INTERVISTA A FRANCISCO di Giosuè Impellizzeri 27/10/2005

Colonna portante, assieme a Marco Passarani e Mario Pierro, della Final Frontier di Roma, Francesco De Bellis è oggi uno dei nomi italiani che meglio rappresentano la dance elettronica oltre le Alpi. La sua attività nel mondo discografico, iniziata alla metà degli anni ’90 coi progetti Mat 101 e Jollymusic (condivisi con l’amico Mario ‘Raiders Of The Lost ARP’ Pierro) si è arricchita in modo a dir poco straordinario attirando l’attenzione di alcuni tra i personaggi più in vista d’Europa. La carriera da solista, segnata dagli pseudonimi Francisco e Mr. Cisco, è in continuo fermento: "Moon Roller" ad esempio è finita nelle tracklists di importanti raccolte come "The Loft Club 3" (su Sinnamon), "New Wave Disco 2" (su Disque Deluxe) e "Body Language 1" assemblata dai M.A.N.D.Y. mentre la scabrosa "Fregna" fa registrare le presenze in "A Bugged Out" di Erol Alkan (sull’inglese Resist Music), "Ryan Shaw" di Tom Middleton (per il magazine DJ), "ElectRoma" (su ElectRoma) ed "Electa" sulla bolognese Irma. Al recente remix per "Ce Kul" di Munk featuring Chloè (su Gomma) poi vanno aggiunti altri punti a suo favore come il potente "Esplanade ’97" (interpretato da Adam Bourke dei Sorciverdi) entrato nelle grazie di Tiga e "Life Is Life E.p." (edito come Mr. Cisco) voluto da Dexter nel catalogo della sua Klakson. A pochi giorni dalla pubblicazione del suo primo album da solista, Francisco è venuto a trovarci sulle pagine del nostro webmagazine.

Ciao Francesco e benvenuto su Technodisco. Iniziamo parlando di te e del tuo primissimo accostamento alla musica elettronica.
"Ciao Giosuè e ciao a tutti i lettori. Ho iniziato alla fine degli anni ’80 quando riuscii a convincere i miei genitori a comprarmi i classici Technics 1200 che ai tempi costavano un pò meno di oggi. Avevo bisogno di tutto: mixer, amplificatore, casse ma ero convinto nel diventare un dj. Come molti, in quel periodo, mi piaceva lo scratch mentre l’electro e l’hip-hop old-school erano praticamente fondamentali. Era anche il periodo d’oro del campionato DMC e nello stesso tempo l’house stava diventando un fenomeno sempre più grande. Nei primi anni ’90 ho assistito alla ‘rivoluzione’ (mi piace chiamarla così) della techno: si trattava di un’evoluzione della house e dell’acid-house con riferimento a tutte le prime produzioni dell’ Underground Resistance, Kms, Plus 8 e molte altre. A Roma la techno aveva preso piede in maniera molto strana diventando un fenomeno incontrollabile: migliaia di persone riempivano capannoni e clubs molto grandi; si respirava un’aria completamente nuova e non sembrava neanche più di stare in Italia. La techno aveva fans da tutti i circuiti ed aveva unito hip-pop, dance, industrial, dark e chi più ne ha più ne metta. In seguito le cose cambiarono ed anche la techno, ormai popolarissima, venne fraintesa da molte persone. In me cominciò una nuova ‘rivoluzione’ ovvero quella inneggiata delle produzioni dell’inglese Warp: mi riferisco alle annate ’93/’94/’95 che per me sono state fondamentali. Aphex Twin, Mu-Ziq ed Autechre rappresentarono un motivo per iniziare a prendere in mano una tastiera, anzi un synth, per fare qualcosa"

Quali sono gli stili e gli artisti dai quali prendi spunto per creare la tua musica ?? E come definiresti il tuo attuale sound ??
"Lo spunto per fare musica cambia continuamente a seconda del progetto però mi rendo conto che il riferimento ai suoni del passato è un comune denominatore di tutti i miei pezzi. Negli ultimi anni ho ascoltato tantissima musica: dalla disco alle colonne sonore italiane, dal pop anni ’80 alle musiche dei videogiochi, dalla new-wave alla musica hawaiiana … Non c’è un artista in particolare ma adesso me ne viene in mente uno su tutti: John Carpenter"

Rappresenti, assieme al team di Final Frontier, una delle realtà italiane più note e rispettate all’estero. A cosa credi che sia dovuta l’involuzione da parte dell’Italia di fronte al panorama della musica elettronica ?? Mancanza di cultura forse ??
"Purtroppo (ed è risaputo) che le cose non durano per sempre. Il fatto che musicalmente l’Italia di oggi non esporti niente (tranne Pavarotti) non dipende sicuramente dagli anni ’90: questo è un problema che parte dagli anni ’70. In passato l’Italia è stata una vera miniera di musicisti come Morricone, Piccioni, Umiliani, Simonetti … forse è un problema di atteggiamento che fa la differenza o forse perche prima era molto più complicato fare musica e quindi rimaneva in gioco soltanto chi era davvero capace"

Per anni hai militato, assieme a Mario ‘Raiders Of The Lost ARP’ Pierro, nel progetto Jollymusic che vi ha completamente lanciato nel frangente estero della musica. Come mai avete deciso di interrompere la collaborazione ?? Si tratta di uno stand-by momentaneo oppure Jollymusic non pulserà più nel mondo delle sette note ??
"Jollymusic ha rappresentato il motivo per cui oggi vedo questo come un lavoro con tutto quello che comporta la parola ‘lavoro’. Mi spiego meglio: con l’esperienza della Sony sono riuscito a vedere le cose da vicino e quindi anche i retroscena infelici del mondo del music-business. La pausa è servita a farci fare una vacanza da tutto questo. Ti anticipo che abbiamo già iniziato il nuovo album di Jollymusic: prima o poi riuscirò a fare il secondo album di qualcosa visto che di ogni progetto si è sempre fatto solo il primo"

Da qualche tempo vesti i panni di Francisco/Mr. Cisco: ci sono sostanziali differenze tra i due progetti ?? Quale sound ti proponi di portare avanti attraverso la tua carriera da solista ??
"Francisco rappresenta il lato più disco della mia musica e sinceramente non so se sarà così anche in futuro. Sicuramente con questo progetto l’intenzione è quella di creare un suono che mi permetta di arricchire la mia valigetta dei dischi visto che oggi mi risulta piuttosto difficile trovare cose interessanti"

E’ immimente l’uscita, su Nature, di "Music Business", il primo lp di Francisco. Cosa conterrà ?? E con quali presupposti l’hai realizzato ??
"Per me l’album è sempre stata ‘una bella cosa’, rappresenta molto ed è un lavoro stimolante ma nello stesso tempo difficile. Non mi piace creare un album facendo leva unicamente su una raccolta di pezzi poichè credo sia importante trovare un argomento in comune che leghi tutte le tracce. In questo caso è stato il suono l’argomento, per la precisione quello caldo e in qualche modo anche ‘sporco’ visto che ho utilizzato prevalentemente macchine analogiche. Vi è anche un reale gioco di società, un viaggio all’interno del mondo del ‘music business’ … e ricalcando le frasi che si sentono tanto in tv: ‘gioca anche tu e potrai arrivare al numero uno delle classifiche’ ;o)"

In un recente passato hai rilasciato pezzi dai titoli osè come "Fregna" e "Culo". Era solo un gioco oppure volevi mettere in evidenza qualcosa di particolare ??
"Intitolare dei pezzi come "Fregna" e "Culo" nasce unicamente come un gioco visto che frequentemente sui pezzi si utilizza la dicitura inglese (big dick oppure ass). Un giorno mi sono chiesto: perchè non farlo in italiano ?? E poi non bisogna dimenticare che nella vita ci sono anche cose importanti proprio come la fregna :o)"

Sta per uscire anche l’album di Pigna People, altro lavoro emblematico che ti ritrae assieme a Marco Passarani e Mario Pierro. Come nasce quest’idea che racchiude in sè l’essenza del sound di Pigna ??
"Pigna People rappresenta il primo compleanno della ‘nostra’ etichetta. Essendo il numero dieci di catalogo abbiamo pensato che fosse giusto festeggiare. Inoltre il suono che abbiamo trovato con questa linea ci avvicina tutti e tre alla stessa idea del dancefloor (non mi piace proprio questa parola ma la uso ugualmente)"

Durante la scorsa primavera hai rilasciato "Life Is Life E.p." sull’olandese Klakson (nelle vesti di Mr. Cisco). Prevedi di tornare a collaborare con la label di Dexter e Steffi ??
"Lavorare per Klakson è stato davvero divertente: mi piace come etichetta e Dexter rappresenta uno dei pochi produttori che mi interessano di questi tempi. Riguardo un possibile follow-up: perchè no !! Magari nel 2006"

Pare che il confine tra house, techno ed elettronica si stia assottigliando sempre di più: hai idea di quali potrebbero essere le nuove vie da percorrere da un producer nel vicino futuro ??
"Dopo la disco è la chicago-house a rappresentare il passo successivo più ovvio. Piano piano si stanno ripercorrendo tutti i generi e forse non si hanno più idee e quindi si ricorre a qualcosa di già fatto. E’ trascorso tanto tempo e, dopo circa vent’anni, le cose (e i conti) tornano. Comunque credo sia positivo che tutti i generi (e sotto-generi) dell’house si stiano allineando. Come in "Ghostbusters": quando tutti i flussi si allineano sta per accadere qualcosa…."

Cosa pensi dell’attuale scena musicale italiana ?? Ci sono artisti, labels e clubs che ti piacciono in particolar modo ??
"Non saprei anche perchè al momento non penso troppo alla scena italiana. Mi rendo conto che sono aumentati i clubs che propongono un suono simile al mio e questo lo capisco dal fatto che mi chiamano a suonare. In ogni caso in Italia pare siano tutti l’uno contro l’altro e in questa maniera la scena non si può certamente formare. Il french-touch rappresentava un esempio perfetto di ‘scena’ nella quale, se un disco dei Daft Punk avesse fatto cilecca, si sarebbe indetto lutto cittadino. Loro si che ci tengono a chi rappresenta il proprio Paese all’estero !!"

In Europa ci sono dei nomi di dj-producers e labels che senti di segnalare per qualche merito in particolare ??
"I-F è sempre stato uno dei miei dj’s preferiti. Tra le labels la Clone propone cose che mi piacciono (tra cui quelle di Alden Tyrell) invece tra i producers cito Hans-Peter Lindstrøm. Parlando di cose più lontane dalla dance mi piace molto Jon Brion, l’esecutore della cononna sonora di Eternal Sunshine"

Tanti quelli che asseriscono ad una definitiva morte del vinile. Come la pensi in merito ??
"Mah … forse il vinile è l’unico formato che ha retto di più e continua, in maniera diversa, a vivere. Il cd ad esempio è morto presto ed ora si vive prevalentemente di files mp3. Anche il dvd, per certi versi, è vintage visto che oggi abbiamo il dvx. Insomma, ognuno sceglie il formato che vuole ma personalmente il vinile mi dà la sensazione di aver speso bene i miei soldi. Non saprei per quale motivo … forse per le dimensioni o forse perchè si tratta di un formato non riproducibile e quindi acquista un valore maggiore. Jollymusic era un elogio al suono del vinile e c’è poco da fare: è più caldo ed inoltre lo puoi toccare. Insomma, è come fare sesso ;o)"

Hardware e software: qual’è il tuo ‘mondo’ preferito quando sei chiuso in studio ??
"Nel mio studio l’equipment è quasi tutto analogico. Sono un feticista e quindi ho bisogno di avere lo strumento davanti a me ed usare le mani come si faceva un tempo. Certamente i moderni software evitano di spendere fior di ‘quadrini’ (come un tempo si diceva a Roma) per avere uno studio semi-professionale ma comunque penso che dipende sempre da quello che vuoi ottenere. Per quello che cerco io purtroppo i ‘quadrini’ sono indispensabili"

Ringraziandoti per il tuo tempo, ti lascio l’ultima riga per i classici saluti.
"Grazie a te caro Giosuè !! Ciao da: Francesco, Francisco, Mr. Cisco, Jollymusic, Mat 101 e Pigna People. Sono sempre io però !! ;o)"

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