Julian & Der Fux – Mischwald – Kapitel Eins (J.Hruza Records)

Sarò franco: all’inizio avevo liquidato questa pubblicazione, scambiandola per l’ennesima delle compilation di “fritto misto minimale”, senza anima e corpo, destinata ad infoltire la (mia) black list di cose da evitare. Poi invece mi sono ricreduto, e sono andato ad ascoltare con la giusta attenzione i due singoli da cui “Mischwald” nasce, ossia “Altes Ego” e “Speckbrot”. Con piacere ho scoperto una realtà come la J.Hruza Records, piccola etichetta austriaca che sembra avere le carte in regola per lasciare orme positive del proprio passaggio. E gli austriaci non scherzano: basti pensare ad etichette come Pomelo, Trust, Cheap ed Angelika Köhlermann per rendersi conto di quante cose abbiano detto e fatto. La storia continua con Julian & Der Fux e la ricca parata di remix compressi nel primo capitolo di “Mischwald”. “Axt & Beil”, “Altes Ego”, “Speckbrot” e “Der Letzte Tanz” sono i brani che vengono passati in rassegna attraverso le versioni a firma di nomi più o meno conosciuti, e che sembrano condensare, quasi magicamente, riferimenti artistici assai variegati. Se Valesta ripesca soluzioni armoniche tra Loco Dice, Gabriel Ananda e Dominik Eulberg, Ken Hayakawa opta per le espressioni melodiche di Oliver Koletzki, Fairmont e Hugg & Pepp mentre i Komaton si rifanno al suono più sognante di James Holden. E che dire degli Austrop0p e la loro Funk Electro House col piglio Disco, che rimanda al primo Bangkok Impact e a certe cose di Kiko & Gino’s? Ci sono però anche brani che scorrono con meno sorprese (quelli ritoccati da Denis Yashin, Moodlab e Jakobin & Domino), con riferimenti alla corrente Progressive House. Chiusura in bellezza con l’eclettismo di B. Fleischmann, ulteriore punto di forza di questa raccolta che merita davvero di essere presa in considerazione.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

Lascia un commento