Arriva dalle terre imbiancate della fredda Svezia, e ce lo immaginiamo rintanato nel suo studio, al caldo, a provare melodie su sintetizzatori d’annata. A tre anni da “Mossebo”, Johan Agebjörn rilascia il suo secondo album che però mette da parte l’amore per l’Ambient e la musica da camera. Qui il musicista di Gothenburg dimostra di voler ripercorrere lo stesso itinerario seguito, in veste da compositore ed arrangiatore, per Sally Shapiro, imbracciando quindi rimembranze Italo Disco e Synth Pop, ma trattate in chiave moderna, da non mettere in crisi i programmatori radiofonici. L’album, edito dalla canadese Paper Bag Records (ammaliata, dal 2007, dal sound della citata Shapiro), si rivela un contenitore di brani potenzialmente adatti a fare crossover e ad effettuare il classico balzo dall’underground al mainstream. “The Last Day Of Summer”, ad esempio, scritta insieme ad Ercola & Queen Of Hearts, è un delizioso esempio di Pop House, più studiata delle hits usa & getta (il virtuosismo che parte a 3:10 ne è prova), “This Case Is Closed”, coi Friday Bridge, prosegue nel medesimo corridoio stilistico, ma è con “Watch The World Go By”, elaborata con Le Prix e Lake Heartbeat, che sembra di ascoltare una futura hit del mondo radiofonico, non così distante dalla sfera Pop Trance di Armin. Potenzialità commerciali meno evidenti invece nella title track, arrangiata con Lovelock e cantata dalla Shapiro, palesemente illuminata da riferimenti del 80s Pop. “Alice” è quella da cantare in auto, col finestrino abbassato e gomito in fuori mentre si procede a velocità sostenuta. La voce del nostro Fred Ventura, alternata a quella di Le Prix, sembra tracciare le linee guida di un quadro luminoso, rincuorante nei toni quanto nelle atmosfere. Passando sopra le linee plastiche della già nota “Spacer Woman From Mars” (uscì nel 2008), raggiungiamo le sponde del brano che preferisco di questa lunga carrellata, “So Fine All The Time”, in cui Agebjörn stringe la mano a Wolfram Eckert e Legowelt per costruire un pezzo dalle venature vintage, melodicamente ispirato dalla vecchia Italo Disco, ma piantato nella più moderna Electro Disco per quel che riguarda la costruzione del ritmo e dell’uso del vocoder. Il finale è all’insegna del romanticismo, con “Le Noir Et Le Blanc Sur Le Piano”, a cui si aggiungono l’intro “8ths” e le sinfonie Ambient “Memories Of Satie” e “Stranger” che evocano l’immagine di un tramonto rosso fuoco, di quelli che si guardano sospesi tra sogno e realtà.