Blastromen – Human Beyond (Dominance Electricity)

Se vi ritenete appassionati di Electro, quello dei Blastromen suonerà nei vostri padiglioni auditivi come l’album-evento dell’anno. Il momento non particolarmente brillante per il genere nato dalla fusione di esperienze diverse (Kraftwerk, Afrika Bambaataa, Juan Atkins) non intimorisce neanche per un pò la tedesca Dominance Electricity che si conferma come la realtà più solida e convinta in un campo dalle potenzialità economiche ormai assai ristretto, che può contare solo ed esclusivamente sul supporto dei cultori. Dei misteriosi Blastromen si sa (ancora) ben poco, se non che si tratti di un duo proveniente dalla fredda Helsinki (la stessa città da cui, oltre dieci anni fa, emersero gli Ural 13 Diktators), attivo dal 2004 e che sinora ha inciso appena una manciata di (incredibili) EP sulla poco nota X0X Records. Ad onor del vero, “Human Beyond” avrebbe dovuto veder luce circa un anno fa proprio su X0X ma poi, causa beghe varie, è rimasto immeritatamente nel cassetto sino a quando la Dominance Electricity se ne è presa carico, per la gioia di tutti quelli che avvertono la necessità, quasi fisica, di musica di questo tipo. I Blastromen sentono su sè stessi l’accelerazione dei processi tecnologici in atto nel nuovo millennio, ed elaborano dati in simbiosi con le macchine. Questo concetto lo si evince dalle tracce racchiuse in “Human Beyond”, ognuna delle quali rappresenta uno spiraglio per scrutare, con curiosità e timore nel contempo, nella fessura di una porta che conduce ad una dimensione parallela alla nostra. Gli elementi che il duo finlandese assembla nei brani sono quasi sempre i medesimi, ossia ritmi bionici e suoni che si muovono al loro interno quasi come fossero bracci meccanici azionati da robots alloggiati in speciali cabine e parlanti attraverso vocoder di alto livello. I titoli stessi aderiscono perfettamente alle tematiche futuristiche, da “Follow The Command” a “Computer Simulator”, da “Metal Machine Victims” a “Human 2.0”, degni di essere annoverati nelle epiche storie di Urania. La versione cult per i collezionisti è la Limited, coi vinili colorati di azzurro e il poster annesso. Chi opta per il CD invece troverà tre bonus tracks, estratte dai citati EP su X0X (“Le Nucleaire Civile”, “Space Trader” e “Blasteroids”). Siete pronti per essere trasformati in androidi?

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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