#087 -Primo volume per la selection di Altroverso [05-02-2006]

Esce in questi gelidi giorni invernali la prima autoproduzione di Altroverso, il programma specializzato in musica elettronica in onda dal 1998 sulle frequenze della romana Radio Onda Rossa. Col primo volume di "Altroverso" si inaugura una nuova serie di compilations (unicamente in formato cd) mixate da Dj Misk, uno dei due perni fondamentali assieme a Dj Mischietta attorno al quale gravita il mondo Altroverso. Seguendo la filosofia del mixtape che ha caratterizzato un periodo preciso nella storia della musica dance, "Altroverso vol. 1.0" ne riprende lo spirito senza però sbandare e sfociare nella pirateria musicale. I tempi sono cambiati e con essi anche i supporti e perciò non assistiamo ad una cruda riesumazione di nastri magnetici ma ad un’attitudine che riesce a sposare bene il formato standard dei giorni nostri (il cd) col feeling analogico che animava i dj’s di tempi andati. Nel primo volume di "Altroverso" è possibile trovare 17 tracce che spaziano
dall’electro-house di Phonique e Traffic Signs ai basslines profondi di Martinez e Trentemøller, dalla techno decisa di Thomas Schumacher ed Audion alle influenze electroidi di John Dahlbäck e Dirt Crew sino alle creazioni estrose di Novox, Robert Babicz, Huntemann, Frank Martiniq e l’accoppiata Tanzmann & Stefanik. La compilation è un progetto a completo sostegno di Radio Onda Rossa e i ricavati delle vendite andranno devoluti alla campagna di finanziamento del 2006. E’ possibile trovare il cd sui banchetti di Radio Onda Rossa in giro per la capitale oppure passando direttamente in radio in Via Dei Volsci 56. Per coloro che invece non risiedono a Roma è possibile acquistare il cd facendo richiesta direttamente al team di Altroverso (www.altroverso.tk).

-Aa.Vv. "Das Drehmoment Vol. 2" (Das Drehmoment): come preannunciato lo scorso novembre, la piccola label berlinese che si muove dietro le quinte dell’omonimo negozio di dischi rilascia il secondo volume del progetto nato per festeggiare il quinto anniversario di attività. Si prosegue il cammino all’interno del panorama electro che trae le linfe vitali dallo scenario underground ove è possibile sperimentare di più senza aver paura di sbagliare. Da Sneak-Thief che traduce in lingua dark la vecchia italo a Divider che congiunge con una linea immaginaria il passato e il futuro dell’electropop sino alle visioni rarefatte di Makina Girgir e fasci luminosi electrofunk di Ich che ci riporta al terreno (fertile) dell’olandese Clone. Decisamente un buon itinerario quello proposto da Das Drehmoment che, dalla sua sede berlinese in Lychenerstraße, pare lanciata nel firmamento della musica d’autore.

-Transparent Sound "Voyeurs Chance E.p." (Orson): dopo il "Rumble Punk" l’inglese Orson (figlia di Exceptional Records) rilascia un potente anthem che farà felici gli amanti del sound post-house e neo acid. Diversi toni per "Hair Cut Fantasy" e "Voyeurs Chance" ritoccati da nomi celebri come James Taylor degli Swayzak ed Espion. Se cercate qualcosa di efficace e non molto elaborato invece puntate dritti sulla versione del finlandese Bangkok Impact.

-Oliver Koletzki "Mückenschwarm" -remixes- (Cocoon): in Germania è l’uomo del momento e su questo non ci sono dubbi. L’improvvisa popolarità è giunta durante la scorsa estate con l’arcinoto "Der Mückenschwarm" (ispirato da Pelle Boi), lo stesso che ora si ripresenta attraverso 3 remix che gli assicurano una forte longevità. Apparati minimalisti spettano alle versioni di Olivier Berger e Pig & Dan mentre un alone più electroide è quello che sovrasta il rework di David K. Interessante anche quel Mückenspray edit ad opera dello stesso Koletzki che si diverte a giocare e mischiare le patches del pezzo originale.

-Eleanor Academia "Adventure E.p." (Compost): dopo aver riportato alla luce "Heart Of Glass" di Blondie (divenuta "Heart Ov Glass" dei Product.01) Michael Reinboth recupera un’altra hit storica che risale al lontano 1988. Trattasi di "Adventure" di Eleanor Academia, una vera ragazza prodigio che in quegli anni conquistò la stima di Ray Parker Jr. (autore della soundtrack del film "Ghostbusters"), della brava Cyndi Lauper ed addirittura di Stewart Copeland, il batterista dei Police. Il mondo della disco-funk torna a pulsare su questo 12" sul quale vi è incisa anche la lunga extended del mitico Shep Pettibone. Dopo l’ascolto vi sembrerà di essere tornati indietro negli anni per mezzo della macchina del tempo.

-Razor X Productions "Killing Sound" (Rephlex): un album tagliente come la più affilata lama di rasoio, fatto di continue distorsioni che si rincorrono ed una curiosa linea bisettrice che traghetta tutto verso il mondo jamaicano. E’ questo "Killing Sound", un frenetico mix tra experimental e raggamuffin legati con una forte dose di low-fi. Tra le 10 tracce fa capolino anche l’hardcore e la jungle, vecchie conoscenze per la label inglese fondata da Richard James e Grant Wilson-Claridge ormai divenuta icona emblematica dell’electronica post industriale.

-Ed Davenport "Diminuendo/Yanderling" (Gumption Recordings): partendo dall’essenzialismo del primo Richie Hawtin, il londinese Davenport recupera un pò di noize e lo mischia sagacemente a patches di origine rumorista e basic-house. Il risultato è qualcosa che rientra nel ‘cacofonic style’, quello inaugurato tempo fa dal bravo Dapayk e che ora pare stia evolvendosi a vista d’occhio (e d’orecchio). In "Yanderling" sono presenti riferimenti a Model 500, Eddie ‘Flashin’ Fowlkes e Ricardo Villalobos che riportano al deep-sound di una decina d’anni addietro. Un buon esordio per Davenport, appena ventenne e additato come un possibile prodigio della scena dance anglosassone. Staremo a vedere … e sentire.

-Aa.Vv. "Hart Und Trocken vol. 2" (EX-Fusion): sulla filosofia della Giant & Dwarf la neonata EX-Fusion lascia spazio alle nuove leve accomunate dall’amore per l’hardtechno. Echi hardcore si susseguono nelle tracce di Dj Cyber e Max Dose mentre con VR Porno si gusta una speedy-techno fondata su minimal-grooves e patches di origine industrial. A chiudere è Oziris con un tool che mi ricorda lo stile dell’ormai dispersa Decomplex Audio.

-Mo-Shic "Salamat" (Yo-Yo): riprendendo il discorso lì dove era finito "Distorted Patterns" (2004) l’israeliano Mo-Shic Shlomi ritorna con il nuovo lp, un mix tra calde atmosfere iberiche e il gelo della progressive anglosassone. Le ispirazioni per pezzi come "El Brujo", "Primavera", "Nine Gates" e "Madadajo" arrivano da artisti come Sasha, John Digweed e Danny Tenaglia ma l’eclettismo senza limiti dell’artista nativo di Haifa (a nord di Israele) ci regala anche un futurista downbeat inneggiato da "Aurora Borealis", "Kivanlak", "Bardo Thodol" e "Drongo". Mo-Shic conferma le indubbie qualità già fotografate nel 2005 dall’inglese Dj Mag che lo idolatrò attraverso svariati articoli.

-Next Life "Electric Violence" (Cock Rock Disco): dietro Next Life si cela un duo di Oslo che esplora il mondo del deathmetal alimentandolo (e combinandolo) con della spassosa game-music estrapolata da vecchie consolle. Un archetipo che trancia di netto gli schemi e che mette in risalto decine di tagli edit impazziti, infiltrazioni di matrici electro, repentine ritmiche che rincorrono uno scenario musicale totalmente inesplorato. Quando Super Mario impugna la chitarra elettrica iniziano a vibrare i muri percorsi da un’energia nuova: quella della musica dei Next Life.

-Amo & Navas feat. Anqui "Light My Eyes" (Irresistible Records): nata da una costola della Fresco di Barcellona, l’Irresistible parte nella migliore delle maniere con un pezzo che nella sua globalità potrebbe risultare anche piuttosto commercia(bi)le soprattutto per le parti vocali della giovane norvegese Anqui. Eppure "Light My Eyes" si rende davvero piacevole con quella carica progressive-trance che viene esaltata in modo perfetto nelle due versioni di Simon & Shaker (camuffati da Midnight Watchers) potenzialmente valide e pronte a fare ingresso nelle charts internazionali.

-Professor X "Statix" (Clone): dopo i (gloriosi) ritorni di Kraftwerk e Telex assistiamo alla riapparizione della colonna portante del movimento electro-funk americano sviluppato nei primi anni ’80. L’olandese Clone non fa mistero che dietro Professor X si celi Arabian Prince, fondatore di N.W.A., gruppo che abbracciava al suo interno nomi come Easy E, Dr. Dre, Ice Cube e Yella. Dopo 17 anni di silenzio l’autore ritorna con la perfetta sintesi dell’electro old-school da un lato agganciata al gangsta-rap e dall’altro ad embrionali beats e modernisti basslines. La Clone crede in questa ‘rinascita’ e, a giudicare dal risultato, non sbaglia.

-Eclat & Prudo "Freeland" (Mood Limited): annunciato da mesi (leggi Electronic Diary #072) "Freeland" degli italiani Eclat & Prudo risveglia un battito insistente e contagioso che sfocia nella jackin’-house di paternità americana trattata con una lieve dose di low-fi e dall’impatto deflagrante. La polverosa house di Chicago dell’Original lascia spazio ad una partitura più minimalista voluta nel remix a firma di Thirsty Monk (alias Sasse) che riduce gli elementi sonori imbevendoli in un’ambientazione quasi subacquea. Meno piacevole il remix di Superjuno che continuo a trovare piuttosto scontato e prevedibile.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Technodisco

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