Zombie Nation – Overshoot/Squeek (UKW)

Sebbene possa vantare una piuttosto consistente discografia cresciuta e maturata anno dopo anno, Zombie Nation rimane (e forse sempre rimarrà) quello di “Kernkraft 400”, hit mondiale messa a segno nel 1999 con l’aiuto dell’amico Mooner e che tutto deve al campionamento di uno stralcio di una colonna sonora di un videogame del Commodore 64 (Lazy Jones, 1984). Però, chi lo conosce a fondo, ricorda Florian Senfter non tanto per il boom commerciale ma per l’approccio istintivo alla musica (un mix tra Electro, Techno e Punk), dettato dalla manualità nel trattare i suoni, scombinare le metriche, tagliare le frequenze, saturare gli effetti con l’incrocio tra resonance e cutoff ed altro ancora che viene determinato dall’istantaneità a cui oggi, purtroppo, molta musica non fa più fede o affidamento. Per questo nuovo UKW mette insieme due brani che testimoniano quanto detto sinora. “Overshoot” ha un ritmo a cui non è possibile resistere, guizzante, con tom in primo piano ed un hihat aperto e sequenzialmente filtrato e scompattato. E’ anche l’uso dell’eco e del taglio dei picchi a creare quella magia che i sostenitori del sound targato ZN sanno bene di non trovare con facilità in altri dischi. Con “Squeek” l’artista bavarese torna a giocare coi pulsanti delle macchine del suo equipment (tra cui una Elektron SidStation suonata magistralmente) per creare quell’effetto che lo rese celebre, nel 2002, attraverso il progetto parallelo John Starlight. Il paragone con “Blood Angels” qui pare d’obbligo se si pensa alla miriade di suoni acuti, distorti e lancinanti che fanno di “Squeek” l’asso da giocare quando la pista sembra dormiente. Le copie stampate sono appena 100 contro le 500 che invece UKW era solita immettere sul mercato sino a qualche anno addietro. Segno che le cose stanno cambiando e che il digitale avrà presto il sopravvento su tutto e tutti.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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