “Don’t Stop!”), altre inconsuete ed imprevedibili (“Magic Pee”, “Hulla Hulla!!”, “Go, Gold Fish”), altre ancora più ironiche (“Fantasma Pt. 2”). Farcite di pseudo filastrocche da scuola materna sono “Loop Boy” e “Weird Boobs” mentre in “Disaster” si lascia conquistare dall’amore per i giochi ad 8bit del glorioso Commodore. Il più ‘normale’, alla fine, risulta il remix che Eats Tapes realizza per “Magic Pee”, un conturbante itinerario acid che batte i 4/4. “Disaster #1” raduna gran parte dei brani che Santarelli ha rilasciato tra 2007 e 2008 su due vinili piuttosto rari, ed è edito dalla Cochon Records di San Francisco. No, non è quella di Sven Väth.

-Savas Pascalidis “Deep Inside Your Eyes” (Sweatshop): sarà nei negozi a partire dal 4 settembre il #01di Sweatshop, la neolabel fondata da Savas Pascalidis che andrà ad affiancare l’ormai poco attiva Lasergun per cui si pronostica un futuro fatto di sporadiche uscite annue. “Deep Inside Your Eyes” ci riporta, parzialmente, ai tempi di “Galactic Gigolo” (2003) regalandoci ottime elaborazioni basate sulla convivenza di un poderoso disegno di basso, un ossessivo sample vocale (a firma Elbee Bad) e di un ricco beat gonfiato energicamente dai ride. Sul vinile trova spazio anche il remix di Joel Alter: definitivamente archiviata l’esperienza in chiave 80s come Jor-El, lo svedese residente a Berlino riparte da zero col suo nome e cognome anagrafico rimorchiando una post-minimal-techno dal flusso magnetico, in cui gli effetti giocano un ruolo più che decisivo. Il riff vocale vi rimbomberà nel cervello per almeno qualche giorno.

-Gesloten Cirkel “Gesloten Cirkel” (Murder Capital): tra le labels olandesi più sotterranee ed elitarie, la Murder Capital non faceva sentire la sua presenza da circa otto anni. ‘Sorella minore’ della più laboriosa Viewlexx, torna in vita con un inedito progetto concepito per soddisfare plurime esigenze. L’electro sinora mossa da Novamen, Electronome e DJ Overdose viene infatti rimpiazzata da quattro creazioni mosse da pari creatività ma da diverse tematiche. “Twisted Balloon” parte da basse velocità di crociera, coordinatrici di una slow-electro dal forte impatto emotivo, dettata da synths tremolanti e distorti (ricordate Mr. Oizo?) e quasi indecisi se librarsi nell’aria, innalzati da secchi snares. La title-track, “Gesloten Cirkel”, rimette tutto in discussione attraverso un’apparente funky-house (su cui, all’improvviso, si eleva il canto del gallo) che trova inedita collocazione stilistica su una label che sinora aveva proposto decisamente un’altra gamma sonora. Poi c’è “Swedish Woman”, ansiosa techno che brulica di ira, fomentata da un ritmo che placa il basso ma che è incapace di tenere a bada le tastiere pfunk suonate live che sembrano intonare canti pseudo orientali. In fase di chiusura giunge “When It’s Late”, con cui l’autore (Ratsnake, vecchio fan di CBS) sviscera al meglio le funzionalità della Tb-303, la cui acidità viene controbilanciata da ritmi vintage della Tr-909, a rammentare quel che succedeva nelle vecchie produzioni Acid Planet dei primi anni novanta.

-Haito Göpfrich “Fiat Lux” (Boxer Recordings): già noto attraverso progetti paralleli (Trash Mo Pet, Superfreund), Haito Göpfrich incide il suo primo album per la Boxer di Köln, la cui uscita è prevista per il prossimo 31 agosto. In “Fiat Lux” il tedesco convoglia tutte le molteplici influenze che, da circa otto anni a questa parte, danno carattere alle sue produzioni. Qui si passa dalla house di “I Ro Love” alle atmosfere orientali di “Pusher”, dalla irrobustita microhouse di “Green Lights” alla distorta electro-rock di “Drug People” passando per la deep-progressive-techno di “Disconnected”, “Mummy” e “Freedub”. Più sognanti le materie di “Komm Mal Klar” e di “Non Plus Ultra”, il cui romanticismo viene accentuato da un’emozionale chitarra. La chiusura è all’insegna del pop grazie a “The Need To Believe” in cui la voce di Eric D. Clark (proprio quello dei Whirlpool Productions) orna una canzone (forse) ispirata da “Satellite Of Love” di Lou Reed.

Electric summer

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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