Sabrina Carnevale – Nice (Tractorecords)

Sabrina CarnevaleAlle spalle la (breve) militanza nel trio Orange FX, oggi in forze alla Tractorecords: per Sabrina Carnevale si prospetta una carriera tutta in ascesa, soprattutto ascoltando la sua prima esperienza discografica da solista. Prendendo le dovute distanze da tutto quello che generalmente (e con molta approssimazione) viene catalogato come Dance, l’artista partenopea trasmette, attraverso “Nice”, la voglia di evadere da ogni cliché che possa far appartenere la sua musica ad un filone stilistico ben definito. Questo non significa che non abbia alcun sapore, ma è forse proprio il suo essere ibrido che le fornisce quel valore aggiunto di cui la musica elettronica oggi necessita per evitare di trasformarsi nell’ennesimo granello di sabbia svuotato nel mare delle pubblicazioni digitali. Da un lato le atmosfere nebbiose dell’Ambient e dell’IDM più concettualista increspato dai glitch, dall’altro la canzone, con tanto di ritornello, ma mai sforato nel Pop (olare). In “Nice” non c’è niente da cantare a squarciagola. Anzi. Al primo ascolto veniamo catapultati verso tutto quello che in Germania confluisce in un ramo adiacente l’Electro, spesso controbilanciato dall’Indie e dal Downtempo. Una Barbara Morgenstern italiana? Perchè no. Ma la Carnevale assomiglia anche alla Ellen Allien dei primi tempi, non ancora rapita dal Minimal, a svariate produzioni edite dalla Kompakt (Justus Köhncke, Kaito, Mikkel Metal e Superpitcher) e ad altre presenze femminili d’impatto alternativo come Damero, Cobra Killer, Michaela Melián, Gudrun Gut, Milenasong. Con qualche sferzata Punk in più, potrebbe essere accomunata addirittura anche ai Le Tigre. Altrettanto interessante risulta il remix realizzato da Francesco Passantino e i Sonartek che, attingendo dalle loro caratterizzanti ispirazioni Afro, ricostruiscono il brano non alterando il numero (basso) dei BPM e sfiorando, con la punta delle dita, atmosfere vagamente orientali imparentate con l’Ambient Techno. Un progetto che fa la differenza e che potrebbe aprire nuove strade da percorrere nell’ormai imminente 2010.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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