Intervista a Crème De Menthe di Giosuè Impellizzeri 12/12/2005

Il suo nome appare per la prima volta nel 2002 quando la label monegasca Disko B decise di ristampare il "Plastique E.p." edito un anno prima sulla piccolissima Oscarr Records di Glasgow. Fu quello il momento in cui il compositore Matthew Aldworth venne lanciato nel panorama internazionale della musica elettronica. Nascondendosi abilmente dietro lo pseudonimo Crème De Menthe rilascia pezzi in cui si sente una fortissima attitudine 80’s miscelata alla moderna electro e a sprazzi hip-hop. L’autorevole magazine NME definisce il suo stile un ‘aggiornamento dell’electro-beat che confluisce in synths acidi e in vocals impassibili’, formula che si rivela fortunata tanto da portare l’inglese in tour per l’Europa. Per tre lunghi anni il silenzio ha completamente accerchiato la sua figura facendo accrescere a dismisura la curiosità nei suoi confronti. Quando sembrava dato per disperso Crème De Menthe rompe la lunga pausa col primo album, "Impossibility of Eroticism In The Suburbs", edito ancora dalla Disko B di Peter Wacha e realizzato grazie al fondamentale apporto dei Mysterymen, altro nome che non suonerà nuovo per i fans della celeberrima label di Monaco che ha scritto parte della musica elettronica tedesca.

Benvenuto Matt. Mi piacerebbe conoscere qualche dettaglio sul tuo primo avvicinamento alla musica elettronica.
"Probabilmente il primo pezzo electronic-dance che ho ascoltato fu il mitico "Pump Up The Volume" dei M.A.R.S.S. ma ricordo perfettamente che il primo vinile che acquistai era "Wonder Dog" di A Bunch Of Dogs organizzato su stesure cheesy-pop. Fui catturato dai suoni campionati e così iniziai ad effettuare dei tagli edit sulle musicassette e creare i miei loops. Mia sorella possedeva un Commodore 64 dal quale uscivano suoni incredibili … quelli che poi mi hanno spronato all’acquisto di una Elektron Sid Station. Programmi semplicissimi come Drum Studio e S.A.M. Speech hanno poi ispirato le mie prime idee musicali. Ricordo anche che, ai tempi della scuola, una delle mie maestre possedeva varie tastiere, sintetizzatori e drum-machines piene di pulsanti colorati. Ero totalmente affascinato e di lì a poco acquistai una tastiera della Yamaha, credo la PS 170, alla quale si aggiunse presto una della Casio"

C’è qualche ragione particolare che si cela dietro il tuo nome d’arte ?
"Un giorno passeggiavo con un amico per la Great Western Road (a Glasgow) quando ebbi l’idea pensando ad un act hip-hop. Tutto nacque quando vidi un curioso passante che indossava un simpatico cappotto in pvc dal colore verde menta: mi venne spontaneo chiamarlo Crème De Menthe. Era il periodo in cui cercavo uno pseudonimo a cui legarmi per i miei shows e nella mia testa continuava ad apparire quello strano personaggio vestito di verde. Allora decisi che sarei diventato Crème De Menthe. Alcuni cercano di trovare in questo nome qualcosa di più serio addirittura pensando alla religione ma la ragione è decisamente più banale ;o) Volevo trovare uno pseudonimo a tutti i costi (sebbene molti artisti preferiscono adoperare il proprio nome e cognome) perchè era mia intenzione creare una sorta di personaggio che fosse in grado di incarnare lo spirito della mia musica"

Come definiresti la tua musica ? Personalmente mi piace identificarla nell’analog-disco ;o)"
"Non saprei risponderti con esattezza. Sono certo che nelle mie composizioni c’è la libertà di prendere qualsiasi direzione senza limitazioni di sorta. Le attitudini rimangono nella disco ma la musica può cambiare con facilità"

Il tuo primo e.p. uscì nel 2001 sulla piccola Oscarr e solo in un secondo momento venne licenziato dalla Disko B. Come nacque il contatto con la celeberrima label monegasca diretta da Peter Wacha ?
"Oscarr è una label nata sotto il segno di Optimo, il gruppo fondato da Twitch & Wilkes che da anni promuove la musica elettronica in Inghilterra. Loro avevano già contatti con la Disko B e quando Peter Wacha (alias Upstart) ascoltò "Plastique E.p." espresse subito il desiderio di ristamparlo sulla sua label"

Da qualche giorno invece, ancora su Disko B, è apparso il tuo primo album intitolato "Impossibility of Eroticism in the Suburbs" prodotto assieme ai Mysterymen. Parlacene.
"L’intero lavoro è il risultato della sinergia che ho stretto coi Mysterymen. Sicuramente senza il loro fondamentale apporto il disco suonerebbe in maniera differente. Abbiamo discusso su tutto: dai synths da adoperare sino alle voci e al mixaggio. Abbiamo impegnato tantissime energie lavorando a lungo anche in studi dalle potenzialità ridotte ma credo che nell’insieme "Impossibility of Eroticism in the Suburbs" possa lasciare gradite sensazioni nelle orecchie di chi lo ascolta"

Alcune tracce dell’album, come "Destroy The Human Race", "We’re Living In The Night" ed "A Hunger That Never Ends", sono frutti di reworks delle versioni originali risalenti al 2002. A cosa si deve questa scelta ?
"La collaborazione coi Mysterymen ha portato a rivedere un pò gli arrangiamenti e i suoni delle tracce a cui fai riferimento. Delle versioni originali è rimasta la struttura e gran parte dell’esecuzione ma, come avrai ben notato, ora trovano spazio anche suoni del low-fi (che personalmente adoro) e parti vocali ricantate. Per rendere tutte le tracce più omogenee tra loro abbiamo deciso, di comune accordo, di apporre queste lievi modifiche"

Nel 2003 l’eccezionale "A Hunger That Never Ends" finì nella raccolta "Still Fucking With Star Whores Compilation": prevedi di poter tornare a collaborare con la Star Whores del madrileno Alek Stark ?
"Alek è una grandiosa persona oltre che un ottimo amico. Lo incontrai per la prima volta qualche anno fa in occasione del Popkomm Festival dove ci esibimmo insieme. Ha mostrato sempre grande interesse per la mia musica e così decisi di dargli una traccia per quella compilation su Star Whores. Mi piacerebbe moltissimo collaborare con lui: lo reputo preparatissimo in campo tecnico e forse ciò lo deve anche al suo avveniristico studio di registrazione"

Ho letto qualcosa riguardante alcune tue tracce diventate colonne sonore di vari films …
"Confermo. Tempo fa aiutai un amico di vecchia data, Adrian McDowal, a realizzare un pezzo che figurava in una sua pellicola realizzata per l’università. Si trattava del film "Who’s My Favourite Girl?" che è riuscito a vincere diversi festivals sino ad arrivare al B.A.F.T.As, l’equivalente britannico degli Oscar candidandosi (e vincendo) come miglior cortometraggio. Da quel momento abbiamo deciso di collaborare e così sono nate altre soundtracks. La più recente che ho realizzato è "Wise Guys" per la BBC. Al momento Adrian sta lavorando ad un nuovo film per il quale comporrò una colonna sonora. Tutto ciò mi fornisce la possibilità di esplorare nuovi mondi e direzioni rendendo il mio estro creativo sempre più aperto"

Il tuo album, uscito dopo tre anni d’assenza dalle scene, è stato pubblicato da pochi giorni. Stai già lavorando a qualcosa di completamente inedito ? O forse usciranno dei singoli arricchiti da nuove versioni remix ?
"Non sono sicuro ma mi piacerebbe molto che la Disko B potesse far uscire nuovi singoli. Ho molto materiale inedito che mi piacerebbe veder pubblicato al più presto evitando lunghe pause come quella alla quale hai fatto riferimento tu"

Hai mai avuto contatti con la scena italiana ?
"Mentre rispondo alle tue domande ascolto un mixato di italo-disco. Mi piace molto questo stile che miscela il cheesy e l’analog sound e proprio di recente ho instaurato un contatto con l’Italia che potrebbe portarmi a suonare dalle tue parti. Se qualcuno volesse il sound di Crème De Menthe nel proprio club può farlo contattando [email protected]"

Quali sono i tuoi artisti preferiti del momento ?
"Questa è una domanda alla quale è difficile risponderti perchè personalmente tendo a focalizzare la mia attezione sul mio lavoro da produttore e sui miei live-sets. Comunque tra quelli che mi piacciono di più cito Green Velvet, gli indimenticati D.A.F., Alden Tyrell, Dopplereffekt, Giorgio Moroder, Kraftwerk e varie soundtracks, in particolare quelle dei films horror italiani degli anni ’70. Al momento sto lavorando ad un e.p. che possa creare un’eco proprio a questo genere di composizioni. Tra i clubs invece mi piace molto il Tresor di Berlino, prima che fosse chiuso naturalmente ;o). Poi c’è il Subclub a Glasgow che raccomando di frequentare ogni domenica notte quando l’organizzazione è curata da Optimo"

Hai idea di quali potrebbero essere le nuove influenze con cui s’arricchirà la musica elettronica ? Forse la rediviva acid ?
"Qualche tempo fa ho comprato una Tb-303 da utilizzare nei miei live-sets e ti posso dire che la trovo una macchina ottima non solo per i basslines acid. E’ difficile pronosticare nuovi trends ma ti confido che non mi interessa molto la moda. Personalmente voglio seguire soltanto ciò che mi detta il mio istinto e che reputo migliore in quel momento. E’ importantissimo non confinarsi in una sola direzione"

Sono in tanti a parlare dell’imminente morte del vinile …
"Io invece credo che il vinile non sparirà mai ma accrescerà l’attenzione dei veri amanti della musica. Amo il vinile e credo che un file mp3 non potrà mai sostituirlo sia per la sua qualità audio inferiore che per l’assenza dell’anima della musica. I cd’s riflettono un sound pulito ma sostengo che il vinile ricopra un ruolo speciale ed ancora insostituibile. Per me è il miglior formato per chi ama davvero la musica"

In studio preferisci lavorare con l’hardware o col software ?
"Lavorare con l’hardware richiede un maggior impegno. Capita, a volte, che per realizzare un suono possa impiegare due o tre ore ma alla fine il risultato lo sento mio poichè plasmato dalle mie mani e non attraverso il freddo clic di un semplice mouse. Adoro i synths degli anni ’80 (Casio CZ1000, ESQM, Yamaha TX817) anche se a volte mi fanno innervosire poichè perdono con facilità tutti i parametri preimpostati. Ciò non vuol dire però che disdegno la cultura per il digitale. Negli ultimi quattro anni ho apportato molte modifiche al mio studio limitando un pò le iniziali risorse (come MPC 2000 e Nord Lead 2). Attualmente amo interfacciare i synths analogici ai sequencers digitali non tralasciando la potenza e la flessibilità dei moderni strumenti VST coi quali si riescono ad ottenere ottimi risultati. Sono soddisfatto del mio nuovo studio nel quale sento una creatività maggiore anche grazie a questa straordinaria fusione tra vecchio e nuovo. Molte cose le devo anche ai Mysterymen, veri maghi dell’hardware"

Abbiamo finito: mancano solo i saluti.
"Divertitevi sempre !! Crème De Menthe"

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