Roberto Donati – Mangiati Vivi! (Stella)

Roberto Donati - Mangiati Vivi! Per decenni il vinile è stato il supporto su cui convogliare la musica, di qualsiasi genere e stile. Poi le evoluzioni tecnologiche (cassetta e CD prima, formati digitali poi), hanno trasformato il disco in una sorta di totem, da adorare e rispettare perché icona di passione, dedizione, e, non da meno, feticismo. Dalla concezione meramente commerciale ci si sposta quindi a quella mossa da intenti culturali, proprio come nel caso di Stella, neolabel patrocinata dalla berlinese Private Records di Janis Nowacki, dedita a colonne sonore di film del passato. Dopo aver pubblicato “Paura Nella Città Dei Morti Viventi”, diretto da Lucio Fulci e musicato da Fabio Frizzi, giunge “Mangiati Vivi!”, che raccoglie tutto ciò che il maestro Roberto Donati compose per la pellicola omonima del 1980 di Umberto Lenzi. Al genere detto cannibal, mix tra horror, splatter, avventura ed erotico, Lenzi approda nel ’72 con “Il Paese Del Sesso Selvaggio” e lo affronta ancora in “Cannibal Ferox”, del 1981, che chiude la trilogia. Non trattandosi prettamente di un horror quindi, anche la relativa soundtrack allarga i propri confini abbracciando Funk e Psychedelic Rock. Anzi: probabilmente qui si sentono più le chitarre che gli organi, come attestano brani tipo “Eaten Alive!”, “Stand By”, “Into The Bush”, “Killing 2 Parrots” o “Free Time”, per certi versi vicini ai polizieschi/poliziotteschi degli anni Settanta. Più inclini al concetto di terrore/orrore sono invece “Bloody Rusty Saw”, “Piranhas”, “Cannibal Ferox Theme”, “Iron Nightmare”, “Room Of Fear”, “Evil Eye” e “Ripper’s Coming”. Particolarissima la suddivisione in due tranche di “Jaywalkin’ Iguana”, uno dei pezzi adoperati pure nel citato “Cannibal Ferox”, ricordato per scene particolarmente cruente che gli valsero la censura in molti Paesi del mondo. 500 le copie disponibili di cui 250 verdi, avvalorate dall’impeccabile copertina e da due mini poster. Stella si accinge a distribuire anche la colonna sonora de “Il Fiume Del Grande Caimano” firmata da Stelvio Cipriani (il regista era Sergio Martino), e dimostra di brillare già intensamente nel firmamento di quelle realtà che preservano il passato dall’oblio offrendolo alle generazioni future.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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