Jean Drop – Newtime (First Floor Records)

Più volte citata tra i maggiori fulcri artistici italiani, Napoli si conferma ancora come città di novità e talenti multiversi. Gli esempi che si potrebbero snocciolare sono tantissimi,ma ora alla lista va doverosamente aggiunta Sabrina Carnevale, estrosa performer appartenente più al mondo dei musicisti che a quello dei DJ. Alle spalle l’esperienza negli Orange FX ed una serie di collaborazioni con Francesco Passantino, non molto note solo perché prese sottogamba dalla critica e probabilmente perché supportate da una promozione non del tutto adeguata. Ma Sabrina è una che non molla, e rieccola, questa volta in veste solista, sulla ritrovata First Floor Records di Marco De Falco, che pubblica un 12″ trasparente e pieno di intriganti dettagli. La title track, “Newtime”, è una sorta di Techno minimalizzata, che ribolle nel beat quanto nella passionalità vocale e in calde modulazioni armoniche. Un pelo più meccanizzata è “I Can Hear Your Voice”, con quel tocco da androide a rammentare il feeling con la musica delle macchine, poi svelato da un groove inciso nel solco di una Tech House rigata di sperimentalismo, a tratti quasi cantautorale. Altrettanto pregna di voglia di sconfinare gli stereotipi è “I Want To Love”, quasi IDM nell’intro poi spazzato via dalla cassa in 4/4. Sul lato B le rivisitazioni di “Newtime” e “I Can Hear Your Voice” a firma Spiral (il citato De Falco), che spinge più sulla Techno indirizzata ai DJ. Un disco che si descrive con qualche difficoltà, perché creato sull’unione di varie influenze, ottimamente bilanciate fra loro. La Carnevale è intraprendente, e dimostra di saper andare oltre le classiche misure della dance music, ponendosi su un piacevole bilico tra i groove e le partiture trasognate, in un mix tra personalità tipo Ellen Allien e Sophie Rimheden o Miss Kittin e Barbara Morgenstern.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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