:Codes – All The Tragic Heroines (Falco Invernale Records)

A quasi due anni dalla sua ultima apparizione, riecco la Falco Invernale Records, una di quelle micro etichette ideate e tenute in vita con l’unico scopo di dare sfogo alla passione. Distante galassie dalle ambizioni mercatocratiche, la FIR rinnova l’interesse per la cosiddetta Minimal Wave, nata nei primi anni Ottanta da una costola del Rock/New Wave. Quando il Post Punk incrociò la musica sintetica, si sprigionarono meravigliose e pregevoli esperienze, oggi ancora assunte come moduli ispirativi. Il duo belga dei :Codes (i puntini iniziali sono intenzionali) dimostra di aver seguito esattamente questo percorso, e di provenire da quel mondo, da quelle dimensioni, da quelle attitudini, e i sei brani di “All The Tragic Heroines” lo sottolineano. Ritmi estrapolati da vecchie drum machine, voce e sintetizzatore adoperato per basso, accordi e melodie: questi gli ingredienti dei loro pezzi, tutti abbastanza simili tra loro, affini a quella scuola di pensiero prima descritta. Dalla gotica “Attendre La Nuit” alla cantilenante “Distant Exchanges”, dalla sinistra “Entrenchment” alla dissonante “Nullius”, sino a “Glazed Faces”, in cui si registra qualche spunto Electro, e “For Wakes”, in cui l’alternanza tra voce maschile e femminile (vagamente simile alla prima Miss Kittin) rispolvera le sensazioni che conquistarono, oltre trent’anni fa, quei musicisti attratti dalle nuove possibilità compositive offerte dalla musica elettronica. Immaginate qualcosa che attinga contemporaneamente da The Normal, Fad Gadget, New Order e i primi Fischerspooner: ecco, il risultato è la musica dei :Codes. Solo 300 le copie, stampate su vinile numerato a mano.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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