Chromeo – Business Casual (Studio !K7)

Vien da sorridere pensando che nell’era della globalizzazione imposta da internet, all’Italia (coi suoi DJs e programmatori radiofonici) serva ancora la licenza effettuata dalla label locale di turno per scoprire certi artisti e certa musica. E’ il caso dei Chromeo, che in queste ultime settimane si sono ritrovati nell’etere italiano a qualunque ora del giorno e della notte, incastrati in mezzo a brani di generi disomogenei, annunciati e disannunciati da chi sinora ignorava letteralmente la loro esistenza, con la loro “Night By Night”, peraltro vecchia di circa un anno e diffusa gratuitamente da un’etichetta americana, la Green Label Sound, insieme ai remix di Siriusmo e Skream (il tutto è ancora disponibile sul relativo sito web). Il duo scoperto e lanciato da Tiga quasi dieci anni or sono, agisce sulle medesime modulazioni di frequenza sin dall’esordio, fondendo in un corpo unico Electro, Hip Hop, Funk, Disco e Rock, amalgamando il tutto con una sana dose di Pop conclamata dal talk box usato magistralmente. Al loro terzo album, dopo “She’s In Control” del 2004 e “Fancy Footwork” del 2007, completamente ignoti da noi, David Macklovitch e Patrick Gemayel continuano ad erigere il loro stile dichiaratamente ispirato dagli anni Ottanta (un frullato tra Depeche Mode, Spandau Ballet, Duran Duran, Wham!, Talk Talk, Bronski Beat, Yazoo, Propaganda ed altri), sia nella scelta (oculata) dei suoni che nella forma grafica di copertine e presenza scenica (probabilmente sono loro i mentori dei russi Tesla Boy). “Business Casual” è realizzato egregiamente, ma non aggiunge e toglie nulla a quanto il duo ci aveva fatto ascoltare sinora. “Hot Mess”, “I’m Not Contagious”, “You Make It Rough”, “Don’t Walk Away”: ineccepibili dal punto di vista tecnico (con virtuosismi funky alla Jamiroquai), rivelano di tanto in tanto anche qualche vago accenno Italo Disco, cosa che dovrebbe inorgoglire i produttori italiani che ai tempi riuscirono a creare un filone talmente incisivo e fresco da essere preso a modello ad oltre venticinque anni di distanza. Affondando nella sofficità e nella dolcezza di “J’ai Claqué La Porte” e “Don’t Turn The Lights On”, nella gaiezza di “When The Night Falls” e “The Right Type” (credo che tra i synths usati ci sia anche quello di “The Final Countdown” degli Europe), e nella spensieratezza di “Grow Up”, raggiungiamo l’ormai popolare “Night By Night”, attraverso cui molti italiani sentono di aver scoperto un nuovo filone. Peccato che esista da quasi un decennio, e pensare ai Chromeo come una sorta di Lady GaGa al maschile è davvero ignobile quanto spregevole (e il titolo di questo album dovrebbe far riflettere). La domanda, comunque, sorge spontanea: dove erano gli addetti ai lavori dello Stivale quando uscivano “Needy Girl”, “She’s In Control”, “Rage”, “Tenderoni” o “Bonafied Lovin”? Nel nostro (bel) Paese c’è qualcosa che non funziona, ed oggi è più evidente che mai.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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