INTERVISTA A MASKIO (from Mantra Rec.) di Spy – 07/06/2K5

TD intervista il producer Maskio, fiore all’occhiello della label Mantra, gruppo Expanded Music…Maskio inaugura nel 2002 con l’uscita di “Wake up suckers” l’ala acid-house di Mantra records, Mantra Smiles…da qui sono poi seguite un buon numero di produzioni tra le quali “Analog Pressure", tutt’ora un disco cult per i club, fino alla recentissima “Wait / Magic”. Maskio è un personaggio misterioso non ama parlare di sé e preferisce far parlare le sue (ottime) produzioni, l’eccezione che conferma la regola è questa intervista in esclusiva per TD…

Ciao Maskio e benvenuto sulle pagine di TD!…Nel 2002 sei stato il primo a stampare su Mantra Smiles, il lato "acid house" della label del gruppo Expanded Music…Com’ è nata la tua collaborazione con l’etichetta di Bentivoglio?

Ciao ragazzi,
era già da un pò che seguivo le uscite delle etichette del gruppo Expanded Music (Mantra vibes) e ho iniziato a mandare le mie cose. Poi un bel giorno mi sono incontrato con l’A&R Marco Gallerani e non sò perché ma quando lui mi ha visto è rimasto un pò colpito ..ehhehehe…forse dalla mia età? o dai miei baffi? Chi lo sà? E comunque dopo quell’incontro qualcosa è cambiato. Mi parlò del suo progetto Mantra smiles e che ci sarebbe stata la possibilità di stampare la mia acid e così abbiamo iniziato a fare uscire dischi.

Sei un personaggio alquanto misterioso, non si sa granché su di te, di come nasce la tua passione e quali sono le tue origini…Ci puoi dare qualche info o preferisci restare celato dietro lo "Smile" che ti rappresenta?

La mia storia è abbastanza lunga ma brevemente vi dico che sono un signorino di 47 anni che ha sempre vissuto nei e per i clubs. Un bel giorno dell’ ‘89 decisi di trasferirmi ad IBIZA dove mi buttai in una full immersion di musica che è durata fino al ’97, poi 3 anni di Berlino e ora mi muovo un pò sempre e solo dove c’e’ da vivere un certo tipo di sound. Certo non vedrete mai la mia faccia o il mio fisico, amo lavorare e vivere nell’ombra, però vi dico che lo smile che mi rappresenta sulle copertine dei dischi mi assomiglia tantissimo!

Sei da poco uscito con una nuova produzione "Wait (I Know what you need)" / "Magic" subito dopo il grande successo di "Analog Pressare/One Ticket for Chicago" e il remix di Kiki & Silversurfer – "Shake Off"…ma tu in studio preferisci essere "analog" o software dipendente?

ANALOG, sempre e solo analog. La traccia "analog pressure" è stata fatta proprio per ribadire che la pressione delle casse e dei sub in un club data da un suono analogico è più calda, potente ed eccitante. “Wait” (I Know what you need) è nata dal rispolvero di un vecchio moog che ho risistemato, “One ticket 2 Chicago” è caratterizzata da un Honer con 7 tasti fuori uso, Magic ha un ARP e il moog che sudano e il remix di Kiki &Silversurfer – "Shake Off” ha 303, simmons drum, juno60 che mi hanno convinto parecchio…insomma FOREVER ANALOG!!!!!!!

Cita le tue 3 labels, italiane o estere, preferite…

Mantra Smile ,sicuramente la più coraggiosa e la meno scontata nel panorama acid del XX secolo,la Plus8 mi ha dato tanto e sarà sempre nel mio cuore ed infine la Peace Frog, sia a casa e sia sul dancefloor mi convince.

Come vedi questo ritorno alle sonorità acid?…molti sono andati a rispolverare le vecchie Groovebox i cui suoni si sentono un po’ in tutti dischi…ritorno alle origini , moda del momento o è la classica "ruota che gira"?

Personalmente l’acid non mi ha mai abbandonato e penso che non abbia mai abbandonato nessuno, sottoforma di altri generi c’e’ sempre stata, anche l’uso sfrenato delle macchine vintage a mio avviso non è mai cessato ma anzi c’è sempre stata una grossa ricerca di macchine, basti pensare che la roland 909 o 808 e chiaramente la 303 a livello di quotozaione di mercato non hanno mai avuto un crollo e sono sempre stati gli "aggeggi" più ricercati. Non vorrei sembrare totalmente nemico della tecnologia attuale, dei computer o dei plugins e software synth ma io la vedo come: Pappardelle al sugo di lepre del tipo scongela e cuoci in 5 minuti e invece quelle fatte ai castelli romani dove dietro ci sono una ricerca di ingredienti naturali, un lavoro di mani sapienti…Tutte e due riempiono lo stomaco ma il gusto non è e non sarà mai lo stesso. Poi magari i giovani d’oggi si abitueranno pure a quelle congelate ma li vorrei portare a mangiare quelle fresche e poi vediamo che succede!

Sto notando in questi ultimi tempi che la parola "artista" si è parecchio inflazionata…Secondo te oggi chi si può definire realmente tale?

Ehh questa e’ tosta! Ognuno può essere per se stesso un grande artista e questa e’ la cosa più bella , poi se una cerchia di critici e un pacco di gente ti osannano ad artista ben venga ma sicuramente non succede per caso. E’ il frutto di un duro e continuo lavoro ed è un evento che ha toccato pochissime persone.

Chiudo l’intervista chiedendoti se hai ancora qualche sogno nel cassetto e qual è il Paese o il luogo che ami di più…

Il mio sogno è quello di far conoscere a tutti il vero sapore delle pappardelle alla lepre (hehe) ed il luogo che amo di più e’ il mio bellissimo studio…

SPY.

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