INTERVISTA A RUDE 66 di Giosuè Impellizzeri – 29/03/2K5

Rude 66 è lo pseudonimo dietro il quale si cela l’olandese Ruud Lekx, personaggio dedito a sonorità elettroniche. La sua esperienza nel mondo musicale nacque più di un decennio fa grazie all’avvicinamento all’acid-techno (ha inciso anche per la Djax-Up Beats di Miss Djax) ma dal 1997 la sua attenzione si è focalizzata esplicitamente sull’electro, spesso dai risvolti dark. La particolarità essenziale di Rude 66 è l’amore spropositato per l’improvvisazione: spesso le sue tracce nascono da live-performances e non da progetti nati a tavolino…Recentemente il bravo produttore olandese ha fondato la Vynalogica Records piattaforma musicale dedita a sonorità innovative che sinora ha pubblicato poche (ma interessanti) releases firmate da Dntel, Legowelt vs Orgue Electronique, Bangkok Impact vs Kassen ed Endorphins. Nell’attesa che escano due nuovi e.p. (ormai imminenti) Rude 66 è venuto a svelarci i retroscena dell’electro olandese che mai come in questo periodo sembra essere stata più prolifica.

Ciao Ruud !! Dopo averti aperto le "porte virtuali" parliamo un pò di te e della tua passione per la musica.
"Diciamo che amo la musica da sempre. Quando avevo circa 6-7 anni acquistai i miei primissimi 45 giri (i classici 7") di "Popcorn" ed "Autobahn". Ricordo che mi incantavo nel guardare un video di Jean Michel Jarre che lo ritraeva in mezzo al deserto tra decine di sintetizzatori analogici. La scintilla scoccò in me in modo definitivo nel 1982 quando scoprii i New Order e il loro synth-pop. Qualche anno dopo (attorno al 1988) mi appassionai all’acid-house, un genere che mi fece scoprire un mio compagno di scuola, Guy Tavares il creatore della Bunker Records"

Quale parola utilizzeresti per definire il tuo stile ??
"Sicuramente opterei per "elettronica" ma ricca di tante sfumature: dall’acid al drum and bass, dalla techno all’electro … mi piacciono moltissimo i legami che possono nascere tra un genere e l’altro, soprattutto quando sono dark ed hard. A questo punto mi verrebbe da dire "dark-electronic". Gran parte dei miei pezzi nascono da esibizioni live. Non mi piace comporre una traccia scrivendo le note dalla a alla z e poi risuonarle. Sono attratto dall’improvvisazione e dalle combinazioni dei synths che nascono mentre sto registrando. Questa è stata una delle ragioni che mi hanno spinto a non produrre più musica drum and bass, un genere che negli ultimi tempi non riscuote più molto successo nei locali da ballo"

Nel 2002 hai fondato, assieme a Jouke Schouwstra, la Vynalogica. Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a creare una piattaforma musicale tutta tua ??
"Lavoravo già nel CEM Studio per altri progetti e quella di Vynalogica è stata un’idea quasi naturale. Nel CEM Studio abbiamo raccolto decine e decine di sintetizzatori analogici (tra i quali alcuni molto rari!!) appartenenti agli ultimi 40 anni. Spesso per le nostre produzioni ci affidiamo a macchine degli anni ’60 e ’70, risalenti a periodi in cui il computer non aveva ancora fatto la sua comparsa. Ci è subito piaciuta l’idea di provare a creare un vero studio analogico per ricreare l’atmosfera dei pionieri della musica elettronica che iniziarono a produrre musica in questa maniera circa 30 anni fa. Vogliamo dimostrare di essere capaci di ricreare la "generation classics", quella che non aveva a disposizione mouse e plug-ins virtuali. Proprio per questo motivo, alcuni artisti di Vynalogica sono venuti a trovarci nel nostro studio per guardare dal vivo le macchine che oggi sono considerate un pò "preistoriche". Oggi si registra sull’hard-disk e non più su registratori multitraccia. Noi invece ci distacchiamo dalla tecnologia per tornare indietro nel tempo"

In base a cosa selezioni i pezzi che andranno a finire nel catalogo della Vynalogica ?? Quali sono i requisiti essenziali che dovrebbe avere una produzione per apparire sulla tua label ??
"Fondamentalmente seleziono gli artisti. Cerco di ascoltare il più possibile produttori che riescono a realizzare musica originale e fuori dagli schemi. E’ una via di mezzo tra i budget che ho a disposizione e il mio gusto personale. The Centre For Electronic Music, che si trova presso il nostro studio, è una fondazione artistica no-profit che quindi non lavora avendo alle spalle grosse somme di denaro. Mi piacerebbe prendere l’aereo e cercare di radunare più artisti possibili attorno al mondo ma poi mi rendo conto che la cosa non è molto realistica. Fortunatamente ci sono grossi talenti anche qui in Olanda e nei Paesi limitrofi che riesco a contattare per instaurare con loro un rapporto artistico. Tra gli ultimi che sono entrati in Vynalogica ci sono il finlandese Bangkok Impact e i miei amici canadesi Solvent e Lowfish. Se siete interessati a leggere la storia di Vynalogica, cliccate su www.cemstudio.com/vynalogicaindex.htm. dove potrete trovare anche la discografia. Chiudo dicendo una cosa fondamentale: Vynalogica non è un’etichetta electro, techno, italo-disco o ebm … è semplicemente una piattaforma per musica elettronica che deve guardare generi differenti senza essere relegata ad uno solo"

Descrivici la scena musicale olandese.
"In Olanda la scena musicale electro ruota attorno a Clone e Bunker e quindi è molto ristretta. Ci sono state persone come Guy (della Bunker), Ferenc (della Viewlexx) e Serge (della Clone) che negli anni passati sono riusciti a creare un vero impero con le proprie mani. Nelle grandi città si possono trovare dei clubs specializzati ma sicuramente in numero molto limitato. Comunque i talenti non mancano ed ogni giorno si ascoltano nuove produzioni. Riguardo i grandi partys, ci sono ancora troppe restrizioni da parte del nostro governo e, attualmente, quelli più in voga sono quelli house. Nonostante ciò io confido molto in un cambiamento radicale. Poco tempo fa organizzammo il primo "Vynalogica Party" ad Amsterdam e fu un grande successo. Quando si ha voglia di fare qualcosa la via la si trova sempre riuscendo a scavalcare le difficoltà"

Qual’è il tuo parere sulla scena musicale europea ?? La trovi interessante ??
"Questa è una domanda che richiederebbe una risposta davvero ampia … cercherò di essere breve :o) Ho sempre trovato i produttori europei più creativi ed interessanti rispetto a quelli americani, soprattutto nel campo della musica elettronica. Probabilmente ciò accade perchè molti Paesi del nostro continente hanno alle spalle una lunga storia nella musica sperimentale e quindi la gente si è abituata ad ascoltarla e a produrla, lasciandosi anche influenzare da altri generi paralleli. Ottime etichette sono dislocate un pò in tutta l’Europa ma quelle che trovo sempre (o almeno nella maggior parte dei casi) interessantissime sono le finlandesi e le tedesche da dove esce ottima experimental e minimal techno. Mi piacciono molto le tracce di etichette come Playhouse, tutta la scena di Colonia, i Funkstörung (che conobbi qualche tempo fa in Bunker), Electronicat con le loro stupefacenti live-performances, il Belgio con il sound di Stijn, la Data Records e tutta la storia della dance e dell’ebm degli anni ’80. Dell’Inghilterra mi piace la Scsi-Av Records e numerose tracce electro firmate dal portoghese The Advent che sono a dir poco devastanti"

Hai mai avuto contatti con i dj’s e i produttori italiani ??
"Sono un collezionista sfegatato dei dischi risalenti agli anni ’80 e nel mio archivio ne ho più di 200. Tra questi c’è moltissima italo-disco che ho amato sin dal primo momento. Non sono molto esperto nel campo (al contrario di Ferenc alias I-F) e, nell’ultimo periodo, non ho trovato altro materiale italiano di questo genere. Sarebbe bello ascoltare la nuova elettronica proveniente dall’Italia. Sono un fan (da diversi anni) di Marco Passarani e devo ammettere che mi piacerebbe molto poter vedere un suo disco su Vynalogica. Stesso discorso vale per i Mat 101 che provengono dalla sua Nature … super !! Oltre alla musica, gli italiani hanno saputo produrre anche ottimi sintetizzatori come quelli dell’Elka. Io ne possiedo uno al CEM Studio e credo che un giorno o l’altro lo utilizzerò per fare un disco su Vynalogica ;o)"

Parliamo ancora di Vynalogica: quali saranno le new-releases che appariranno nei mesi a seguire ??
"Dopo le uscite di Radbound Mens e Solvent vs Lowfish arriveranno tante novità: la prima ad uscire, prevista per la fine di maggio-inizio giugno, sarà "Sonic Boom" di E.A.R. seguito da "Music For Speakers" di Umma Gummo, progetto dietro il quale si celano i musicisti David Caron, Richard Hermes, Marie-Claudine Vanvlemen, Aardvarck, Richard Van Kruysdijk e Sandor Caron. Poi sarà la volta del nuovo Rude 66 e dell’e.p. di Bong-Ra. Probabilmente uscirà anche un e.p. di Putsch ’79. Stiamo preparando anche una compilation su cd che dovrebbe vedere luce entro l’autunno"

Riguardo i nuovi lavori di Rude 66 invece cosa ci puoi dire ??
"Da pochi giorni è uscito "Overkill" sulla Viewlexx di I-F mentre per aprile è previsto il tanto atteso "Black Sabbath E.p." sulla Creme Organization di Dj TLR. Sul fronte remix invece ho rimaneggiato "Hey Mickey" di The Riplets ed una traccia darknoize di Ra-X uscita sulla sua Angelmaker insieme alle versioni di Kettel, Chris Clark, DMX Krew, Drop The Lime e Cane. Segnalo anche il remix che ho realizzato per Femme Fatale Club Rituals che uscirà presto sulla neonata We Rock Like Crazy"

Produci musica da tanti anni: credi che al giorno d’oggi risulti maggiormente facile creare un pezzo mediante l’utilizzo di apparecchiature software rispetto a 10 anni fa ??
"Sicuramente si, ma non è detto che la musica sia di qualità migliore. Molte groovebox hanno al loro interno patterns intitolati "techno", "trance" etc etc che alcuni giovani produttori modificano solo per linee generali per creare i propri pezzi. Anche i programmi software sono molto intuitivi e riescono ad essere utilizzati anche da chi non ha mai studiato musica. Per realizzare una buona traccia però i requisiti essenziali sono ben altri: la creatività e il talento che sicuramente non si trovano in un programma software dell’ultima generazione. Per questo motivo non mi piace molto utilizzare i software prediligendo gli hardware che riescono a regalare momenti di vera creatività scaturita al momento. Spesso registro in tempo reale, senza ascoltare 100 volte la stessa battuta. L’unico software che utilizzo è Cubase, ma solo in alcune situazioni. La mia vera natura è quella analogica e, sino a questo momento, il digitale non mi ha dato grandi soddisfazioni. Sinora ci sono stati davvero pochi produttori che sono riusciti a trarre un buon sound utilizzando solo il proprio computer"

Approfondiamo il discorso parlando delle tue preferenze in studio. Hardware o software ??
"Senza ombra di dubbio gli strumenti hardware. Non mi piace vedere scorrere la musica su schermi e magari plasmarla con i click del mouse. Mi piace giocare con le manopole, potenziometri, sliders, schiacciare pulsanti, attaccare e staccare fili. E’ una questione di "connessione mentale" con quello che poi darà vita al mio pezzo, instaurare un rapporto con la macchina che deve rispondere ai tuoi comandi, cosa che purtroppo non riesco a fare con un semplice pc. Comunque ogni tanto mi diletto nell’utlizzo di programmi software per realizzare quello che non riesco a fare con l’hardware. Riguardo i miei live-set, indubbiamente sarebbe molto più facile e pratico realizzarli attraverso l’utilizzo di un semplice laptop soprattutto perchè mi eviterebbe di spostare ogni volta i miei strumenti dallo studio. Ma le macchine analogiche hanno un suono unico che il computer non riesce a dare … strumenti come la Tr-808 e Tr-909 sono famosi in tutto il mondo proprio per queste motivazioni. In questo periodo mi porto dietro una Linn Drum che interfaccio a campionatori. Preferisco lavorare con un sequencer del genere anzichè passare il tutto in programmi come Cubase che purtroppo non mi danno la possibilità di interagire in tempo reale con gli strumenti hardware"

Attualmente il mercato discografico è in crisi, forse per colpa dei famigerati files mp3 che invadono la rete web. Come la pensi in merito a ciò ??
"Non credo che i problemi del business discografico siano causati solo dai downloads illegali tramite internet. La causa, secondo il mio modesto parere, è da ricercare nell’incompetenza di molte grosse etichette che da tempo non propongono più buona musica. Le vendite sono crollate perchè si produce troppa musica per fare soldi, privandola di quell’anima che invece dovrebbe contraddistinguerla. Inoltre i ragazzi sono attirati da altre cose come i videogiochi e i telefonini ultra-tecnologici che, man mano, stanno prendendo il posto dei vinili e dei cd’s. Le etichette indipendenti non hanno problemi causati dai downloaders visto che generalmente i dj’s (quelli veri!!) preferiscono acquistare il disco anzichè scaricarlo dalla rete. I file mp3 potrebbero essere molto utili se si volesse ascoltare un assaggio di un determinato artista prima di acquistare l’album intero. Anni addietro lo si faceva con le cassette registrate dalla radio: se il pezzo ti piaceva lo andavi a comprare. Personalmente non mi piacerebbe per nulla avere una serie di file mp3 nel mio hard-disk: a me piacciono le copertine, i dischi vinilici … e per questo motivo ho sempre acquistato la musica in negozio"

Grazie 1000 per la tua disponibilità Ruud. Lascia un messaggio agli amici di Technodisco.
"Grazie a te Giosuè per avermi intervistato !! Spero di poterti incontrare presto in Italia, magari in occasione di un mio live-show. Sarebbe una buona occasione per scambiare due chiacchiere ed ascoltare (e suonare) buona musica. Rude 66"

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