Roman – Roman (Karaoke Kalk)

Il nuovo album di Roman Podeszwa, il terzo dopo “5 Minutes To Match” del 2003 e “So Ghost?” del 2006, è un lavoro dai contenuti meno sperimentali rispetto ai precedenti, e che vanta significative aperture verso il Pop e l’Indie Rock. Sicuramente resta stravagante dal punto di vista stilistico, indagando nel campo della musica suonata dal vivo quanto in quella elettronicamente riprodotta, e i brani parlano chiaro di come l’artista resti quasi incantato nella sua dimensione sonora lontana anni luce da tutto quello che volgarmente viene definito ‘commerciale’. “Futura” è un brano fantastico, coi suoi sbilanciamenti Electro Rock Pop: è come se Dakar & Grinser incontrassero i Muse in una jam session. Altrettanto spiazzanti sia “The Denizens Drum”, un frullato tra Hip Hop, Electro, Shoegaze e Freestyle, “Goodbye Bunny”, dove le frequenze vengono giocate in contesti Dub sorretti da vigorosi hihats, e “Bones & Barks”, spregiudicata Punk Rock. L’eclettismo di Roman è spiazzante, e quando suona l’Indie Pop di “Despair When Young” (che non avrebbe affatto sfigurato nel catalogo Kitsuné) o il Pop Funk anni Ottanta di “Blow”, sembra quasi di aver cambiato disco. Per non parlare poi di “Traffic” (probabilmente senza la parte vocale avrebbe mandato in visibilio più di qualche DJ) e di “R.I.P. Music”, dove torna a maneggiare i 4/4 e le distorsioni col risultato di ammiccare, più o meno dichiaratamente, a Fatboy Slim o The Chemical Brothers. Da vero anticonformista, si rifionda poi sulle ballate Post Rock, con “Monsters In Suburbia” e “Shoot”. Un album di spiccata indietronica (dentro troverete anche il video di “Agog Grammer”) di davvero ardua definizione, che si presta più ad essere ascoltato che ballato, e quindi, a tal proposito, tornerebbero utili dei remixes. O forse no: il bello di Roman è proprio questo.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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