Body Electric – Magic Electronic/5595 (Moustache Records)

Bisogna riconoscere, ad alcune etichette ed autori, il merito di operare con intenti quasi didattici. L’olandese Moustache e il danese Flemming Dalum rientrano a pieno merito in tale categoria, visto che sono già diversi anni che mettono a disposizione dell’utenza collettiva le proprie conoscenze atte alla riscoperta del suono meno noto forgiato negli anni Ottanta, quello passato inosservato, all’ombra di tantissime hits popolari del mitico decennio. E così ecco (ri)spuntare “Magic Electronic”, classe ’84, inciso sino a questo momento su un 7″ edito dalla praticamente sconosciuta Harlekin. La consistente valutazione sul mercato del collezionismo ha convinto David Vunk, spinto a sua volta da un Dalum in costante ricerca di introvabili cimeli, a ripubblicare il brano, questa volta sul più canonico formato 12″. Il produttore originario, Steen Gjerulff che ai tempi, viste le attitudini con la musica Dance italiana preferì ribattezzarsi Marcello Arnaboldi, assiste così alla resurrezione (anche nelle grafiche della copertina) di un brano che non ha mai riscosso il successo meritato. Fondamentalmente tutte le versioni derivano dagli stessi elementi, ma la mia preferenza cade sulla A1 (84, ossia l’Original) e sulla B2 (Reflexions), particolarmente indicata agli amanti del vocoder. Nonostante la posizione non agevolissima e la qualità audio non eccelsa, segnalo anche la B3, “5595”, dal taglio quasi kraftwerkiano, nonostante le radici Italo Disco rimangano comunque più che evidenti. In definitiva ci troviamo di fronte all’ennesima gemma che il buon Flemming Dalum ci offre, dopo svariati mix-cds e il doppio appuntamento “Italo Edits” che vide luce nel 2007 proprio su Moustache. Gli appassionati, ovviamente, ringraziano.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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