INTERVISTA A THE MAGICAKE di Giosuè Impellizzeri 19/10/2005

Tra i pochi progetti italiani tenuti in considerazione all’estero The Magicake è uno di quelli che al momento sta destando più scalpore grazie ad un e.p. pubblicato dalla nota MoFa Schallplatten appartenente al gruppo Neuton di Francoforte. Il trio veneto, con l’ironico "I Was Dancing With Boy George", impreziosito da due remix realizzati rispettivamente da Adriano Canzian e Christopher Just, è riuscito a conquistare i favori del pubblico tedesco e di quello spagnolo che, nelle ultime settimane, riesce a gustarsi anche il relativo videoclip. La traccia, che presenzierà nel quarto volume della raccolta "Electric Pop" assieme a pezzi di Daft Punk, Munk, Electronicat, Namosh, Chikinki, Dirty Princess, Alden Tyrell, Martin Peter, Mujik e molti altri ancora, muove i suoi passi su un costrutto meccanico che affonda le radici nella gloriosa acid-house e nella techno dei primi anni ’90.

Ciao ragazzi e benvenuti su Technodisco. Iniziamo parlando del progetto The Magicake: chi siete e perchè avete deciso di unire le forze per entrare nel mondo della musica ??
Lulu: "Ci siamo conosciuti una notte d’autunno del 2002, nella toilette di un locale gay dove lavoravo come vocalist. Joe e Jack facevano i dj’s e proprio in quel bagno scoprimmo di avere una forte comune passione per la musica elettronica. Il fatto curioso della nostra storia è che il primissimo pezzo che abbiamo realizzato insieme (in soli due giorni !!) intitolato "Red Lipstick" e firmato come Vanity Kills, fu immediatamente pubblicato e distribuito in tutto il mondo. Questo ci spronò ad andare avanti nonostante spiacevoli episodi con l’etichetta alla quale abbiamo lasciato il nostro vecchio nome come souvenir. Decidemmo quindi di vestire i panni di The Magicake per essere nuovamente liberi di andare avanti"

A cosa si deve lo pseudonimo The Magicake ??
Lulu: "Il dolcetto magico: qualcosa di ambiguo, di innocente ma nello stesso tempo allucinogeno. Ricorda un pò Alice nel Paese delle Meraviglie e credo si adatti bene alla nostra musica che sotto un ‘involucro’ glitterato ed un pò naif nasconda sfumature acide"

Quali erano gli artisti che ascoltavate con maggior piacere durante la vostra adolescenza ?? Sono gli stessi ai quali vi ispirate per le vostre attuali produzioni ??
Jack: "Dai cinque/otto anni sino all’adolescenza ho letteralmente divorato pop-music. Nel periodo in cui vivevo a Londra ho scoperto la scena rave ed elettronica che, a metà degli anni ’90, viveva un momento d’oro. La monotonia strutturale ed incessante di quella musica però mi stancò velocemente e trovai una nuova dimensione d’ascolto con elettronica più sperimentale ed intimista: post-rave music di Mille Plateaux, Force-Inc, Raster-Norton per farti qualche nome. Poi l’electro col grande ritorno prepotente della melodia, della struttura pop e della voce"
Joe: "Sono l’ultimo di quattro fratelli e fin da piccolo sono stato completamente travolto dalla musica. Al mare, quando avevo cinque anni, scappavo lontano da mia madre per mettermi davanti al juke-box al bar della spiaggia ed ascoltare il funky di Joe Tex. Mio fratello lavorava in una radio pirata e portava a casa un sacco di vinili. Son cresciuto con la disco degli Abba, di Diana Ross e Van McCoy per poi essere catturato dalla psichedelia dei Pink Floyd e primi Genesis. Ho passato la prima adolescenza ad ascoltare ed amare gruppi dark tipo Cure, Joy Division, Bauhaus, Virgin Prunes e Fad Gadget; nei primi anni ’90 sono entrato a far parte di svariate bands metal e quindi i miei gusti sono andati verso Pantera, Metallica, Anthrax e Slayer per poi dirigersi verso l’industrial tipo Rammstein, Nine Inch Nails e Marylin Manson. Da qui mi sono avvicinato all’elettronica di Atari Teenage Riot, Mirwais, Matthew Herbert, Mouse On Mars e tantissimi altri. Attualmente mi piacciono molto i Zeigenbock Kopf, Crossover, T.Raumschmiere e Colder"
Lulu: "Sono da sempre molto legata al pop degli anni ’80. Adoro i primi dischi di Madonna, Cindy Lauper, Nina Hagen e Grace Jones. Durante l’adolescenza impazzivo per le Hole e naturalmente per i Nirvana. Poi Smashing Pumpkings, The Cure, Radiohead, Moloko, Portishead, Massive Attack, Tricky, Lamb. Mi venne una vera passione per Bjork (all’epoca in cui uscivano i suoi primi dischi da solista). Oggi continuo ad ascoltare vecchi dischi ai quali sono affezionata anche se ormai fuori moda come "Live Trought This" delle Hole. Naturalmente ascolto (ma soprattutto ballo) l’electro con una predilizione per Peaches, Fischerspooner, Felix Da Housecat ed Adult. Apprezzo molto anche Yuppie Flu, The White Stripes, The Strokes, Franz Ferdinand, The Rapture e "Ruby Blue" di Roisin Murphy, un vero capolavoro. Per quanto riguarda i testi e le linee di voce non m’ispiro a qualcuno in particolare ma faccio leva sulle mie esperienze personali"

Il vostro singolo è "I Was Dancing With Boy George". Parlatecene nel dettaglio magari spiegando anche il motivo del simpatico titolo.
Lulu: "I Was Dancing With Boy George" nasce in modo un pò strano, cosa che non caratterizza assolutamente le nostre produzioni. Eppure proprio questo è diventato il nostro primo singolo. Un giorno, mentre ci stavamo trastullando in studio, un nostro amico portò una bottiglia di whiskey. Odio il whiskey preferendo alcolici più dolci ma era pieno inverno, faceva freddo, avevo poca voce e soprattutto poca voglia di mettermi ad elaborare un testo. Così bastò solo un prezioso consiglio di Joe a convincermi: ‘guarda che il whiskey ti fa venire una voce stupenda’ e fu così che mi ubriacai. Jack, vedendomi particolarmente ‘ispirata’, mise in loop una base ritmica. Iniziai a raccontargli al microfono, in inglese, di quando vivevo a Londra, nel ’99, e di quando il lunedì sera andavo all’Heaven, divertendomi nel vestirmi come una pazza. In quel club c’era sempre Boy George ed una volta ballai con lui (credo)"
Joe: "In seguito abbiamo preso le parole di Lulu, le abbiamo tagliate, smembrate, sintetizzate e riassemblate su una base ritmica estremamente percussiva e un riff acid old-school ossessivo. C’è stato un lungo e minuzioso lavoro per usare la voce in modo che diventasse parte ritmica su di un riff incalzante di synth-acid"

Il disco racchiude due remix ad opera dell’italiano Adriano Canzian e dell’austriaco Christopher Just: come mai avete optato per questi due nomi ??
Lulu: "Abbiamo conosciuto Adriano al Rocket di Milano in occasione di un live e siamo rimasti reciprocamente colpiti. Inoltre siamo tutti veneti, eh eh eh."
Joe: "Grazie a Wawashi Deejay e Bebe La Metresse (i creatori di PopUp al Cassero di Bologna, una delle serate più belle nel panorama italiano), siamo entrati in contatto con Christopher. Hanno insistito tanto che remixasse il nostro primo singolo e così è stato"

"I Was Dancing With Boy George E.p" è stato pubblicato sulla tedesca MoFa Schallplatten, una delle labels della Neuton di Francoforte. Come mai avete preferito affidarvi ad una struttura estera anzichè cercare ‘fortuna’ in Italia ??
Joe: "In Italia l’electro è un genere ancora troppo poco conosciuto ma noi lo proponiamo già da un pò di anni attraverso i nostri live e dj-sets. In Germania, al contrario, è un genere quasi pop !!"
Jack: "Mofa ha (fortunatamente) apprezzato la nostra musica e il nostro progetto e così ci ha proposto di far parte della loro scuderia"

Cosa manca all’Italia per potersi allineare alla situazione musicale di altri Paesi come la Germania ?? Forse proprio la cultura nel campo della musica ??
Lulu: "La birra al mattino !! Scherzo naturalmente. Penso si tratti proprio delle culture molto diverse insite nei due Paesi. Mia madre, da giovane, ascoltava Lucio Battisti. La madre di un mio coetaneo tedesco probabilmente ascoltava i Kraftwerk. Credo che ciò influisca molto sul bagaglio culturale di una persona. Quello che un ragazzo tedesco è abituato a sentire fin da piccolo può risultare strano per un italiano abituato a melodie e suoni più dolci. E’ risaputo che i suoni freddi e diretti sono sempre stati apprezzati di più in Germania. Pare che in Italia la gente fatichi a staccarsi dalle proprie tradizioni"
Joe: "Ricordiamo anche che noi abbiamo il tormentone di Sanremo !!"
Jack: "In più, dalle nostre parti, la club music e la musica elettronica in senso più esteso, sono sempre state considerate di serie b pur avendo prodotto l’italo-disco che a distanza di vent’anni influenza ancora tantissime produzioni"

C’è qualche dj, producer o label italiana che reputate particolarmente valida ?? Perchè ??
Joe: "Personalmente mi piace molto Adriano Canzian. E’ un tipo ‘con le palle’ e che non ha paura di essere sè stesso. Hell lo ha capito e ha deciso subito di credere in lui. Musicalmente ascolto volentieri i Planet Funk: sono dei bravi arrangiatori e la loro musica è davvero bella ma preferivo la voce di Dan Black perchè, a mio avviso, riusciva a dare qualcosa in più. Per il resto la maggior parte dei producers italiani fanno house che è un genere con non amo particolarmente"
Jack: "La scena romana è molto interessante. Passarani non mi piace ma Francisco, Raiders Of The Lost ARP, Jolly Music, i ragazzi di Radiodd.com (tipo Rodion e Pigneto Quartet) e Donato Dozzy (pura ipnosi !!) sono veramente bravi. Anche se spesso cantate in italiano mi piacciono molto le produzioni della Riotmaker (Scuola Furano, Fare Soldi) e di certo gli amici Franz & Shape, Adriano Canzian, Motel Connection e Damian & The Puzzy France"

Guardando l’Europa invece chi sono i nomi sui quali a vostro avviso bisognerebbe prestare attenzione ??
Jack: "Beh, ci sono così tante cose in giro che non è semplice. Ci piace molto l’Areal come etichetta: Basteroid, Metope e su tutti Ada che ha prodotto un album fantastico. Anche le uscite Kompakt nelle inclinazioni più pop rappresentano senza dubbio un’interessante evoluzione dell’elettronica: Superpitcher, Justus Köhncke, Dj Koze e Baxendale (una sorta di Scissor Sisters made in Colonia … pur essendo inglesi). Mi è piaciuto molto l’ultimo album di Isolée e i vari remix di James Holden di cose più electro-funk come Chromeo, Cut Copy, Manhead e WhoMadeWho. Fulmine a ciel sereno gli Architecture In Helsinki che fanno un indie-pop-rock semplice e disarmante"

Parliamo di new-releases: il secondo singolo è già pronto e si parla anche di una collaborazione con un altro duo italiano.
Joe: "Oltre ad un nuovo remix di Adriano Canzian, "Fried Chips" (il nostro secondo singolo) si avvarrà anche di una versione dei Motel Connection. Il disco uscirà a dicembre ancora su MoFa Schallplatten. "Fried Chips" verrà inserita nella nuova compilation del dj di New York Larry Tee. Prima di tutto ciò però troverete "I Was Dancing With Boy George" anche nella "Electric Pop" vol. 4 assieme ai pezzi di Daft Punk, Royksopp, Christopher Just e molti altri"
Jack: "Stiamo collaborando con Franz & Shape (che incidono per la Relish di Manhead/Headman) per un pezzo che non sappiamo ancora se uscirà in un 12" o se farà parte del loro album di debutto nel quale figureranno anche altre collaborazioni con personaggi del calibro di David Carretta, Mount Sims, Chelonis R. Jones e GD Luxxe"

Avete mai pensato di realizzare un album ?? In caso affermativo, come lo organizzereste nella sua veste sonora ??
Lulu: "Certo !! In quanto band, creare un album è sempre stato tra i nostri obiettivi primari. Abbiamo da sempre focalizzato le nostre energie nella realizzazione di un progetto univoco prestando meno attenzione nel realizzare pezzi che potessero essere semplicemente dei singoli. Creiamo, da sempre e spontaneamente, seguendo solo le nostre ispirazioni. Questo ci ha permesso, quando è arrivato il momento di realizzare un album, di poter eseguire una scrematura finale e poterlo rendere compatto nel nostro stile"
Joe: "Uscirà agli inizi del 2006 e si chiamerà "Botoxxx" Essendo tre persone con gusti e background musicali diversi non poteva che uscire un album estremamente eterogeneo. Dentro troverete di tutto: dal rock all’electro, dal punk al funk, dall’ italo-disco all’acid, tutto collegato da un forte appeal pop per le melodie o semplicemente per la struttura"

Avete idea di quale possa essere la strada da seguire per chi produce musica elettronica ?? Molti continuano a dire che oltre all’acid tornerà anche la chicago-house.
Jack: "La musica elettronica è un universo dai mille volti. Parlando nello specifico di dance elettronica, una delle possibili strade potrebbe essere una sorta di chicago-house con sonorità minimal ed una vena pulsante di melodie disco-funk anni ’70 visto che ora, come negli anni ’70, c’è bisogno di divertertimento data la situazione globale piuttosto oscura"

Tanti danno il vinile come un supporto spacciato. Credete che il vecchio giradischi sarà veramente mandato in ‘pensione’ tra qualche anno ??
Lulu: "Purtroppo credo di si ma i nostalgici ci saranno sempre"
Joe: "Sinceramente penso di no, anzi !! Il cd, e soprattutto il suo suono, è facilmente riproducibile e masterizzabile mentre il calore del vinile è unico e per questo ci sarà un grande ritorno. Anche i dj’s si sono stancati della tecnologia che cerca di imitare il vinile e quindi a questo punto è meglio l’originale che suona anche meglio"
Jack: "Certamente saranno i cd’s a non esistere più. La musica fuori dai clubs sarà sotto la non-forma digitale degli mp3 o di futuri formati o tecnologie. Per quanto riguarda il vinile credo che la sua vita sarà ancora lunga ma circoscritta in clubs e discoteche"

Ancora preferenze: quando siete in studio preferite adoperare la tecnologia hardware o software ??
Jack: "Essendo dei grandi casinisti non abbiamo ancora organizzato il nostro studio in maniera tale da avere tutte le componenti hardware collegate e pronte all’uso ogni volta che vogliamo. Di conseguenza, spesso nella fase iniziale di creazione di un pezzo nuovo, per pigrizia adottiamo software e plug-ins. Creata la struttura portante del pezzo di volta in volta colleghiamo il synth che più ci sembra adatto per un determinato suono che vogliamo ottenere e registriamo. Ci piacciono molto i synths analogici-vintage che abbiamo acquistato su E-Bay (Moog Prodigy, Roland SH101, Korg Polysix)"
Joe: "Non possiamo non nominare la chitarra presente in molti dei nostri pezzi: la registriamo amplificata da un vecchio Marshall e successivamente la processiamo con dei software per avere un suono acido e quasi sintetico"

Siamo al termine. Ringraziandovi per la vostra disponibilità vi lascio lo spazio per i saluti.
"Grazie a te e un grande saluto ai lettori di Technodisco. Kisses !! The Magicake"

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