Shlomi Aber – Chicago Days / Detroit Nights (Ovum Recordings)

Lanciato nel 2007 dalla Cocoon Recordings di Sven Väth, l’israeliano Shlomi Aber è riuscito a raggiungere, in un tempo ragionevolmente stretto, tappe importanti per la carriera di un DJ e produttore. Se “Sea Of Sand”, firmato con l’amico Guy Gerber, servì come trampolino di lancio per irradiare una specie di Tech Progressive House, “Crop Duster”, “Moods”, (su Renaissance) e “Freakside” e “Tokyo Shanghai/Quivery” (su Ovum) hanno decretato l’affermazione su larga scala di questo intraprendente personaggio residente a Tel Aviv. Per il suo (secondo) album, dopo “State Of No One” del 2007, realizza qualcosa di decisamente ricco a livello creativo e qualitativo, pur ripercorrendo l’ideale linea biologica della House e della Techno. Il titolo appare subito chiarificatore, e ci fa capire quali siano le fondamenta dell’intero elaborato. L’intento di Aber è quello di far rivivere in epoche moderne lo spirito della House di Chicago e della Techno di Detroit e, nonostante qualche lieve incertezza, la missione può ritenersi compiuta. Se si pensa alla città che diede i natali a DJ International, Hot Mix 5 o Trax Records, le varie “Taped And Gorgeous”, “Tap Order”, “Slow Dancer” e “Propaganda” suoneranno senza dubbio come i brani che meglio tributano quel particolare periodo di esordi. Se invece si desidera sudare coi meccanicismi ritmici della Motor City (all’inizio detta House made in Detroit) è necessario puntare alla Techno squisitamente millsiana di “Groove Mechanism”, alle inclinazioni Deep alla Maurizio o Basic Channel di “New York Dreamer” e di “Create Balance” (un sunto della produzione su Axis e Purpose Maker) ed al tripudiante sound di “Sketches”, col featuring di Kenny Larkin. Bellissimi i confronti che si susseguono in “Black Funk Hi”, tra samples di origine Funk e gonfiori tipicamente Techno, che creano un sottile parallelismo tra scuola francese (Cassius, Daft Punk) e giapponese (Kagami, Tasaka). Il finale è clamoroso grazie a “Basic Roots” che fa riecheggiare la Techno spirituale di Underground Resistance (il riferimento, in questo caso, corre a “Jaguar”, l’evergreen di The Aztec Mystic). Quella di Aber non è sterile voglia di emulazione o di scimmiottamento, ma desiderio di far palpitare i cuori ancora una volta con un suono senza tempo, che è stato e che continuerà ad essere indicato come l’inizio assoluto di qualcosa che continua ad evolversi giorno dopo giorno.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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