#085 -Quarto appuntamento con Slices [22-01-2006]

Electronic Beats rilascia, come preannunciato lo scorso autunno, il quarto capitolo della serie "Slices", quello che può tranquillamente considerarsi il primo dvd-magazine (completamente gratuito) che mostra il panorama multifacciale della musica elettronica mondiale. Una genuina alternativa alla tv che spesso si dimentica dell’esistenza dei nomi che gravitano come satelliti attorno a pianeti lontani anni luce dal business e dai riflettori. Dall’electronica più riflessiva al downbeat passando per la house e la techno: questo è "Slices", un vero e proprio reportage che rende omaggio alle realtà che appartengono al suburbano. Questo quarto appuntamento è dedicato quasi interamente ai fans dell’electro, quella che vede nell’obiettivo del termine non trascendendolo in alcun modo. Lo special sull’Olanda abbraccia realtà come Delsin (la label di Peel Seamus), Clone (diretta da Serge Verschuur) e Bunker (dell’electro-freak Guy ‘Unit Moebius’ Tavares) alle quali seguono artisti come Joris Voorn (ormai una colonna portante della techno) e Stefan Robbers, fautore dello storico progetto Acid Junkies. Di grande rilievo la presenza di Danny Wolfers alias Legowelt ritratto nella sua casa-studio a Den Haag in simbiosi con l’enorme collezione di sintetizzatori analogici. Nella schiera degli artisti di questo "Slices" si trova la bella Kate Wax (from Mental Groove), l’altrettanto avvenente Dj Chloè, Michael Reinboth e la sua Compost e l’estroso Mathew Jonson che di recente ha infiammato le dancefloors internazionali con l’ipnotica "Marionette" edita dalla sua Wagon Repair di Vancoover (Canada). La copertina invece l’hanno conquistata i berlinesi Gernot Bronsert e Sebastian Szary uniti, dal 1996, nel progetto Modeselektor. L’extra è dedicato al vinyl manufacturing, il lungo processo della produzione fisica di un vinile (eseguito presso R.A.N.D. Muzik) mentre l’area videos vede l’alternarsi di pezzi come "Aranda" di Egoexpress, "Changing Times" del fenomeno Jahcoozi, "Tides" di Beanfield feat. Bajka (remixato da Carl Craig), "Trou Noir" di Le Grande Boofant ed "Earth" dei già citati Modeselektor, pezzo estratto dal recente album "Hello Mom!" uscito sulla BPitch Control di Ellen Allien. Come sempre il team di Electronic Beats ha centrato l’obiettivo.

-Telex "On The Road Again" -remixes- (Emi): sono passati ben 28 anni da quando Marc Moulin, Dan Lacksman e Michel Moers decisero di formare i Telex. A 20 anni dall’ultima apparizione discografica il trio belga torna a calcare le scene, un pò come è accaduto un paio d’anni fa coi tedeschi Kraftwerk. Il ritorno viene segnato dalla riedizione di "On The Road Again", il cavallo di battaglia anni ’60 dei dispersi Canned Heat (Alan Wilson & Floyd Jones) che nel 1978 fu furbamente coverizzato dai francesi Rockets. Il moog-style di quegli anni torna a vibrare attraverso la Telex version affiancata dai remix di Jo Bogaert (quello che operava dietro il progetto Technotronic), Trevor Jackson alias Playgroup e il romano Marco Passarani. In arrivo c’è anche un nuovo lp, "How Do You Dance", sul quale circola (comprensibilmente) molto interesse.

-Aa.Vv. "Science Fiction Jazz 9" (Mole Listening Pearls): generalmente legata al jazz e alla musica downbeat, la Mole si prende una pausa dirigendosi verso la dance moderna. Fautore di questa scelta (mirata) è Robert Jan Meyer meglio noto come Minus 8. La tracklist nasce setacciando la produzione recente e quella più datata dalla quale vengono fuori gemme senza tempo di Daniel Wang, Justus Köhnke e Maurice Joshua (tratto dal catalogo Casablanca Trax). Tra le più recenti invece quelle di M.A.N.D.Y. vs Booka Shade, Product.01, Quesh, Moonbootica e Juliet. A chiudere due perle di bellezza più sottile: "Engoli" di Âme ed "Airborne" di Dave Angel, prodotta con Carl Craig.

-Rose Et Noire "Tracé Dans Le Bleu" (Discordian): a due anni dall’album di debutto, Laurent Chambert e Marie Möör alias Rose Et Noir ritornano con una selezione musicale di vere canzoni inquadrabili in un contesto melanconic-pop fatte di suoni alla Plaid e Boards Of Canada. Un pò decadente ma molto sensuale, il lavoro si sintetizza come una sorta di rapsodia avvolta in un involucro romantico nel quale scorrono liriche poetiche di 16 pezzi sperimentatori. Atmosfere dei primissimi Depeche Mode, Red Snapper e Sol Invictus infondono pennellate di colore tenue e poco acceso, abbinato a declamazioni quasi epiche tranciate in più punti dai rumorismi tipici dell’abstract. Nella globalità rammenta i connazionali Stereo Total riapparsi recentemente sulla monegasca Disko B.

-XLover "Lovesucker" (International Deejay Gigolo): secondo singolo estratto dall’album "Pleasure & Romance" dopo il primaverile "So Blue" per la band che risponde al nome di XLover. Fautori di una new-wave imboscata nell’elettronica da ballo, il quartetto americano guidato dalla sensuale voce di Nina Rai si lascia mettere le mani addosso dai Motor che ne realizzano una sorta di bootleg con la recente hit "Sweat Box". Il secondo remix è dei belgi Mo Becha e David Fouquaert alias The Glimmers (o The Glimmer Twins) che ci offrono una rivisitazione che profuma di electro e funk graffiata da suoni dark tritati in grovigli di ritmi gotici e di tanto in tanto inframmezzati da incursioni bleepy.

-Parkerlab "Eisbär" (Sismic Music): sonorità vicine all’industriale degli anni ’80 per Parkerlab, nuovo artista entrato a far parte del team francese della Sismic Music. Dopo aver remixato "Personal Feelings" dei Trisomie 21, l’artista riappare con "Eisbär", cover del mitico pezzo di The Grauzone che torna a vivere attraverso molteplici versioni firmate da Delon & Dalcan, Rock Da Bear e Syd. Il pezzo figura anche nella compilation "Picture Of Now" mixata da Delon & Dalcan assieme a pezzi di Nathan Fake, Marc Romboy, Trentemøller, Tiga, Digitalism e molti altri.

-Aa.Vv. "Hedonic 002" (Hedonic Recordings): secondo tassello per la polacca Hedonic che, dalla sua sede di Cracovia, rilascia un e.p. capace di martellare le orecchie con dell’ottima groovy-techno, genere lasciato un pò in disparte negli ultimi tempi vista la grande prevalenza dell’elettronica fritta e rifritta in tutte le sue formule. Dal groovy-funk di Mike Del Saar alla tribal-techno dal feeling afro ed iberico di Bando & Mooz (vicini al sound di Leandro Gamez) sino allo spasmodico intreccio di grooves di Electro One e Bartek. Non manca la presenza del canto etnico con "Mi Corazone" di Electro One & Diana D’ Rouze che riporta al fortunato "Manipulated", il successo di Ben Sims targato 2002.

-Maral Salmassi "Love" (Art Of Perception): il risveglio artistico di Art Of Perception (una delle labels di Maral Salmassi assieme a Television e Konsequent) riparte dall’età del rinascimento, il ‘renaissance’ che ruota intorno ad una cristallina razionalità fatta di verticalismo e sporgenze. La nuova serie è "Love" e porta in scena l’amore facendo riferimento ad antiche mitologie, letteratura ed arte. La musica appare in bilico tra realtà e sogno (sulla scia della pittura di Albrecht Altdorfer) e pullulante di quegli elementi fantasiosi che vanno ad attecchire nella stesura di "Forever", una fine composizione di electronica melanconica nella quale prevale la voce della Salmassi attorcigliata ai suadenti violini di Irmgard Zavelberg. In "Does It Really Matter?" invece si tocca il movimento in 4/4, minimal e crepy con un beat costruito secondo aritmie alla John Starlight ed un cracking sound impareggiabile che rende omaggio alla techno di Colonia.

-Mark Broom "From London With Love" (BPitch Control): il leggendario dj inglese sbarca sulla label di Ellen Allien con tre tracce che in realtà erano già state pubblicate su un misterioso 7". Una veloce rimasterizzazione è spettata a "Twenty Nine", ottimo esempio di techno sferica ed aggressiva concretamente connessa alla scuola minimale anglosassone (leggi Tortured) mentre in "Together" ci si infila nei meandri oscuri della deep-micro-electro incollati tra loro da pads di origine trance. A chiudere è "Rock N Roller", esperimento che rimanda indietro l’ascoltatore sino ai primi anni ’90 con misure in terzine e suoni raw techno. Londra e Detroit ora sembrano vicinissime.

-Rob Acid "Star E.p." (Censored): dopo una breve pausa (causata dal cambio di distribuzione) la Censored di Francoforte riparte facendo leva sul celeberrimo producer polacco (ma dal 1980 trapiantato a Colonia) che durante gli anni ’90 ha tenuto ben alta la bandiera dell’acid-techno. Robert Babicz (noto anche come Acid Warrior, Dicabor, Pumpgun Pro e Sontec) sfodera la sua vena creativa attraverso tracce di matrice tech-house con continui rimandi all’electro. Di spicco l’efficace "3rd Side Of My Hero".

-Aa.Vv. "Audiomatique Volume 1.0" (Audiomatique): la ‘figlia ribelle’ di Steve Bug (in netta contrapposizione con le meno peccaminose Pokerflat e Dessous) presenta il suo primo progetto su cd. Si tratta di "Audiomatique Volume 1.0", mixato dallo svedese Martin Swanstein alias Martinez, che raccoglie in una sola tornata il meglio di un catalogo sempre in via d’arricchimento. Il dj si muove ondeggiando su sonorità minimal e creepy tagliando la micro, la techno, la dirty-house e la particolare distorted techno che nell’ultimo periodo ha preso il sopravvento in tutto il continente europeo. Tra i protagonisti Anders Trentemøller, Jussi-Pekka, Rob Acid e John Dahlbäck ai quali s’aggiungono ben sei tracce inedite tra cui "Choose" di Adultnapper, "When It Rains In Madrid" di Alexi Delano & Fernando Gullon e "Playmate" di CDjjj alias Giancarlo Giusti.

-Tensnake "Restless E.p." (Mirau): partorito dalla fervida fantasia di Marco Niemerski (già partecipe in Arp Aubert nonchè uno dei fondatori della stessa Mirau) Tensnake è un progetto che riporta in auge le indimenticate atmosfere anni ’80. Se "Around The House" non vi convince coi suoni alla Dapayk e l’organizzazione sonora alla Putsch ’79 puntate dritti a "Toshis Battle", grandioso pezzo scandito freneticamente da un italo-beat interscambiato col funk e ironici campioni vocali. Ascoltandolo avrete l’impressione di fronteggiare con un pezzo dei M.A.N.D.Y. che viene remixato da Francisco nell’home-studio del finlandese Bangkok Impact.

-Jonathann Cast "Human Synthetizer" (Dancefloor Killers): gradito ritorno per la Dancefloor Killers dell’italiano (ma ormai da anni residente in Francia) Alessandro Farace alias Al Ferox. Nata come sublabel della Kobayashi, Dancefloor Killers rivela una forte attitudine nei confronti dell’ebm e dei beats industriali. Protagonista è il debuttante Johathann Cast alle prese con quattro tracce dal puro gusto analogico che rammentano, in più punti, l’elektronik-tek-violence di Terence Fixmer.

-Aa.Vv. "Plastic City. Maybe" (Plastic City): sull’onda dell’omonima raccolta edita su cd la scorsa estate, la mitica Plastic City (ora nelle mani della Daredo Music di Mannheim) rilascia un cofanetto di 3 x 12" pieno zeppo di house dal fascino retro, quella che agli inizi degli anni ’90 veniva convogliata nel filone ‘underground’ (senti UMM Records). Imbarazzo della scelta con brani di Bioground, Pete Moss, Terry Lee Brown Jr., Soda Inc., Jon Silva, Babak Shayan, Morgan Page e The Mulder. House questa, nel senso stretto del termine, fruibile da tutti quelli che la amano ancora.

-Dub Tractor "Hideout" (City Centre Offices): sganciatosi momentaneamente dal progetto System 3, il danese Anders Remmer torna ad impersonare Dub Tractor con un sound romantico e riflessivo. I contenuti dell’album ripercorrono (ma non passivamente) la strada battuta nel 2003 con "More Or Less Mono" e ci consegnano un elaborato che pare forgiato in un vecchio garage con l’ausilio di vecchi microfoni e polverose macchine lasciate inutilizzate per decenni.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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