INTERVISTA A DANILO VIGORITO di Giosuè Impellizzeri – 25-07-2005

Nasce a Napoli nel 1974 e agli inizi degli anni ’90, con la collaborazione di alcuni amici, inizia ad organizzare i party che avevano come scopo principale la diffusione dell’allora emergente techno music. E’ Danilo Vigorito, ormai una delle colonne portanti della techno italiana partorita in quel di Napoli, rivelatasi nel corso di questi ultimi anni la più seguita ed ammirata dal mondo intero. Prova inconfutabile di ciò sono le innumerevoli uscite discografiche che Danilo ha realizzato in pochi (ma intensissimi) anni di carriera da produttore… La sequela, iniziata nel dicembre del 1999 col “Sync Mode E.p.” su Informale, ha trovato il modo di arricchirsi attraverso molteplici apparizioni su etichette del calibro di Zenit, Southsoul, Genetic, Relentless, Speaker Attack, Conform, Isoghi, Primate, Phont e Bush seguite poi da un’impressionante attività di remixer. Fondatore di labels come Orion Muzik, Frozen e della giovanissima Intelligence, Danilo Vigorito approda per la prima volta sulle pagine di Technodisco.

Ciao Danilo e benvenuto su Technodisco. Iniziamo parlando dei tuoi esordi nel campo musicale: quando e con chi hai scoperto la techno e l’electronic music ??
“È cominciato tutto all’inizio degli anni ’90: prima di quel momento sognavo di fare il musicista e studiavo chitarra classica. Ascoltavo un pò di tutto ma principalmente i gruppi pop degli anni ’80: Depeche Mode, Bronski Beat, Pet Shop Boys e quello che in quegli anni passava Deejay Television. La vera ispirazione è arrivata quando mio fratello maggiore mi fece ascoltare i primi veri dischi elettronici come “The Bass Foundation” e quelli italiani della Art Beat. Di lì a breve iniziai a seguire artisti come Mark Kinchen, Steve ‘Silk’ Hurley, Kevin Saunderson, Chez Damier, Derrick May … ne potrei elencare molti altri ma non mi sembra il caso perchè credo abbiate già capito di cosa sto parlando”

Hai anticipato di poco la seconda domanda: quali sono gli artisti che hai preso come parametri di riferimento per divenire un produttore discografico ??
“Beh, quando sei piccolo ti costruisci dei miti che diventano veri e propri punti di riferimento. Penso che a me sia successo quello che hanno vissuto tutti gli altri produttori ovvero immedesimarmi in uno dei grandi artisti cercando poi di ispirarmi alla sua esperienza. In questo senso i nomi importanti sono stati proprio i produttori che ho appena citato”

Come molti tuoi concittadini (Carola, Parisio, Squillace, Markantonio e Cerrone) hai deciso di fondare una tua personale etichetta per poter pubblicare la tua musica. A cosa si deve questa scelta ?? Forse per essere completamente libero di gestire i propri progetti bypassando i giudizi e i criteri degli A&R ??
“Questo fattore che tu hai identificato ha certamente la sua importanza ma al di la di ciò c’è soprattutto un’altra ragione che mi ha portato a fondare le mie etichette che è molto meno pratica. Mi riferisco alla necessità di tracciare il mio profilo musicale ed esprimere a fondo la mia creatività. Non a caso non ho fondato una sola etichetta ma diverse che nel corso degli anni si sono ispirate ad un particolare momento creativo della mia carriera”

Ritieni che al giorno d’oggi fondare un’etichetta discografica rappresenti ancora un passo giusto nella carriera di un dj-producer ?? Sono in molti a sostenere il fatto che continuando di questo passo i dischi si dovranno regalare solo per fare promozione…
“E’ certamente un passo giusto qualora il dj-producer abbia dei contenuti interessanti da esprimere. In caso contrario la sua etichetta rimarrà solo fine a sè stessa e quindi unicamente un mezzo promozionale”

La tua discografia è impressionante: te la senti di ‘eleggere’ il disco che ti ha portato più fortuna ??
“Nella mia discografia ci sono molti momenti importanti ma, tra tutti, quello che per me è stato fondamentale resta il primo, “Sync Mode E.p.”, perché con quello ho capito che le mie ambizioni erano concretizzabili. Quel progetto mi ha dato il coraggio di andare avanti visto che sino a quel momento era stata dura ed avevo avuto solo rifiuti. Grazie Random Noize !!”

Qualche settimana fa ho seguito (con vivo interesse) una tua video-intervista su Viva Polska, la nota music-tv polacca. L’apparizione, ancora una volta, avviene su un media estero e non su uno italiano. A cosa credi sia dovuto questo evidente disinteresse del pubblico italiano nei confronti della techno music ??
“Ti vorrei correggere su questa cosa perché non credo che il pubblico italiano sia del tutto indifferente alla musica techno. Fondamentalmente sono i mezzi di comunicazione ad essere disinteressati a questo genere (vedi MTV che ha la stessa programmazione di 10 anni fa per non parlare di Rai e Mediaset …). La techno viene proposta in alcuni locali come è successo in città come Firenze, Roma, Milano, Torino e prima di tutte Napoli ove la gente accorre numerosa (non sono infrequenti i sold-out agli eventi). Ciò significa che il pubblico resta interessato alla musica techno al contrario dei media (la radio in particolare). In Paesi come Polonia ma anche Austria, Germania etc. questi veicoli informativi propongono rubriche techno ed elettroniche alla stessa stregua di altri generi musicali lasciando alla gente la libertà di informarsi e di scegliere nell’intero panorama musicale”

Assieme ai già citati Carola, Parisio, Cerrone etc. tieni ben alta la bandiera della techno italiana nel mondo. Dove hai trovato i più appaganti feedbacks al tuo sound ??
“All’inizio dei miei tours in giro per il mondo non sapevo dire dove ricevessi maggiore successo ma col tempo ho riconosciuto forti consensi in diversi Paesi come in Spagna, Austria, Ungheria ed in particolare in tutta l’Europa dell’Est dove ho avuto enormi soddisfazioni. Inoltre ricordo bene l’entusiasmo dei party in Sud America: in Colombia ho suonato davanti a 5000 persone e continuo tuttora ad essere molto richiesto come del resto in tutti gli U.S.A. ed in particolare a New York dove ormai non si contano più le mie apparizioni in veste da dj”

Cosa pensi dell’attuale scena musicale italiana ?? Chi sono (se ci sono) gli artisti che ti piacciono maggiormente ??
“Ormai si sa che la piccola scena italiana riecheggia in tutto il mondo ed è anche molto affermata. Per quanto riguarda gli artisti, io resto molto coinvolto affettivamente a quelle che sono state le atmosfere vissute nel corso della carriera e in questo senso devo ricordare artisti, nonché amici, come Gaetano Parisio, Marco Carola e soprattutto Rino Cerrone che all’inizio di questa impresa mi ha dato molto coraggio facendomi ascoltare i suoi pezzi, portandomi in studio e dandomi consigli: per me è stata una vera guida”

Cosa manca all’Italia dei clubs per allinearsi a Paesi come la Germania e Belgio ?? Forse la cultura musicale ??
“Come ti dicevo già prima, il problema dell’Italia rimane la comunicazione e i veicoli informativi. Comunque quei pochi locali che funzionano (vedi il Goa a Roma, il Matrix a Brescia e la Fortezza a Firenze) hanno programmazioni che non hanno nulla da invidiare all’estero anche se non parliamo di un fenomeno storico come può essere la Germania o il Belgio. Meglio tardi che mai !! ;o)”

Risale a pochi mesi addietro la nascita della tua nuova label, l’Intelligence, che prende un pò le distanze dal tuo classico stile andando a recuperare elementi dell’elettronica più sintetica e plastica. Da dove nasce questo nuovo progetto ?? Come si evolverà ??
“Seguendo la mia storia si potrà appurare che Intelligence non rappresenta una rottura ma il risultato ovvio di un percorso: quando ho fondato la Frozen ero molto attratto dalle sonorità dub e col progetto Dirty Dozen ho inevitabilmente espresso una grande grinta (considerato il particolare momento di vita) e Orion si inserisce in quel trend. Oggi, dopo 6 anni, sento l’esigenza di fare del nuovo ed Intelligence me lo consente: trascorro molto tempo in studio e mi ispiro alle origini della musica elettronica lavorando con suoni scarni e ritmiche più essenziali che fanno venire fuori una produzione decisamente più elaborata. Per quanto riguarda il futuro, Intelligence continuerà a seguire un percorso musicale ampio e di conseguenza ci si può aspettare molto da questa produzione”

Quale sarà la prossima evoluzione della techno music ??
“Come si può notare, molti produttori di musica techno oggi sono contaminati dagli anni ’80 producendo uno stile più hard-funky. Credo che ci sarà un ritorno all’house-chill ma potrebbe succedere di tutto e questo dipende anche da noi stessi”

Quali sono i tuoi imminenti progetti per l’estate ??
“Come al solito continuerò a fare serate nei weekend anche se quest’anno, dopo il tour negli U.S.A. di luglio, cercherò di dedicare quanto più tempo possibile alla produzione in studio. Intelligence sta assorbendo molto del mio tempo ed intendo uscire con un album prima della fine dell’anno. Per quanto riguarda i remix, ne ho appena finito uno per Paolo Kighine che è stato molto interessante: mi sono divertito molto a lavorare con campioni di musica orchestrale ma per il momento non prenderò in considerazione altri lavori”

Quando sei in studio preferisci adoperare la tecnologia hardware o i più moderni software ?? Perchè ??
“Entrambi: credo la combinazione vincente sia proprio saper sfruttare il meglio da tutti e due: bisogna trovare un giusto compresso tra hardware e software perché trovata la formula giusta puoi fare cose impressionanti”

Sono in molti a parlare delle net-labels, forse le etichette del futuro. Credi che queste possano funzionare ??
“Credo che possano avere un buon valore promozionale ma da un punto di vista puramente musicale potrebbero anche favorire l’impoverimento della scena musicale in quanto sono l’ennesima facilitazione al proliferare di ‘canzonette’ ed artisti improvvisati”

Siamo al termine: lascia un messaggio agli amici italiani che seguono la tua musica.
“Per loro un ringraziamento ed un invito: continuate a seguire la scena e a dare il vostro supporto ai movimenti musicali validi. Il vostro contributo è importantissimo per gli artisti che, come me, ci hanno sempre creduto !! Venitemi a trovare su www.danilovigorito.com e su www.danilovigorito.com/delhi, il ‘tentacolo’ del management”

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