Intervista a Sandy Warez di Giosuè Impellizzeri 19/12/2005

Una carriera costellata da continui successi quella del dj-producer belga Sandy Estievenart meglio noto come Sandy Warez. La sua attività all’interno della scena musicale inizia nei primi anni ’90 in cui si accosta alla violenza e alla spregiudicatezza dell’hardcore di matrice olandese. Tra il 1996 e il 1997 avviene la svolta dettata dai continui e ripetuti mutamenti (non graditi) all’interno del filone hardcore che lo traghettano verso la techno e, di lì a poco, all’hard-techno meglio definita come ‘hot schranz’ (termine coniato da Chris Liebing alla fine degli anni ’90 che indica la formula della dirty-techno dalle velocità esasperate e dai suoni distorti). Nel 2001 inizia la lunga sequenza di dischi che Warez ha rilasciato su un numero esagerato di labels sparse per il continente europeo: da Invasion a 4 x 4 Recordings, da Jackstar a Cluster sino a Combat Skill, Future Frontier, Subsounds e The Third Movement, il gruppo olandese capitanato da Dj Promo. Da circa due anni Sandy è diventato A&R della Subsounds, label che in questi giorni s’appresta ad immettere sul mercato il suo "Hard Ace vs Tribal Tricks E.p.", nato dalla fusione stilistica dei due progetti di maggior spessore rilasciati in un recente passato (ovvero "Hard Ace" e "Tribal Tricks"). Sandy Warez si rivela per la prima volta su un magazine italiano.

Benvenuto Sandy. Cosa ricordi del tuo primo approccio con la musica elettronica ?
Ciao Giosuè e ciao a tutti i lettori. Sono Sandy Warez, ho quasi trent’anni e sono un grande amante della musica. Il mio primo contatto risale al 1988 quando il movimento della dance stava per sbocciare. In Belgio abbiamo la fortuna di vantare mitici clubs che proponevano questo genere musicale e fu grazie proprio a quei locali che iniziai ad accostarmi alla consolle e a mixare i primi dischi di genere hip-hop"

Chi erano i tuoi artisti preferiti ?
"Tra il 1988 e il 1991 ero un fan sfegatato di Public Enemy, Beastie Boys, Nwa … eh eh eh … cose che non avevano molti punti in comune con la musica elettronica. Scoprii la cultura del djing più tardi, intorno al 1991-’92, quando ascoltai delle performances di Jeff Mills e Robert Armani. Fu proprio Jeff Mills ad impressionarmi con la sua tecnica tanto da spingermi a tralasciare l’amore per l’hip-hop ed accostarmi alla techno"

Inizialmente collaboravi con David Duriez, Liza n Elliaz e M.I.K.E. alias Push: cosa ricordi con maggior piacere di quel periodo ?
"Fu il destino a farci incontrare. Musicalmente non eravamo molto affiatati ma fu grazie a loro che scoprii tre stili differenti di musica (l’house, l’hardcore e la trance). Alla fine il mio gusto per la musica hard ha prevalso ed ho iniziato a lavorare tantissimo non per mettermi in mostra e conoscere persone ma perchè ho subito creduto che quello fosse il mio mondo. Certo, non posso dimenticare tante delusioni che ho avuto nel corso degli anni ma alla luce di tutto quello che è accaduto non cambierei nulla del mio passato. Sono fiero di essere ‘cresciuto’ senza l’aiuto di nessuna star ma semplicemente con tonnellate di lavoro e tante produzioni. Un grande ringraziamento lo devo solo a Liza"

Nei primi tempi la tua preferenza era rivolta alla musica hardcore, stile che hai lasciato definitivamente nel 1996, anno in cui diventasti dj-resident dell’Extravaganza. A cosa si deve questo importante cambiamento ?
"Cambiai i miei gusti musicali proprio tra il 1996 e il 1997 quando l’hardcore si stava evolvendo in modo disordinato e stava imboccando una strada troppo commerciale. Non potevo tollerare una situazione del genere visto che, da sempre, sono stato un sostenitore della scena underground. A quel punto decisi di esplorare la techno, in quel periodo più creativa e di nicchia rispetto ad oggi"

Com’è l’attuale scena musicale belga ?
"Piuttosto strana visto che si divide in minimal ed hard e non abbraccia grosse novità. Alla fine il tutto risulta un pò monotono. Inoltre al momento i personaggi più famosi seguono unicamente la scena minimal e questo comportamento lo condanno poichè dettato semplicemente dalla moda e non dall’instinto che si ha dentro. E’ come se i producers belgi siano sprofondati in una fossa, quella della non-creatività. Contrariamente reputo la scena hard-techno molto più attiva anche grazie al supporto di giovani produttori iper motivati. Ogni weekend abbiamo a disposizione 2/3 eventi di tutto rispetto. Nella mia ideale classifica delle locations migliori preferisco proprio il Belgio seguito dall’Ungheria e Slovenia"

Conosci qualcosa della scena italiana ?
"Credo che voi italiani possiate vantare molti re della musica e ciò non può essere che positivo. Mauro Picotto e Danilo Vigorito per la techno, Unexist e Jappo per l’hardcore e Benny Benassi per la pop-dance: non c’è che dire, siete bravi. Non posso esprimermi nella stessa maniera per quanto riguarda i clubs semplicemente perchè non ci sono mai stato e, sarò sincero, non ho mai avuto contatti con dj’s, producers e managers italiani all’infuori che te"

Allarghiamo l’obiettivo e parliamo di Europa: quali sono i tuoi nomi preferiti al momento ?
"Attualmente la scena musicale europea propone due filoni di techno-music: da un lato quella più soft (electro, microhouse, minimal) e dall’altro quella hard (hard-techno, industrial, hardcore). La mia preferenza è rivolta a labels come Third Movement, Industrial Movement, Skull Tunes e Compressed per le quali recentemente ho rilasciato alcuni dischi. Tra i producers che adoro invece cito Peaky Pounder, N Vitral, Ophidian, Boris S, Sven Wittekind ed Obit. I clubs ? Preferisco i grandi eventi come Defqon 1 e Nature One"

Nel 2004 sei diventato l’A&R della Subsounds, la storica label appartenente al gruppo A&S. Come è nata l’idea di collaborare con Frank Van Brussel ?
"Iniziai a lavorare con Frank nel 2001, in particolare per la D-Form. In breve la mia musica ha raggiunto anche altre labels del gruppo di Paal come Future Frontier e Subsounds. Il successo di oggi lo devo soprattutto a Frank che ha subito creduto nelle mie qualità da produttore. Nel 2004, dopo varie hits uscite su differenti labels, proposi a Frank la mia collaborazione nella veste di A&R per poter portare su Subsounds alcuni miei amici ed aiutarli proprio come lui fece con me"

A breve uscirà l’ennesimo e.p. (su Subsounds) intitolato "Hard Ace vs Tribal Tricks", nel quale presenziano ancora forti spunti afro. Parlacene.
"Ogni volta che produco cerco di imprimere differenti atmosfere nelle tracce per caratterizzarle e distanziarle l’una dall’altra. Fondamentalmente evito di ripetermi in modo passivo e spero di esserci riuscito anche in questo disco di imminente pubblicazione"

A cosa stai lavorando in queste settimane ?
"Recentemente sono entrato a far parte di un nuovo management (www.thirdmovement.nl), già noto nel campo industrial ed hardcore. E’ proprio la Third Movement che ha iniziato a lavorare, da qualche mese a questa parte, con vari artisti hard-techno come Amok, Jamie Ball, Jeff Amadeus ed io. Dall’inizio della passata estate sto lavorando a molti progetti discografici, alcuni già pubblicati (come "State Of Funk 1" su Future Frontier, "Bo Killing Joe" su Skull Tunes e "Trash Punk" su Compressed) ed altri di imminente uscita come "Industrial E.p." che confluirà su una label olandese. Per quanto riguarda le serate, suono 2 o 4 volte al mese in ottimi eventi. In questi giorni sto organizzando la festa per il mio compleanno che si terrà il prossimo 4 febbraio in un grande hangar con un line-up di oltre 20 dj’s divisi in due sale. I generi proposti passeranno dall’hardcore all’industrial sino alla techno e all’hard-techno. Posso già anticiparvi qualche nome: Dj Promo, Peaky Pounder, N Vitral, Paul Langley, Chris Liberator, Julian Liberator, Jeff Amadeus, Boris S, Arkus P, Mario Ranieri, Ocram, Linda Pearl e molti altri"

La musica che proponi e produci riflette una via veloce e molto energica (spesso le tue tracce sfociano nella più selvaggia hot-schranz). Credi che l’hard-techno abbia un roseo futuro ? Ti chiedo questo perchè sono sempre di più i dj’s che si allontanano dalla techno per accostarsi ad un ramo più housy e soft.
"Credo che la musica debba sempre rappresentare quello che si ha dentro. L’house e l’electro sono ottime da ascoltare per radio, in macchina, per rilassarsi prima di dormire. Sento di aver spianato la strada per una nuova techno, esasperata nelle ritmiche e nei suoni. "Hard Ace vs Tribal Tricks" è ancora abbastanza soft per me … personalmente amo produzioni ancor più veloci ed hard nella loro costruzione"

Hai mai pensato di produrre un album ? E magari anche di fondare anche una label …
"Al momento non credo che nella mia carriera sia necessario incidere un album. Fortunatamente riesco a pubblicare molti e.p. all’anno (mediamente 6 per la Subsounds che gestisco con Frank Van Brussel) ma ti confido che mi piacerebbe molto fondare una label personale che possa mostrare il mio stile al 100%. Comunque non ho fretta e, se nascerà la possibilità in futuro, ci penserò"

Sono sempre di più quelli che parlano della morte del vinile.
"Il vinile sarà sempre il mezzo essenziale del movimento musicale underground anche se recentemente molti big dj’s hanno iniziato a suonare coi cdj. Ho sperimentato per la prima volta i cdj durante una serata proprio qualche settimana fa ma soltanto per mixare i miei pezzi ancora non pubblicati. Credo pertanto che il vinile non morirà mai"

La tua musica proviene da un equipment hardware o software ?
"Lavoro per il 90% con Reason e Cubase mentre per i miei live-acts faccio leva su Ableton 5 e l’Mpc 4000 dell’Akai"

Ultima riga … quella dei saluti.
"Buona giornata a tutti gli italiani che ascoltano hard-techno e a presto con un mix da pazzi solo per voi. Sandy Warez"

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