#083 -2006: tanta confusione all’orizzonte [08-01-2006]

In giro c’è un forte senso di confusione. Tanti quelli che sino a poco tempo fa colorivano i loro spazi radiofonici e le loro selezioni con musica pop-dance e che ora, colti da un’improvvisa voglia di trasgredire, sentono di aver scoperto per primi la musica elettronica. Una scoperta che può essere paragonata a quella dell’acqua calda. Sino ad una manciata di anni addietro per ‘minimal’ s’intendeva quel ramo della techno che ruotava attorno a grooves secchi e ciclici, minimali per l’appunto. Ora invece il termine serve ad indicare un filone fatto di pochi suoni che in tantissimi continuano a far rientrare nella house (perchè dire ‘house’ forse serve a sentirsi trendy) ignorando invece la derivazione della più remota (e forse sconosciuta) detroit. Oggi il panorama musicale italiano brulica di neofiti della musica elettronica, di gente che per evadere dall’inciso-strofa-ponte-ritornello è disposta a confondere le idee di chi ascolta in modo impressionante. E, come al solito, la coerenza viene lasciata in disparte. Mi auguro che il nuovo anno possa portare un pò di ordine in questo Paese che dimostra ancora una volta di essere attirato solo ed unicamente dalle mode. La musica non è come un jeans griffato che oggi lo ostenti e domani lo nascondi nell’armadio fingendo di non averlo mai comprato. La buona Musica rimane tale. Per sempre.

-Silence "Skin" -the remixes- (Matrix Musik): gradito ritorno per la slovena Matrix Musik che riappare coi remixes di "Skin", pezzo che apriva l’album "Vain-A Tribute To A Ghost" dedicato a Matej Smolnik aka Dj Vain (promettente artista sloveno scomparso prematuramente nel 1998). Silence (duo composto da Primoz Hladnik e Boris Benko) continua a percorrere la strada nel synth-pop, stile che si configura meglio attraverso le versioni di Valentino Kanzyani ed Uros Umek, ormai molto lontani dai tempi di Recycled Loops. A chiudere è la versione di Random Logic, impolverata da strumentistica vintage e rinforzata da vocal-parts vagamente rock.

-Zoo Brazil "Crash" (Harthouse Mannheim): la ‘nuova vita’ dell’Harthouse (storica label fondata nel 1992 da Sven Väth, Matthias Hoffmann ed Heinz Roth ed acquisita nel 2004 dalla Daredo Music di Mannheim che ne ha rilevato l’intero catalogo) inizia col disco di Zoo Brazil. Il duo, formato da John Andersson e Johan Emmoth, si limita ad incidere tre pezzi in chiave ‘post-house’, nati dalla commistione tra le ritmiche della prima house e i suoni plastici della techno. Inflessioni alla Black Strobe, Tiefschwarz ed Adriano Canzian danno colore ai pezzi entrati prepotentemente nei flight-cases di molti big dj’s.

-Tigerskin "Stone Engine" (Lebensfreude): secondo e.p. su Lebensfreude per Alex Krüger alias Tigerskin dopo il fortunato "Intravenous". Il tracciato è ancora quello della new-house di matrice elettronica che in questo periodo mette d’accordo un pò tutti. "Microline" lascia filtrare delle svirgolate acidule che appaiono e scompaiono rapidamente come un fantasma mentre la più romantica "Mother" si poggia su suoni tipici del low-tech che, conficcati energicamente nel beat, vengono trascinati da un basso funk. A completare il tutto è la cover-art dell’italianissima Anna Delle Vedove che trasporta il contenuto della musica di Tigerskin in un fiabesco mondo bicolore.

-Redlight Brown "Unica" (Contraband): terzo numero di catalogo per la Contraband, neolabel distribuita dalla Elp di Francoforte. Soltanto due le versioni incise sul vinile: la Into Deep Mix dai movimenti funky-house arricchita da sensuali voci femminili e la più tendenziosa Redlight Mix che si sbilancia con un bassline plastico e rimandi al suono del più recente Bangkok Impact. Neo-house dal fascino moderno.

-Ellen Allien "Down" -the remixes- (BPitch Control): per il nuovo estratto da "Thrills" la Allien interpella un trio di remixer d’eccezione. Da Dinky, con la sua visione deep, micro, plastica ed enigmatica dove strutture ritmiche lineari si mischiano a suoni soffusi e ricchi di pathos agli italianissimi Drama Society che optano per un tracciato oscuro che affonda le radici nel ‘syntetic-dark’ ravvivato da un crescendo strumentistico e suoni da horror-movie. Chiude il rework di FuckALoop che trasforma il pezzo in una tessera cinematografica nella quale vengono racchiusi elementi funk collegati ad un motore sonoro avveniristico in linea con lo stile che da sempre contraddistingue la BPitch Control.
-David Roiseux "Cultivated E.p. II" (Elp): in un periodo come questo in cui tutti sembrano essere attratti dalla microhouse per fortuna c’è chi la techno la produce ancora. In "Lèsquive" Roiseux si lascia tentare un pò da un bassline di origine electro-techno ma in "Harms Way" il ritmo non conosce sosta se non nella parte centrale dove dei pads deep ed una voce passata nel vocoder tagliano il beat come se fosse burro sotto una lama arroventata. Il groove pare ancora il miglior amico delle releases marchiate Elp.

-Karma Fever "Your Bitch Is" (Vokuhila): nuovo episodio per la piccola Vokuhila che riappare con lo scabroso "Your Bitch Is" fatto di tre tracce incise su un vinile monofacciata. L’Original porge una sottile trama di electro-techno avvolta in un’anima funky, il remix di Dr. Drak spazia nei territori della low-fi-techno con presenze di sid-style, quello di Mr. Diamant cela, sotto un’apparente patina tech-house, chiare influenze trancy che paiono essere le più richieste del periodo. Piacevole e differente dalla moltitudine di releases edite negli ultimi mesi.

-Q-Point "Nothing Else" (Mole Listening Pearls): uscirà a giorni il #066 di Mole, la label specializzata in un sound che si posiziona tra lounge, ambient ed easy listening. In questo "Nothing Else" presenziano ben 14 tracce dal retrogusto jazzy ideali per i cocktails raffinati dove si sprecano i tacchi a spillo. Sobrio il downbeat apprezzabile in pezzi come "Tomorrow", "Oracle", "Row" ed "Into My Mind" perfette per le situazioni più fashion.

-Bodzin & Huntemann "Black E.p." (International Deejay Gigolo): secondo appuntamento per la coppia Stephan Bodzin ed Oliver Huntemann (ex Kay Cee) sulla Gigolo dopo il discutibile "Sweet Sensations" edito durante la passata primavera. Questo prosieguo non si discosta tanto dal suo predecessore sia per stesure che per timbriche che risultano abbastanza prevedibili e sicuramente non conformi alla spudoratezza che un tempo contrassegnava la label di Hell. Costruzioni ritmiche geometriche che profumano di vintage (rim-shots in grande evidenza) troneggiano in ambientazioni post-house e vagamente italo. Ma il risultato globale è fin troppo legato alla tendenza del momento, scelta che non si addice per nulla alla politica a cui questa label ci aveva abituato.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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