Stefan Goldmann – 17:50 (Macro)

Al compositore berlinese le definizioni stanno strette, e questo lo avevamo già abbondantemente capito dai suoi lavori usciti nell’ultima decade. Ora il tedesco torna a sottolineare la sua “aderenza alla non aderenza musicale”, con cui rimarca il concetto che la massima espressione si può raggiungere attraverso molteplici vie, senza la necessità di ghettizzarsi in un’area precisa e tantomeno senza sottolineare che questa sia underground o overground. Insomma, la musica parla da sola, senza bisogno di stimoli o suggerimenti di sorta. Goldmann è uno che si ciba da sempre di percezioni estetiche, e l’imminente “17:50” celebra ciò in una scomposizione e ricomposizione di stili. L’autore sembra quasi divertirsi nel filtrare ed isolare ogni singolo suono adoperato, astraendolo dal suo habitat originario per poi rituffarlo in un nuovo circolo che trae energia da altri elementi, a loro volta estrapolati da mondi disparati. Eccitante come praticamente tutti i suoi elaborati, l’album fa leva anche sul binomio immagine-suono: la prova è nel booklet di venti pagine, in cui le fotografie del bulgaro Dimitar Variysky (tratte dalla gallery The Mall Of Malashevci) generano un’accesa serie di contraddizioni, tipiche del mondo del nuovo millennio in cui si sciupa senza limiti da una parte e dall’altra si fa rigida economia. Ed ecco gli stridenti contrasti immortalati in un mercatino dell’usato di Sofia, dove riviste pornografiche giacciono accanto a peluche per bambini, dove tra telecomandi e telefoni cellulari di prima generazione si scorge un corpulento dildo in plastica, e dove una bambola gonfiabile viene incorniciata da una serie di immagini sacre. Viviamo nell’era delle contraddizioni, e Goldmann effettua la trasposizione del concetto in un flusso di suoni che sarà impossibile raccogliere sotto una definizione univoca. Nelle nove tracce si apprezza l’IDM, un pizzico di Glitch, elettronica post moderna, Noise, Experimental, Ambient e rumorismo figlio delle teorie ed intuizioni russoliane. Riferimenti Techno/House si rintracciano in “Rigid Chain”, “Adem” ed “Empty Suit”, ma riflettendo ancora l’ottica altamente avanguardista. A rischio di apparire scioccamente ottimista, considero “17:50” uno di quei (pochi) segnali che oggi attestano una sensibilità ed approccio valido alla materia. Insomma, un album che ricorda come non tutti trascorrano le proprie giornate a girarsi i pollici dicendo di fare “tendenza”.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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