Intervista a Mark Verbos di Giosuè Impellizzeri 29/10/2005

Classe 1976, nato a Milwaukee, la stessa cittadina che ospitava la saga televisiva tanto nota (ed ancora amata) di "Happy Days". E’ Mark Verbos, uno dei nomi che meglio rappresentano la scena della techno americana. Indossa le cuffie da dj tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90 periodo in cui la Drop Bass organizzava la maggior parte dei techno-parties in Nord America. Ma è la sua carriera da produttore discografico che ha assistito ad una stupefacente escalation grazie a dischi pubblicati per labels di tutto rispetto come ReLoad, Planet Rhythm, Subsounds, Minimalistix, Armalyte, Knè Deep, Contrast, SFX, Nitric, B-Pitch Control, Djax Up-Beats e Wavescape sulla quale è apparso in coppia con Thomas P. Heckmann. Nel 1999 fonda la sua Simple Answer sfortunatamente caduta in una sorta di letargo a causa della chiusura della sua distribuzione ma ora decisa a riprendere in mano le redini della situazione. Protagonista di tour svolti in Europa e in Australia, Mark Verbos è richiestissimo anche come remixer: tra i tanti artisti che hanno voluto il suo apporto Ellen Allien, Ascii Disko, Tim Vitek, Miss Djax e Tim Xavier. Ma la collaborazione più fruttuosa è sicuramente quella stretta con l’amico Tommie Sunshine col quale collabora attivamente nelle vesti di ingegnere del suono. Più di 50 i remixes firmati tra cui quelli per artisti celebri come Fischerspooner, Scissor Sisters, Atomizer, Kid Alex e VHS or Beta ai quali s’aggiungono nomi non legati al frangente dance come Da Brat, Manu Di Bango, The Faint, P.O.D., Good Charlotte ed Avril Lavigne.

Benvenuto sulle nostre webpages caro Mark. Ti lascio subito la parola per parlare del tuo primo approccio alla musica elettronica.
"Ciao Giosuè e ciao a tutti i lettori. L’amore per la musica elettronica non è nato in famiglia visto che i miei genitori erano soliti ascoltare soltanto il pop attraverso la radio. Mi sono accostato alla musica guardando MTV e studiando alcuni strumenti (tra cui il violino) a scuola. All’età di tredici anni venni attratto dalla realtà musicale underground di Chicago inizialmente dedita a sonorità industrial alla WaxTrax, Ministry, Front 242, Nitzer Ebb … poi, da quel panorama, sono passato alla techno"

Com’è la scena musicale della tua città in questo periodo ??
"Sono nato a Milwaukee, ad un’ora di auto da Chicago, e fondamentalmente la scena delle due città è identica. Esistono ottimi clubs ma il panorama è sempre ristretto. Mi sono trasferito a Chicago quando ho finito la scuola dell’obbligo ma ora vivo a New York dove la scena musicale è molto forte ma non ancora sviluppata nel frangente della techno. Nessun problema per chi cerca rock, jazz, punk, pop, salsa … ma per la techno le strade sono davvero poche. I party si possono contare sulle dita di una mano e soprattutto sono riservati ad uno strettissimo numero di eletti"

Nel 1999 hai fondato la tua label, la Simple Answer. Quali sono stati i motivi che ti hanno convinto a ‘metterti in proprio’ ??
"Per anni ho lavorato per svariatissime labels non trovando però quel completo controllo che cercavo da tempo. Solo fondando una personale etichetta potevo monitorare il tutto con più sicurezza e soprattutto scegliere i pezzi da far uscire, realizzare le grafiche per le copertine, optare per una masterizzazione anzichè un’altra, decidere la data d’uscita e tante altre cose che puoi fare solo quando sei proprietario di una struttura. Queste le motivazioni che mi hanno indotto a fondare Simple Answer, la ‘semplice risposta’ a quello che volevo"

Dalla tua biografia emergono importantissime esperienze, nelle vesti di recording-engineer, vissute al fianco di personaggi cardine dell’house mondiale quali Ralphie Rosario, Terry Hunter e Farley Jackmaster Funk. Reputi che la house americana (quella dei Masters At Work e David Morales per intenderci) sia ancora veicolo di novità ??
"Sicuramente personaggi come Kenny Dope Gonzales, David Morales e Ralphie Rosario sono stati dei grandi innovatori e per questo li rispetto molto come artisti. Riguardo la loro musica però, credo che non si sia evoluta con la velocità della techno. Preferisco la spregiudicatezza della vecchia chicago-house che oggi pare stia tornando in auge"

Oltre al ritorno della chicago-house, hai idea di quali potranno essere le caratteristiche della nuova electronic-dance ??
"Si assiste ad un ritorno dell’acid, fenomeno che accadde già nel 1993, anno in cui si ripresero i suoni originali del 1987. Credo che gli imput vengano fuori dai producers della mia età che, forse per nostalgia, tendono a ripescare le mode e le tendenze degli anni passati. Oggi il suono acido del TB-303 appare, per i giovani, una nuova idea ma per quelli come me è qualcosa di passato, una sorta di ‘revival’ insomma. La musica gira in un ciclo fatto di più forze animate a loro volta da differenti velocità che però spesso s’intersecano e formano qualcosa che in molti chiamano ‘novità’. A volte mi capita di tornare a lavorare su pezzi lasciati incompleti molto tempo prima proprio perchè ci sono suoni, spesso estrapolati da vecchi strumenti, che magicamente diventano ‘inediti’ tornando di moda"

A cosa stai lavorando in questo periodo ?? Simple Answer ha fatto perdere le sue tracce da qualche tempo …
"Già: Simple Answer è ferma da circa due anni e questo è stato causato dalla chiusura del mio distributore. Ci siamo fermati alla release #012 ma credo che sia giunto il momento di tornare a far pulsare il progetto. Mi piacerebbe poter tornare a collaborare con l’amico Thomas P. Heckmann ma adesso sarebbe più complicato visto che non vivo più in Germania ma, volendo, la cosa potrebbe essere fattibile ;o)"

Hai mai pensato di realizzare un secondo album, follow-up del fortunato "Simple Answers" edito solo su cd ??
"Il primo album al quale fai riferimento è nato in un periodo buono per la mia label che stava per invadere i negozi non solo coi vinili ma anche coi cd’s. Purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto e per questo motivo ho dovuto bloccare tutti i progetti che avevo immaginato di attuare da lì a breve. Mi piacerebbe moltissimo poter realizzare un nuovo full-lenght ma sinora non si è ancora presentata l’opportunità"

Formi, assieme a Tommie Sunshine, il duo Binge & Burge. Parlaci di questo interessante progetto.
"Binge & Purge è un progetto nato nel mio studio di Chicago nel 1999. In quel periodo moltissime (ed importanti) labels avevano già espresso il desiderio di mettere le mani sulla musica di Tommie ma i feedbacks mutarono di colpo quando ascoltarono queste tracce inedite. Dopo due lunghi anni incontrai, per puro caso, Oliver della Mental Groove Records e decisi di sottoporre a lui quei pezzi. Entusiasta, in breve li stampò (trattasi del doppio mix "Wait, It’s Fantastic", edito nel 2001 ndr). Il disco riscosse ottime critiche da parte dei magazines ma le vendite non furono incoraggianti sebbene alcuni dj’s tedeschi molto noti lo continuino a proporre nei propri sets ancora oggi. Poi Tommie ha iniziato a lavorare con Felix Da Housecat (per la hit "Silver Screen (Shower Scene)" interpretata da Miss Kittin ndr) ed insieme abbiamo continuato a collaborare in studio: all’attivo infatti abbiamo più di 50 remix realizzati insieme"

Un’altra collaborazione l’hai stretta con Gabe Catanzaro che ti ha lasciato, quasi sempre, il compito di cantare le sue tracce italo-disco.
"Non mi piace dirlo ma sento di essere lo scopritore del talento di Gabe Catanzaro ;o) Un conoscente comune ci mise in contatto molti anni fa visto che entrambi eravamo fans di vecchi sintetizzatori analogici. In breve divenimmo buoni amici. Un giorno mi fece ascoltare dei suoi demo e trovai il suo sound fantastico. In quel periodo a Gabe non interessava molto pubblicare la sua musica ma io gli offrii il mio aiuto e lo misi subito in contatto con varie labels tra cui la Mental Groove di Ginevra che si mostrò subito interessata a pubblicare le sue tracce. So di non essere un buon cantante ma spero che i risultati, riscontrabili attraverso i pezzi di Catanzaro, vi piacciano. Da citare è anche l’altro cantante, il bravissimo Jon Autry"

I pezzi di Gabe Catanzaro riflettono in pieno la cultura per l’italo-disco. Tu conosci la scena musicale italiana ??
"Ricordo con molto piacere l’italo-disco degli anni ’80 (che amo tuttora). Parlando di cose più recenti invece, conosco e stimo Marco Carola"

Riguardo l’Europa invece ??
"Tanti sono i nomi che mi piacciono: da Dj Rush a Speedy J, da Oscar Mulero ad Angel Molina, da Thomas P. Heckmann a Dj Amok sino e Petar Dundov. Prediligo anche quelli che realizzano i live-acts suonando musica dal vivo per mezzo di synths analogici"

Nel 2000 ti sei trasferito, per qualche anno, a Berlino. Descrivici la tua esperienza nella grande città nordeuropea.
"Ho visitato Berlino per la prima volta nel 1998. L’anno seguente ci tornai con Dj Rush e me ne sono innamorato. La scena musicale è fortissima e la città brulica di clubs che non si pongono inutili barriere di fronte a nuovi stili musicali. La Germania è la patria di dj’s ricchi e famosi quanto gli attori di Hollywood, cosa che la differenzia moltissimo dal panorama americano dove anche il più forte dj non è tenuto in grande considerazione. A Berlino ho trovato anche molta professionalità nel campo discografico che mi ha fatto crescere visto che sino a quel momento ero stato solo un dj-produttore e non un business-man. Adoro la Germania !!"

Voltiamo pagina: cosa pensi sulla presunta morte del vinile ??
"Il sound del vinile è ottimo soprattutto per i clubs. Certo, il discorso è differente per chi ama ascoltare la musica a casa attraverso l’hi-fi che oggi non è più dotato del classico giradischi"

Hardware e software: qual’è il tuo preferito quando sei rintanato in studio ??
"Uso entrambi ma mi reputo un dj old-school e quindi sono ancora molto legato agli strumenti hardware. Mi piace controllare il suono attraverso pulsanti e manopole. Poi impazzisco per i sequencers analogici e per i synths modulari. Non ho ancora trovato un software che sia in grado di replicare tutto ciò, sia a livello di suono che a livello emozionale"

L’ultima riga la lascio a te per i saluti agli amici italiani.
"Innanzitutto devo ringraziare Giosuè Impellizzeri per l’interesse che ha sempre mostrato nei confronti della mia musica. E’ sempre bello conoscere e discutere con persone che ascoltano lo stesso genere pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza. Magari un giorno potremo incontrarci per un party in Italia. Ciao !! Mark Verbos"

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