Intervista a Billy Nasty di Giosuè Impellizzeri 03/12/2005

Considerata una delle icone mondiali della musica techno, William Nastri alias Billy Nasty risponde oggi ad una realtà che ha trovato modo di espandersi grazie alla sua label, la Tortured. Il cammino inizia sul calare degli anni ’80 attraverso la prima house music e il funk. Le prime apparizioni da dj invece vanno ricercate nel leggendario Brain Club di Soho (Londra) assieme a Steve Bicknell col quale divideva la consolle. Nel ’91 esce il primo mix-cd che raggiunge una discreta popolarità in tutto il Regno Unito grazie ad uno stile innovativo che mischiava la progressive alle atmosfere della trance. Da questo momento Billy inizia a suonare in tutti i principali clubs del suo Paese e l’istinto lo porta verso la techno. Nel 1996 venne eletto come miglior dj nazionale: ormai era giunto il momento di aprire le porte della sua personale label, la Tortured, con la quale riesce a dare spazio alle composizioni di altri artisti come Umek, Ben Long, Cari Lekebusch, Ben Sims, Oliver Hô, The Advent, Space Dj’z, Stanny Franssen, Jel Ford e Marco Bailey. Corre parallelo l’amore per l’electro che si concretizza attraverso la fondazione di Electrix e che recentemente ha trovato la maniera per evidenziarsi in modo ancor più evidente grazie alla collaborazione con Anthony Rother col quale ha firmato "Celebrate The Roots". Cardine internazionale della techno, Billy Nasty è ospite sulle nostre webpages.

Benvenuto Billy. Iniziamo parlando del passato: cosa ricordi del tuo ?
"Ho iniziato a collezionare vinili sin da piccolo. Durante l’adolescenza amavo frequentare le discoteche che hanno largamente ispirato la mia attività. In me si rivelò subito quella strana ‘malattia’ del dj che in quel periodo colpiva molti ragazzini. In breve iniziai a registrare le prime cassette di musica mixata ed organizzare piccoli party con gli amici"

Chi erano gli artisti che seguivi con maggior interesse in quegli anni ?
"Prima di scoprire la musica dance ero incuriosito da The Clash e Terry Hall dei The Specials. Non ho mai avuto idoli in particolare ma semplicemente artisti che ammiravo per quello che riuscivano a fare con gli strumenti"

Come definiresti il tuo stile musicale odierno ?
"Oggi mi lascio influenzare da generi disparati prendendo in esame elementi provenienti da mondi musicali differenti. A tutto ciò aggiungo le mie emozioni"

Quali sono stati i motivi che ti hanno portato a fondare la Tortured ?
"Credo che per un giovane artista sia frustrante non vedere riconosciuti i propri sforzi. Le produzioni innovative hanno sempre trovato un posto nel mio flight-case ma mi accorsi che la maggior parte delle labels inglesi non la pensava come me ed ignorava completamente le novità provenienti dall’underground. In veste di artista avevo già militato in labels come Zoom ed Hard Hands ma arrivò il momento in cui avvertii la necessità di avere una label personale per avere campo libero sia nelle mie produzioni che in quelle di altri artisti. Così nacque Tortured"

Tortured ha anche due sublabels chiamate Electrix e Painkillers: parlacene.
"Electrix è nata circa cinque anni fa e sinora ha visto l’uscita di 26 singoli e tre albums. A differenza di Tortured, Electrix poggia le basi su uno stile che si posiziona su una linea intermedia tra l’electro e la minimal-techno. Painkillers invece è la più giovane e rappresenta la piattaforma sulla quale appaiono i remix delle tracce migliori apparse su Tortured"

Sei attivo nella scena musicale londinese da oltre un decennio: come vanno le cose in questo periodo ?
"Al momento la scena anglosassone pare attraversare un periodo di transizione. La maggior parte degli artisti si sta rimettendo in discussione e questa è una cosa interessante e positiva poichè impedisce alla scena di essere statica"

Hai mai avuto modo di entrare in contatto con la scena italiana ? Il romano Max Durante è apparso su Electrix, al partenopeo Gaetano Parisio hai riservato un posto su Painkillers mentre Markantonio è recentemente approdato su Tortured …
"Ho suonato a Napoli numerose volte e mi sono sempre divertito. Inoltre il mio vero cognome, Nastri, rivela la mia origine italiana (il nonno paterno era di Ravello, tra Amalfi e Napoli) e per me è sempre bello poter visitare il Paese dal quale proviene la mia famiglia. Ho avuto modo di suonare anche a Firenze e Genova ma la mia dancefloor preferita rimane a Napoli"

Cosa pensi invece sull’attuale scena musicale europea ?
"Anche in Europa credo che si assista ad una serie di evoluzione. Mi reputo un grande fan di electro, techno e minimal e, ad essere sincero, sono un estimatore di tutta la dance europea in generale … pensa che possiedo oltre 15.000 vinili !! La scena musicale europea è sempre nel mio cuore e rappresenta in pieno i miei gusti"

Nel 2004 hai realizzato "Celebrate The Roots" insieme ad Anthony Rother, pezzo andato a finire nell’emblematica raccolta "In Electro We Trust" su Datapunk. Credi che potrai nuovamente collaborare col produttore tedesco ?
"Conosco Anthony da molto tempo e lo stimo sia come artista che come persona. Proprio di recente ho collaborato con Gregor Tresher (della Datapunk) per un disco che uscirà su Electrix nei primi giorni del 2006. Inoltre il mio booking è curato da Databooks, l’agenzia di management artistico di Diana, la fidanzata di Anthony. Come vedi i punti di contatto ci sono: chissà se in futuro …"

A cosa stai lavorando in questo periodo ?
"Come dicevo poco fa, ho realizzato "Black Sorcery E.p." insieme a Gregor Tresher che finirà su Electrix. Parallelamente la mia "Imperfections" sarà pubblicata dalla Datapunk di Anthony Rother. Sto già pianificando nuovi lavori con Gregor per il futuro"

Qual’è il tuo equipment ideale ?
"Nella veste da dj vedo i classici Technics 1200 e il Pioneer 600 (anche se ho un debole per i mixers della Allen & Heath). Mi piace molto Ableton Live ma quando lavoro con Gregor viene fuori il Logic, il Traktor e vari software ipermoderni prodotti dalla nota Native Instruments"

Credi che i files mp3 illegali contribuiscano in modo sostanziale alla crisi del mondo discografico ?
"Internet, iPods e tutti i downloads illegali hanno sicuramente abbassato la soglia di vendita del vinile che resta un formato legato solo ed unicamente ai dj’s o agli aspiranti tali. E’ normale che ci si trovi di fronte ad una piccola percentuale. Nell’ultimo periodo ho notato che sono sempre di più le labels che preferiscono stampare la loro musica solo su cd mettendo da parte il vecchio ma indimenticato vinile"

Internet però rappresenta, nel contempo, una grandiosa nuova forma di comunicazione …
"Si, sono d’accordo con te. In questi giorni la gente legge i giornali, acquista e vende oggetti, scambia opinioni proprio attraverso la rete telematica. E’ fantastico"

Rimane solo il tempo per i saluti.
"Merry Christmas and Happy New Year !! Spero di potervi incontrare presto in un club italiano. Billy Nasty"

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