INTERVISTA A PAUL EDGE di Giosuè Impellizzeri 26/07/2005

Conosciuto anche con lo pseudonimo Twister, Paul Edge è uno dei dj americani che ormai da tempo opera nel frangente della techno. Amante di tutta la musica in generale, Paul è stato protagonista di importanti eventi a livello mondiale che lo hanno visto al fianco di personaggi del calibro di Luke Slater, Laurent Garnier, The Advent, Billy Nasty, Andrew Weatherall, Gayle San, Colin Dale, Derrick May, Robert Armani e l’indimenticato Frankie Bones. Iniziatore, nell’ormai lontano 1994, del movimento trance in Canada, Edge è autore di una serie lunghissima di releases (iniziata nel 1995) apparse su etichette autorevoli quali Global Unification, Response Audio, Grown Up e la mitica Nitric. Il 2004 è stato importante per il dj americano vista la nascita della sua personale label, la Rad 23, sulla quale sono già usciti due singoli adorati dai dj’s techno di tutti i continenti.

Ciao Paul !! Iniziamo la nostra chiacchierata parlando un pò dei tuoi esordi e del tuo avvicinamento alla dance elettronica.
"Ciao Giosuè !! Sono molto contento di parlare con te e con gli amici che mi seguono dall’Italia. Le mie primissime esperienze all’interno della scena musicale risalgono al 1989, periodo in cui stava affiorando la prima acid-house e la techno di Detroit e di Chicago. Fu proprio in quel periodo che iniziai ad ascoltare la musica che veniva proposta da dj’s come Eddie Richards, Derrick May, Colin Faver ed altri. Nei miei esordi però c’era anche un pizzico di Italia: ricordo infatti, con molto piacere, una hit dei Black Box (probabilmente "Ride On Time" ndr) che sancì la vera esplosisione mondiale della dance music"

Come definiresti il tuo stile ??
"Non mi piace essere essere ‘catalogato’ un dj techno come spesso si fa con Adam Beyer o Gaetano Parisio. La mia musica nasce dalla fusione di più stili differenti tra loro e quindi, tra una release minimale della Drumcode ed un pezzo di techno teutonica, potrei passare qualcosa di acid o, perchè no, di nu-trance. Secondo me l’attività del djing è saper trascinare la gente che balla in una sorta di viaggio col quale ci si abbandona lasciando da parte i problemi quotidiani. Io riesco a trovare la giusta formula per fare ciò amalgamando diversi stili … è questa è la spinta che ogni giorno mi fa sentire un vero dj"

Nell’ultima decade l’electronic-dance ha mutato aspetto molte volte e così dalla trance si è passati alla techno per poi giungere all’electro. Hai idea di quali potranno essere i nuovi trends musicali ??
"Personalmente credo che in ogni genere musicale ci sia del buono e del meno. La musica bella rimane bella a prescindere dallo stile che segue. Oggi si sente parlare di ‘nuovi generi’ che in realtà derivano sempre da cose datate che magari la massa ha dimenticato o che non conosce nemmeno. Ad esempio, da qualche tempo a questa parte, mi piace inserire nei miei sets vecchi dischi della Platipus oppure i primi pezzi di Jam And Spoon o degli Hardfloor che risultano davvero differenti da quelli che si ascoltano solitamente oggi. La gente crede che si tratta di pezzi nuovi, magari inediti non ancora pubblicati … la prova sta nel fatto che i miei sets (trovate un mio live fatto a Phoenix su www.djpauledge.com/liveinphoenixvol2.MP3) riescono a toccare punte esorbitanti come oltre un milione e mezzo di downloads !! Credo che il buon responso del pubblico derivi proprio dal fatto di mixare stili differenti che non rendono mai il tutto troppo monotono e ripetitivo. Seguo lo stesso procedimento per le mie produzioni spostandomi dalla trance alla techno più dura. E non sono il solo visto che anche John Selway, uno dei miei artisti preferiti, come me ama non ritagliarsi un posto ben delineato nella scena elettronica"

La tua label si chiama Rad 23: come mai hai deciso di metterti in proprio ??
"Rad 23 è una nuova label nata per promuovere i miei prodotti (e quelli di altri artisti) senza essere limitata o relegata a determinati generi musicali. Per questo non è una ‘genre label’ bensì una ‘music label’. Con il #002, "The Truth Will Out E.p." ho voluto mettere in evidenza un argomento scottante, quello della protesta contro la guerra in Iraq. Credo che la dance sia un modo per poter mettere d’accordo la gente di Paesi differenti … "

"The Truth Will Out E.p." è il seguito di un eccezionale #001, "Metamorphosis Of Narcotics" che, non a caso, includeva anche uno special remix ad opera di John Selway. Parlacene.
"Innanzitutto grazie mille per le tue gentili parole. "Metamorphosis Of Narcotics", firmato con lo pseudonimo Twister, è stato il disco che ha aperto il catalogo della Rad 23. Si tratta di un rifacimento di una vecchia creazione, risalente a circa 8 anni addietro. Erano sempre numerose le richieste di un rework e così, dopo un momento di incertezza, ho deciso di affidare il pezzo al mio producer preferito, John Selway, che l’ha reso ancora più esplosivo dell’originale. Ascoltandolo attentamente potreste imbattervi anche in uno storico sample firmato da Samuel L. Jackson che mi rammenta le mie primissime esperienze musicali. Questo è l’ennesimo esperimento di ‘fusione’ di generi !!"

E invece il più recente "The Truth Will Out E.p" come è nato ??
"Fondamentalmente è un disco anti-guerra. Mi oppongo fortemente al conflitto in Iraq e, naturalmente, ad ogni altro tipo di guerra nel mondo. Generalmente i dj’s non amano avventurarsi in questo genere di argomenti ma a me premeva molto farlo. "Nightdevil" è un vero inno alla non-violenza. Trovo ridicolo il fatto che Bush si possa identificare nell”uomo di Dio’ visto che la gente che lui stesso manda in Iraq muore ogni giorno tra atroci violenze che Dio non approverebbe mai e poi mai. Dio non uccide le persone, non ama la violenza, non ammette i furti … ci vuole un pò di coerenza in questo mondo"

Da questo discorso sicuramente più serioso torniamo a parlare di musica: hai già delle new-releases pronte per uscire su Rad 23 ??
"Dopo l’uscita del #003 e #004 caratterizzati da remixes realizzati da Wappi e dal grande Dave Clarke (uno dei dj’s che ha sempre supportato le mie releases) è in arrivo il nuovo Twister, un e.p. proveniente dall’America, uno dalla Germania e, naturalmente, il nuovo Paul Edge molto techno-oriented. Prevedo di lanciare, a breve, anche un’altra label, la Break The Beat, con la quale proporrò, come è prevedibile dal nome, musica breakbeat"

Hai suonato in moltissime nazioni come Inghilterra, Canada, U.S.A., Belgio, Spagna, Irlanda, Germania, Olanda, Austria, Slovenia, Svezia, Russia … ma dove hai trovato la miglior situazione ??
"Onestamente mi sono trovato sempre benissimo. Per questo motivo mi considero molto fortunato visto che la gente ha sempre dimostrato di amare il mio gusto musicale e la mia tecnica. Quando la gente urla mi sento speciale, appagato per tutti i sacrifici che ho fatto in questi anni. Sfortunatamente non ho mai suonato in Italia"

Se potessi incidere un disco con un altro artista chi sceglieresti e perchè ??
"Argh, con questa domanda mi metti davvero in difficoltà :o) Ci sono tre artisti coi quali mi piacerebbe collaborare in studio: Andrew Weatherall (perchè lo ritengo una pietra miliare della techno), Laurent Garnier (quello che mi ha influenzato maggiormente in questi anni nell’attività da dj) e Mauro Picotto che al momento considero uno dei migliori dj’s al mondo. Forse c’è anche un quarto, Phuture, il leggendario producer di Chicago specializzato in acid-house"

Ti piace la scena techno europea ??
"Sono diversi anni che non suono in Europa visto che quasi tutti i miei tour si svolgono in America, dove vivo. Comunque l’Europa detiene un numero impressionante di artisti che hanno contribuito principalmente alla creazione della techno music. Spero di tornarci al più presto"

Conosci qualcosa della scena italiana ??
"Anche l’Italia ha giocato (e continua a giocare) un ruolo fondamentale nella techno. Qualche nome ?? Marco Carola, Gaetano Parisio e il già citato Mauro Picotto, tutti ottimi dj’s nonchè validissimi produttori"

In studio preferisci adoperare tecnologia hardware o software ??
"Sono un appassionato di software ed infatti il mio studio ruota attorno a piattaforme virtuali della Native Instruments. I moderni software forniscono infinite possibilità a partire dalla velocità d’esecuzione e di registrazione evitando connessioni midi ed ingobranti cavi. Trovo che la Native Instruments sia in grado di emulare, in modo quasi perfetto, la carica dei vecchi suoni analogici"

Siamo alla fine: lascia un messaggio agli amici di Technodisco.
"Spero di poter venire presto in Italia, il Paese dove si gioca a calcio come in nessun’altra parte del mondo. Amo il calcio e la reputo una sorta di arte. Naturalmente vi invito anche ad ascoltare i miei lavori e i miei sets attraverso il mio sito, rimesso a nuovo di recente, www.djpauledge.com. Peace !! Paul Edge"

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