#052 – A Greek Tribute To Depeche Mode [08-05-2005]

E’ uscita su Undo, sublabel della Klik di Atene, l’emblematica raccolta “A Greek Tribute To Depeche Mode” che racchiude, in una sola tornata, 17 gemme della band capitanata da Martin Gore rielaborate opportunamente da artisti greci. E’ il caso di “Policy Of Truth” di Yeah, “World In My Eyes” dei Mikro, “Only When I Loose Myself” di Elenh Meta, “Shake The Disease” di Mindwaltz, “New Life” di Marsheaux, “But Not Tonight” dei Fotonovela, “Behind The Wheel” di Decode ed “Enjoy The Silence” di Oberon, storici pezzi che tracciano un’ideale linea che dagli anni ’80 giunge nel nuovo millennio. Tutte le tracce originali sono state estratte da lp storici come “Violator”, “A Broken Frame”, “Music For The Masses”, “Speak And Spell”, “Some Great Reward”, “Songs Of Faith And Devotion”, “Black Celebration” e da b-side di ricercati singoli come “Stripped”. Diverse le impronte sonore che ci regala la tracklist: dall’electro-pop al melanchonic-pop sino al rock, all’abstract e alla musica da relax. Ottimo (come sempre) anche il package costituito da un puzzle di cartoncini sui quali vi è riportato il testo di ogni brano ed un’immagine tratta dal relativo video. Superlativa.

-DR. LEKTROLUV “Elektrik Planet” (N.E.W.S.): nessuna indiscrezione è mai filtrata sulla presunta identità del misteriosissimo selezionatore che ama farsi ritrarre in veste da alieno. La sesta raccolta si candida come una delle migliori, sia per tracce datate e piuttosto introvabili (come “Headhunter” dei Front 242 e “Tout Petit La Planete” di Plastic Bertrand) che per pezzi esclusivi come “111” di Bangkok Impact, “Boccaccio Life” di Savas Pascalidis, “Infrared” dei Mysterymen ed “R Funk” di Sterac Electronics, volto electro di Steve Rachmad. Il tutto è disponibile su cd, doppio vinile e sull’immancabile picture-disc.

-RENNIE PILGREM “Gladiator -the sequel-” (TCR): il guru del breakbeat inglese ritorna con l’ennesimo singolo estratto dal recente album “Pilgremage”. Nelle due versioni presenti sul vinile si ode dell’ovvio break anglosassone interfacciato a linee electroidi che ormai sembrano aver contagiato quasi completamente anche le platee d’oltremanica.

-MUNK & CHLOE’ “Ce Kul” -remixes- (Gomma): la traccia originale, estrapolata dal fortunato lp “Aperitivo”, viene riletta e trasposta su pentagrammi moderni e legati alla cultura dei clubs. Francesco De Bellis alias Francisco sviluppa una traccia fatta di suoni squadrati ed incastrati perfettamente in un groove iper-ballabile, potenzialmente adatto anche a quelli che dicono di suonare house ma che poi scoprono di amare territori più plastici. Marco Passarani invece tralascia la canonica battuta in 4/4 regalandoci una perla che racchiude in sè il primitivismo dell’electro proveniente da basso, batteria e parti vocali. Spiritoso il titolo che, nonostante la pronuncia francese della cantante, va a collocarsi perfettamente nel filone ‘osè’ inaugurato da tempo dagli amici di Pigna con i famosi “Fregna” e “Culo”.

-THE OPENERS “Love Comedown” (Redant Recordings): La versione di Pete Bone (incisa sul lato con l’aracnide) potrebbe rientrare in selezioni deep-techno mentre quelle di Murat Gungor alias Dj Mouse riflettono la pura essenza groovy-house da poter utilizzare come una sorta di tool. Esiste ancora della house-underground … e questo è uno dei dischi che, fortunatamente, mantenengono vivo l’interesse per la musica estranea al business.

-STEREO TOTAL “Do The Bambi” -remixes- (Disko B): il duo electro-romantic-punk-pop (che sino a pochi mesi fa aveva davvero poco a che fare con la dance) vede rimaneggiare alcune tracce del recente album che assumono nuove vesti e nuovi connotati. “Das Erste Mal” viene affidata alle mani di Vredus e Justus Köhncke che, rispettivamente, le rielaborano in chiave euro-disco e soft-house; i Munk regalano a “Troglodyten” un’anima disco-funk mentre “Chelsea Girls” (il classico dei Velvet Underground) viene riletto da Thieves Like Us utilizzando partiture di “I Feel Love” di Donna Summer col relativo moog-style impartito dal grande Giorgio Moroder.

-FLASH BROTHERS “Mirage” (Whoop!): è passato qualche anno da quando ho messo sul piatto un disco dell’inglese Whoop! che ora ritrovo cresciuta sino al #088, uscito da pochi giorni e preso in licenza dalla Agnosia Records di Tel Aviv. “Mirage” è prodotto da tre ragazzi israeliani che si sono divertiti nel proporre classiche chitarre orientali su ritmiche nu-house. Il risultato, piuttosto commercia(bi)le viene lievemente inacidito nella Punk Mix di Shmuel nella quale ritrovo i classici elementi che contraddistinguono le recenti produzioni di Steve Angello ed Eric Prydz. Seriale ma funzionale.

-MAS 2008 “Electric Twilight” (Science City): eccellente vinile edito da una coraggiosissima label tedesca (di Leipzig per la precisione) e prodotto dal tenace e poliedrico Mas 2008, abile nello spaziare dall’ambient alla pura electro-vintage. Quattro le tracce futuristiche e corrose da elementi polverosi (Tr-808 in primis) e primitivi vocoder-vox che faranno impazzire tutti quelli (come me) che amano l’electro intesa nella sua forma originaria.

-HENRIK SCHWARZ “Leave My Head Alone Brain” (Sunday Music Records): edite dalla ‘sorellina minore’ della più prolifica Mood Music, le tre tracce di Henrik Schwarz prendono le distanze dalla consueta plastic-house recuperando sonorità deep-nu-jazz che fanno di questo disco un prodotto raffinato e ‘da apertivo’. Tra soavi melodie e bassi funk riuscirete ad ascoltare anche il respiro, dolcissimo, degli angeli.

-STEWART WALKER “Grounded In Existance” (Persona Records): bravo nell’alternare musica da ballo a quella da ascoltare comodamente a casa, Stewart Walker incide il successore tematico di “Stabiles”, l’album uscito sulla celebre Force Inc. nel 1999. Minimale, organico, progressivo: questi i principali connotati del lavoro nel quale fanno capolino elementi hip-hop ed indie-rock. Si parla di ‘post-techno’ visto che per Walker la techno è legata indissolubilmente agli anni ’90 e al periodo dei raves. L’americano così analizza il passato, lo rielabora e lo lancia in un futuro che, misterioso, tiene in serbo per noi chissà quante novità.

-PINK SLOW MOTEL “Body Kontakt” (Pink Slow Motel): #002 per la semisconosciuta label che, attraverso quattro tracce synth-pop, mi ha colpito sin dal primo ascolto. Un plauso agli autori (David Garcet, Fegy e Zalan Lasko) che, nonostante la moda completamente avversa, hanno preferito lasciarsi guidare dagli istinti personali e non da crude leggi di business che rendono piatto e nauseante il mercato internazionale della musica.

-STUDIO PANKOW “Linienbusse” (City Centre Offices): registrato in quattro anni presso differenti studi, “Linienbusse” è il risultato della collaborazione di tre musicisti tedeschi già noti a labels come Warp, Ninja Tune, Plus 8, Plug Research, WMF, Fax e Source. Affascinanti tracciati dai suoni effervescenti si rincorrono in pezzi come “Siemensdamme”, “Krumme Lanke”, “Pank Strasse”, “Ruhleben” e “Neukoelln” ove le ambientazioni futuristiche sono contorte su beats seminali e celluloidi. Una sorta di fotografia ai rumori della vita quotidiana rivisti attraverso un ottica cibernetica e surrealista.

-MAMBOTUR “Al.Frente” (Multicolor Recordings): uscirà il 30 maggio il nuovo album di Argenis Brito e Pier Bucci (alias Mambotur) che si colloca sulla linea di confine tra l’elettronica e la musica latina. Singolari sonorità provenienti dalla fusione tra ritmi da ballare in discoteca e tipiche strutture della musica caraibica solare e raggiante provengono da tracce come “Aha !!”, “El Capitan”, “Santa Lucia”, “Puerto Colombia” e “Latinoamerica” per la quale il duo si è avvalso del prezioso contributo vocale di Jorge Gonzalez, il cantante cileno protagonista in progetti come Los Prisoneros e Sieg Ãœber Die Sonne.

-DIEGO MONTINARO “Manifesto E.p.” (Elettrica): dopo aver mosso i primi passi nell’hip-hop, Diego Montinaro s’inventa, nel 2001, il progetto Boogie Drama andato a finire nel catalogo della Soundplant di Lele Sacchi. Ora, affiancato dal grande Fred Ventura, ripercorre i territori dell’italo-retro con partiture polverose, vintage dalle quali filtrano bassi potenti e roteanti. Una proiezione moderna del sound inseguito due decenni addietro da Capricorn, Klein & MBO, N.O.I.A. e Dharma.

-AA.VV. “Chica Disco Vol. 3” (Chica Discos): con l’avvicinarsi della stagione estiva torna a farsi sentire la label ibizenca fondata dal tedesco Torsten Stenzel (colui che, durante gli anni ’90, ha operato dietro progetti di Moby, Faithless, Y.O.M.C., Paragliders, Westbam, ATB, Taucher e molti altri). Il cd 1, compilato e mixato da Sin Plomo, è zeppo di chill-house deep e sexy mentre il secondo, curato dallo stesso Stenzel (che si nasconde dietro lo pseudonimo Superlounger) punta su una selezione chill-out e lounge con ampi riferimenti al suono di Jean Michel Jarre.

-MARCO LENZI “Distance” (Molecular): l’italianissimo dj-produttore (ma ormai londinese d’adozione) si lascia guidare ancora dalla detroit-techno intersecata a riferimenti della chicago-house. La main-track, “Distance”, è pura techno-funk dai bpm non eccessivamente elevati mentre “Hot Spot” vira verso una tech-house arzilla troncata in due da una pausa estiva e solare. Il lato b è curato dal partenopeo Danilo Vigorito che rielabora “Hot Spot” in due versioni: con la prima dona un classico tool contraddistinto dall’inserzione di voci afro mentre la seconda calca territori più tranqulli andando a sfociare nella tech-house d’ispirazione caroliana.

-THE GADGETS “Belleville” -mixes vol. 2- (Unleash Records): uscirà presto questo mix firmato dall’italo-tedesco Corrado Izzo alias Gadgets (già nel roster della Elp Medien) che si avvarrà di due nuove versioni di “Belleville”. La prima è realizzata dallo stesso Izzo che plasma una traccia dai bassi contorti posti su un’andatura groovy mentre la seconda reca la firma di David Duriez che, ahimè, mi delude in modo clamoroso adagiandosi (fin troppo) su strutture minimaliste e scarne. Mi aspettavo qualcosa in più dal creatore della Freak’N’Chick.

-MUSIC FOR SPEAKERS “Umma Gummo” (Vynalogica): ottavo capitolo per la piccola label olandese che, sin dalla sua nascita (2002) si propone di ‘costruire’ musica innovativa utilizzando gli strumenti di ieri, collezionati in modo certosino nell’ambitissimo CEM Studio. Questa volta a stupirci con delle tracce sperimentali e vintage sono i Music For Speakers, una crew di tutto rispetto formata da David Caron, Richard Hermes, Marie-Claudine Vanvlemen, Aardvarck, Richard Van Kruysdijk e Sandor Caron. L’unione fa (ancora) la forza.

-GABE CATANZARO feat. MARK VERBOS “I Can Still Remember” (Memory Boy): finalmente è tornato il mio eroe (americano di nascita ma di chiare origini italiane) con un nuovo inno italo-disco edito dalla Memory Boy di John Selway e cantato, ancora una volta, dall’inseparabile Mark Verbos. Imperdibile per coloro che amano rivivere le atmosfere che si respiravano nei clubs italiani 4 lustri addietro.

-ORCHID “The Technicolor E.p.” (Silver Planet Recordings): il talentuoso Alex Tooth emerge dalla buia scena inglese contraddistinta per anni (forse troppi ??) da un sound progressive-house oscuro e tenebroso con un lavoro che guarda in altre direzioni. Nelle cinque tracce sparse sul doppio mix s’alternano beats progressive-techno mixati a percussioni incastonate in ambientazioni deep. Ottimo il remix di Smoke & Mirrors che si calano nei meandri dell’electro-progressive tedesca.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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