#066 – Alden Tyrell [14-08-2005]

Rappresenta, ormai da diversi anni a questa parte, la qualità di certe produzioni made in Holland che tanto hanno a che fare con l’electronic-disko. E’ M. Hoogendijk alias Alden Tyrell, noto in tutto il mondo per pezzi come “Love Explosion” o per il recente “Disco Lunar Module” che, scavalcando l’ideale muro che divide l’underground dall’overground, ha raggiunto i favori di personaggi come Miss Kittin e Sven Väth. Co-autore di una miriade di progetti paralleli (come EOG, Partisan Midi, Visitor From Another Meaning, Ardathbey e Figuras Frustradas) nonchè tecnico audio di molte releases Viewlexx e Creme Organization, Alden Tyrell è in procinto di terminare i lavori per il suo primo album la cui uscita (inizialmente prevista per giugno) è stata fissata per il prossimo ottobre sulla piattaforma olandese Clone. Il ritardo della pubblicazione è dovuto ad una lunga serie di serate che tengono l’artista lontano dallo studio di registrazione. Tra queste l’importante PSP Party che si svolgerà a Londra il prossimo 24 agosto: la gig, durante la quale si presenterà ufficialmente la nuova Playstation (la versione 3.0) sarà allietata dalla musica di Alden Tyrell e Dj Serge. Per quanto concerne i lavori già usciti, segnalo “Gangster Boogie”, la traccia racchiusa nel “The Heat Is On Your Ears” di Like A Tim (su Like) per la quale Alden ha curato i vocals.

-KAGAMI “Fuse Head E.p.” (Carizma): l’emergente etichetta di Tokyo pressa (su due vinili) alcuni dei contenuti sonori estrapolati dall’ultimo lp dell’artista, “Spark Arts”, edito dalla Platik di Takkyu Ishino. E’ il caso di “Fuse” in tipico nippon-style forgiata su un combo tra techno ed house anni ’90. La segue l’inedito Filter Edit di “Disco Filter” (già presente nello “Star Arts” su Frogman, 2002) fatto di spunti 80’s interfacciati al classico infuso funk giocato con cutoff e resonance incrociati. “Dft” vede in evidenza un possente groove nel quale è macinato un sample-vox che fa attrito con samples 70’s pescati a piene mani da datati vinili mentre la Dub di “Delight Head” ondeggia su un bassline in chiave Chemical Brothers che sfocia in effetti tipici del celebre produttore nipponico, pupillo di Ishino e del tedesco Dj Hell che, qualche anno fa, voleva stampare il suo primo album su Gigolo poi, inspiegabilmente, scomparso nel nulla.

-SALAMANDOS “Expand” (Creme): dopo il “Master Of House” su Bunker (leggi Electronic Diary #060), Legowelt torna a vestire i panni di Salamandos. Il progetto apre la sequenza di una serie limitata di vinili editi dall’olandese Creme che si propone così di riportare in luce lo stile chicago-house con reminiscenze alla Pressure Cooker. Due le versioni di “Expand”, molto simili tra loro per costruzione e suoni adoperati. Cinquecento sono le copie stampate.

-DIE TÖDLICHE DORIS “Welten-Worlds-Ohontsa’Shon:’A (Vinyl On Demand): con questa sorta di documentario acustico si riscoprono i primi lavori concettuali di Gerry Beltz risalenti al 1981. Si tratta di microtracce estrapolate da vecchie audiotapes sulle quali vi erano incisi suoni e rumori della Berlino urbana col suo caos cittadino e col suo fervore di vita. Condensato nel concetto della ‘morphologische modemusik’, l’album appare una sorta di riflesso della musica avanguardista di Luigi Russolo e del suo celebre Intonarumori.

-VENOM 18 “Mystery Organisation” (Strange Life): dopo aver esplorato il dark-ambient sotto lo pseudonimo Klaus Weltman, il mondo dei vecchi cartoons con Smackos ed aver riscoperto i primissimi lavori (“Dark Days”), Danny Wolfers alias Legowelt decide di far uscire allo scoperto (ed ufficialmente) la sua label sinora apprezzata attraverso ristrette edizioni su cdr. Impersonandosi in Venom 18 (ispirato dal nome cifrato di una spia che operò durante la Guerra Fredda sul finire degli anni ’70), il produttore di Den Haag focalizza l’attenzione su un sound minimale, gelido e definibile ‘electrowave’. Invadenti e sporchi basslines vengono sbattuti su essenziali beats che riportano alla mente il mitico Squadra Blanco. Questa è musica ispirata da vecchi film anni ’70, da storie di cospiratori, eroi ed anti-eroi, tutti sospinti in direzioni electroidi. L’electro vive. Lunga vita a Strange Life.

-MIHAI POPOVICIU “Tales From The Moon” (International Deejay Gigolo): esposto per la prima volta con “Sexy Spenders” (nel cd 8 dell’International Deejay Gigolo Compilation), il rumeno Popoviciu esordisce su Gigolo con quattro tracce che, per il mio gusto personale, riportano la label di Dj Hell ai fasti di una volta. Strumentistica vintage, basslines in evidenza, pads malinconici e strutture robotiche fanno di “Tales From The Moon” un concentrato sintetico che ammicca molto al sound del giovane Martin Matiske che emerse nell’autunno 2002 tornando poi velocemente nell’ombra.

-FROG POCKET “Gonglot” (Planet Mu): realizzato in cinque anni (tra il ’99 e il ’05), “Gonglot” è il primo album dello scozzese John Charles Wilson alias Frog Pocket. Mandolini, chitarre classiche, voci: l’acustica si mischia a suoni del computer non trascurando le influenze del folk e della musica celtica. Il tutto si fonde in un singolare crossover che in “Gonglot” raggiunge l’apice toccando atmosfere alla Boards Of Canada ed Aphex Twin. Tratti mistici e misteriosi ornano ulteriormente il complesso elaborato sonoro che, traendo spunti dall’acustico, confluisce in digitalismi impazziti tipici della musica sperimentale del terzo millennio.

-DMX KREW “The Collapse Of The Wave Function vol. 4/5” (Rephlex): nell’attesa che esca (a fine agosto) “Wave:Cd” che raccoglierà (solo su cd) le migliori tracce delle edizioni viniliche “Wave Function” con l’aggiunta di versioni inedite, possiamo gustare i nuovi episodi (4 e 5) che appaiono sintonizzati su stili innovativi come synthfunk, 70’s techno e dubstep, tutti armoniosamente programmati dal bravo producer inglese che ormai da anni ci delizia con le sue elaborate composizioni. Scrivo queste righe con la speranza che il lavoro, edito dalla label di Aphex Twin, possa riportarci presto anche la Breakin’.

-FD “Electronic House” (Tractorecords): la neolabel italiana fondata da Francesco Passantino (ricordate Air Kraft Vision ??) si dirige verso la modaiola minimal-electronic-house che, intelligentemente, scruta tutte le possibili varianti e sfaccettature che oggi la musica dance ci propone. FD (Francesco Passantino e Davide Calì) plasmano dieci tracce combinando abilmente tribalismi, beats della house dei primi anni ’90, ambientazioni progressive anglosassoni, linee electroidi teutoniche, vene groovy, funky e spruzzate di hypno. Un prodotto che tiene testa alla miriade di uscite estere di labels come Trapez, Ghostly, Superfancy, Resopal e mille altre.

-MINUS 8/ZWICKER “E.p.” (Compost Black Label): per la sua quarta uscita la sorella ‘nera’ di Compost s’affida a due colonne portanti della musica svizzera. “Solaris” di Minus 8 & Pascal Hahn sposa bassline electro con pads celestiali mentre la Vox di “Made Up” by Zwicker (interpretata dalla brava Olivera Stanimirov dei Seelenluft) accosta la deep-house all’electro. Il disco è già adorato da un numero imbarazzante di personaggi tra cui Huntemann, Oliver Koletzki, Ian Pooley, Dominik Eulberg, Laurent Garnier, Savas Pascalidis, Tomas Andersson, Naughty, The Hacker, Coburn, Peter Kruder, David Guetta, Karotte, Hell, Ben Watt, King Britt … un motivo ci sarà.

-NITSCH & GLEINSER “La Deuxieme” -remix- (Voltage Musique): ad un anno e mezzo dalla pubblicazione (nel various artists e.p. “Premier Pas”), “La Deuxieme” riappare grazie ad un energico remix ad opera di John Dahlbäck che, al fianco del cugino Jesper, forma l’osannato duo Hugg & Pepp. Dalla versione originale electro-techno farcita da una vena melodica vagamente orientale (che trovate incisa sul lato b) si passa ad un mood più techno rafforzato da suoni rave, potenti ride in levare ed un bassline arpeggiato che non molla mai la stesura. L’inedito remix ci traghetta verso la techno, lo stile che ormai ha catturato l’attenzione di tutti i dj’s europei sebbene molti si siano autoconvinti di suonare ancora musica ‘house’.

-SAVAS PASCALIDIS “Haunted House” (Lasergun): il signore dello ‘space-stellar-funk’ riappare (dopo un meditato break) sulla sua Lasergun con una traccia d’ispirazione chicago-house con intrusioni di acid-techno-disco che macinano suspance (non a caso si parla di una casa tormentata da fantasmi), strutture ritmiche lineari e pads atmosferici per un costrutto che profuma di post-house. A seguire il remix scarno di Jason Revenge e il più riuscito di Misc che s’adatta facilmente a selezioni d’house avanguardista.

-SEYMOUR BITZ pres. DE JEUGD VAN TEGENWOORDIG “Watskeburt” (Clone X): particolarissima release per la ‘sorellina’ di Clone che rilascia uno dei pezzi storici della dance olandese prodotto da Seymour Bits (aka Comtron/Bastian) in stile electro-funk. Utilizzata spesso per aprire gli acts di Snoop ‘Doggy’ Dog, l’Original version viene ora affiancata da due straordinari edit realizzati da Dexter ed Alden Tyrell: il primo in chiave hi-tech-electro-funk, il secondo con spunti hi-nrg e dalla velocità più sostenuta.

-NOMENKLATUR “Virtual Hopes” (Space Factory): il duo francese formato da Olivier Rossi (Lab Insect) ed Olivier Brucker (Mitch) approda sulla Space Factory di David Carretta con un e.p. dal gusto techno-gothic-dark, il medesimo stile che si apprezza attraverso le releases della loro Elektrofon fondata nel 2003. “Virtual Hopes”, è rivista in due versioni (simili tra loro) nelle quali forti ed accecanti rave-lines s’intersecano ad un ottima dark-techno dalle influenze ebm e new-wave. “Strange Affair” (sul lato b) invece gira su suoni più puliti e metriche lineari spezzate solo da un break centrale fatto di oscuri organi capaci di creare un effetto davvero travolgente.

-HELL “The Final Countdown” (International Deejay Gigolo): uscirà a fine mese (precisamente il 29 agosto) questo disco che dovrebbe chiudere la lunga ‘remix series’ dei pezzi estrapolati dall’lp “N.Y. Muscle” (2003). Sul lato a “Follow Me”, il lungo viaggio (di oltre undici minuti) all’interno della microhouse più spassionata forgiata da Dominik Eulberg (l’uomo del momento in Germania) mentre sul b “Let No Man Jack” rivista in una dark-acid-slow mix da Radio Slave e da un sempre più alternativo Abe Duque che si diverte nel mischiare rumorismi con strumentistica vintage senza ricorrere ai classici 4/4.

-MELNYK “Art Of Seduction” (Gaymonkey): l’Original di “Art Of Seduction” profuma di electro-pop corrosa da pads melanconici tipici della musica nordeuropea mentre la Jackson Pollock Mix si orienta su una sorta di nu-disco con elementi che si rifanno alla progressive degli anni ’90, meno marcata nei movimenti e spesso contraddistinta da elementi della dream music. Due i remix: quello di Aki, un’ottima incarnazione di sonorità electro 8-bit, e quello di Endel & Leida feat. Ion che, con la loro Bruce Will Get You Good Mix, si rifanno a metriche breakkate nelle quali s’infiltrano basslines spezzati e vocoder-vox di stampo retro.

-MIX MACHINE “Phreax E.p.” (Ozone): Kiko, Gino’s e Naommon nuovamente insieme per lo storico progetto Mix Machine che emigra dalla Hot Banana alla Ozone. Sonorità techno-retro miscelate con l’electro da ballo contraddistinguono questo e.p. di imminente uscita che si snoda su due tracce abbastanza simili tra loro. La principale, “Phreax”, macina sonorità disco-tech condotte unicamente da un bassline che ondeggia sulla tastiera mentre “Prelude To Paradise” s’arricchisce con pads melanconici. Che il minimalismo stia per investire anche questo frangente della musica elettronica ??

-VORPAL “An Incomplete Guide To Vorpal Music” (Cock Rock Disco): broken-beats frenetici, veloci e taglienti che trasudano rumori, melodie burlesche ed ambientazioni da soundtracks: queste le caratteristische essenziali del lavoro di Vorpal, pseudonimo dietro il quale si cela Andy Kozloski, nativo di Pittsburg (Pennsylvania). E’ lui l’autore di una esplosiva collection di tracce abstract che spesso si tingono di colori hip-hop (sullo stile di Def Jux o Anticon) e di experimental alla Squarepusher, Luke Vibert ed Otto Van Schirach. Tredici le tracce tra cui “Gymnopedie V 1:01” costruita sulla base di un pezzo dell’88 composto da Erik Satie e “November-014” che gira invece su porzioni di un concerto in Fa Maggiore di Bach.

-BRIXTON/ROBERT NATUS/HEADROOM “Fuckass” -rmx- (Holzplatten): per il remix della sua “Fuckass” (estratta dal recente lp “eTechno.De”) il bravo Brixton interpella due personaggi-chiave della nuova minimal-techno europea come Robert Natus ed Headroom. Entrambi viaggiano su sonorità techno-groovy mai esasperate e rinforzate da potenti dark-pads. Poi è lo stesso Brixton che si remixa da solo adoperando suoni industriali mixati su un beat asincronico (qualcuno potrebbe definirlo anche broken-beat) e ride fragorosi che corrono su bpm medio-veloci.

-PASSKAL “Criminal Farm” (Tractorecords): si lasciano alle spalle il passato nel trio Air Kraft Vision (assieme a Roberto ‘Robo’ Bonini) e fondano il progetto Passkal che incarna uno stile che interscambia la techno con l’house passando per ambienti elettronici. Sono Francesco Passantino e Davide Calì, autori di dieci tracce che rappresentano la commistione perfetta tra i minimalismi tipici di labels come Perlon e Kompakt e suoni puliti, squadrati e geometricamente perfetti. Un lavoro che dà lustro alla produzione musicale italiana da anni investita da banalità e scontatezza che spesso porta ad essere ben distanti dalla qualità delle releases d’oltralpe.

-SINDICATO CREW “Sindicato Varios” (Sindicato): una release speciale questa #007 dell’emergente label di Madrid che negli ultimi mesi sta contribuendo attivamente alla diffusione della musica elettronica nella penisola iberica. Quattro le tracce: dall’elegante tech-house di Daweed ai giri aciduli di Fernando Gullon ft. Aqeel 72 sino al plasticismo di Santi Xpansoul e all’electro-beat di Alexi Delano riletto da Artifex. Cercate la vostra preferita.

-VERBOS/CATANZARO “Area Dj 2005” (Smart Bar/Red Bull Music): eretto nel lontano 1927 nella Clark Street, Smart Bar è uno dei locali più cool di Chicago grazie ad una programmazione musicale, iniziata nel 1982, che ha portato le esibizioni di personaggi cardine come Frankie Knuckles e Joe Smooth passando per Tommie Sunshine, Gabriel Palomo, Alexi Delano e Chris Liebing. Adesso, in collaborazione con la Red Bull Music (proprio quella nota bevanda energetica), pubblica una serie di vinili, la “Smart Bar Record Series”, che mette in mostra il sound del nuovo millenio. La copia in mio possesso è firmata da Mark Verbos e Gabe Catanzaro che si dividono i due lati riempiendoli con tracce acid-chicago-house (sulla scia dello storico “Higher State Of Consciousness” di Josh Wink) e tools disco 70’s e techno-house 90’s. Un sentito ringraziamento a Gabe (Catanzaro) che mi ha omaggiato di questa release che, probabilmente, non vedrà mai gli scaffali dei negozi italiani.

Electric greetz and have a nice summer holidays

DJ GIO MC-505

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