Various – Raveburg Volume 1 (Raveburg)

Camminando per le strade di Ravensburg (Germania meridionale, dove si producono i famosi puzzle) potreste imbattervi in una copia di questo CD, apparentemente lasciato incustodito in una cabina telefonica, in un bus, sotto un ponte, in discoteca o nel parcheggio di un supermercato. Abbandonando arditamente l’idea di voler mettere in vendita la propria creatività, due giovani produttori tedeschi (Christian Gleinser e Florian Krauß) offrono gratuitamente (almeno per il momento) energie e passione. Il CDr, racchiuso in una curiosa copertina realizzata con un foglio in formato A4 opportunamente piegato a mò di origami, contiene sei brani di musica che ondeggia tra Electro e Techno, programmata quasi interamente con macchine hardware. Si comincia con l’Electro Disco Wave degli Horus Vent (“Hail To The King”), e “Raveburg Theme” del collettivo Remnants Of Scheunenrave, che rintraccia il suo spirito nello stile International Deejay Gigolo delle annate più floride, combinando Punk, Techno e psichedelia. Il ritmo si fa più convenzionale in “Between The Lines” di Roberto Bernabé, alle prese con una Electro House dalle diramazioni Trance che, chissà, potrebbe incuriosire pure qualche big della scena in cerca di novità non firmate da nomi blasonati. Con “Mass Vaccination” di Industrial Design si torna a viaggiare sulle frequenze taglienti dell’Electro geometrizzata di Detroit, per l’occasione ricca di toni plumbei. Un altro rimando al periodo Electroclash viene offerto dai Mothers Against Music e dalla loro “Around And About”, in cui distorsioni ed una sonora batteria fanno da contorno al suono inusuale della fisarmonica, pronto a smorzare la tensione accumulata nella prima parte. A chiudere è l’Electro Techno teutonica di Pflockmeister, che con “Die Suche Nach Dem Ursprung” ci rimanda all’ascolto del materiale che molti tedeschi producevano con frequenza tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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