Thomas Barrandon – The New Born Between Mountain And Sea (Les Studios De La Ruche/Mitiki)

Thomas Barrandon - The New Born Between Mountain And Sea Quando ascoltai la sua musica per la prima volta capii subito che il giovanotto aveva classe e talento. Decisi quindi di scegliere alcuni dei suoi innumerevoli brani e produrre l’Album di debutto, “Escape From Earth”, edito nel 2011 sull’ormai defunta Sauroid. In tanti rimasero colpiti da quella formula estatica che metteva al centro l’amore incondizionato per il cinema e le colonne sonore di Carpenter, Goblin o Wendy Carlos. In pochi invece credettero che l’autore avesse appena 20 anni. Già, a dispetto di tutto quel che oggi si dice sulle giovani generazioni, ree di non aver vissuto certi periodi e quindi incapaci di poter apprezzare l’essenza di molte cose, c’è qualcuno che questo concetto lo disintegra. E’ Thomas Barrandon che, a quasi tre anni dall’esordio, ritorna con la barba più folta e con ulteriore maturità artistica, quella che gli ha recentemente permesso di scrivere la colonna sonora per il cortometraggio diretto da Joffrey Schmitt, “Revolution”. “The New Born Between Mountain And Sea” (disponibile su 12″, in 500 copie con annessi due mini poster) riprende con la stessa epicità alcune tematiche affrontate nel precedente, ma le evolve ulteriormente enfatizzandone il lato cinematico. “Conception”, “Outside The Cave”, “The Last Sleep”, “The Stream Flows”: è chiaro che il compositore di Lione abbia trangugiato tanta musica da film, ed ora sia in grado di scrivere le sue soundtrack, senza il timore di passare per uno che riesce solo ad approssimare il risultato. “Memories Fade” è di una romanticheria struggente, “Old Soul” accoglie gli interventi rappati di Sam Jam, ma probabilmente è “Forever Young: A Lie” a condensare meglio di tutte l’animo artistico di Barrandon, col suo appeal dolciastro ma pronto ad irrigidirsi sotto la spinta di apporti ritmici più marcati e linee di basso cosmiche. Un disco che si posiziona, giusto per restare entro coordinate francesi, tra Air, Kavinsky, Sébastien Tellier e i Daft Punk di qualche tempo fa.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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