#095 -Il quinto volume di Slices [02-04-2006]

Esce in questi giorni il quinto appuntamento (primo dei quattro previsti per il 2006) di “Slices”, il dvd più ricercato d’Europa certamente non perchè gratuito. Ideato da Holger Wick e realizzato in collaborazione con Sense Music & Media, “Slices” è un vero documentario della scena elettronica mondiale da considerare un vero punto di riferimento per capire (e carpire) i segreti di personaggi capaci di lasciare orme nitide nell’enorme panorama internazionale. Anche questa volta la ‘galleria’ si fa subito interessante con una carrellata di ospiti di tutto rispetto: dai Munk (Jonas Imbery & Mathias Modica) con la loro Gomma Records dalle venature discofunk alla coppia Ellen Allien & Sasha Ring (alias Apparat), tra poco sul mercato con l’album “Orchestra Of Bubbles”. Poi i ritrovati Dakar & Grinser (chi ricorda la hit “Stay With Me”, 2001 ?) che giocano ad un poco probabile Monopoli musicale e Dominik Eulberg, una delle migliori rivelazioni tedesche dell’ultimo anno, ritratto tra i ghiacci teutonici in perfetta tenuta da montanaro pronto a mostrare il suo amore per la natura (con l’album “Flora & Fauna” ce ne diede già prova). Dopo la Allien c’è spazio per un’altra presenza femminile, quella di M.I.A. della Substatic alla quale segue a ruota il possente Johannes Heil ritratto nel suo studio in cui la prevalenza dell’hardware è ben più che evidente. Poi ci si infila nel tunnel minimal con Luciano e la sua Cadenza Records, si fa una retrospettiva sulla house con Charles Webster e si finisce in Olanda con Tim Van Leijden alias Like A Tim, cultore dell’acid-techno che mostra la sua Tb-303 modificata da Devil Fish. C’è spazio anche per l’Italia in questo “Slices” grazie agli UND, il duo formato dal torinese Marco Palmieri e la compagna Terry-Ann Frencken, che parlano di un curioso legame tra musica ed arte culinaria. Spazio anche per i video-producers Lars Nagler e Markus Wambsganns che accendono i riflettori sull’arte grafica e visiva, spesso a braccetto con la musica. Con questo appuntamento di “Slices” s’inaugura anche la rubrica Shorcuts (che prende il posto degli Extra), fatta di brevi schede di dj-producers. Per l’occasione l’attenzione è rivolta ad un frangente minimal con la polacca Magda, il tedesco Matt John e il trio dei My My. A chiudere, come di consueto, è la sezione dei videos che questa volta raccoglie gemme come “Rave Rabbit” di Dominik Eulberg, “Billy The Killy” di Acid Pauli e “Fox In The Box” degli UND loves Phormazero, primi italiani a mettere piede su un documento importante come “Slices”.

-Sensible Dancers “Silver Shoes” (Youngodds): terza apparizione per la nuova label di Expanded: “Silver Shoes” è un pezzo partorito dalle menti di Maskio (meglio noto come Santos) e del triestino Mreux già avvistato su Mantra Smiles con alcuni pezzi di matrice tech-house. E’ proprio questo lo stile che caratterizza l’Original Takko Mix, un buon itinerario fatto di patches progressive-house che paiono arrivare dalla piovosa Inghilterra. Il lato b viene occupato dalla Micro Design Dub di Santos, ennesimo esperimento in chiave ‘shakedelic’ contraddistinto da un lungo break centrale che enfatizza le basse frequenze. Realizzato tra Trieste e Frosinone, il disco si porge bene alle orecchie dei dancers di oggi, quelli che ai piedi hanno le famose silver.

-Future Prophecy “Body Shaker” (YoYo): rimasto solo a condurre il progetto Future Prophecy nato nel 1997 col fratello Itay, Haggay Elazare realizza un nuovo lp (il quinto della serie) col quale instaura un nuovo tipo di approccio nei confronti della dance. Rivolto essenzialmente al dancefloor, “Body Shaker” ondeggia su velocità sostenute e marcate tralasciando un pò l’inserzione delle parti vocali ridotte drasticamente rispetto ai precedenti elaborati. Il disco ricorda l’hard-trance belga in voga alla metà degli anni ’90 (quando labels come Bonzai, 3Lanka, Casseopaya, Dance Opera, Green Martian, No Respect, Platipus, Suck Me Plasma, XTC e Tripomatic la facevano da padrone) con tanto di armonie e refreins tipici di uno stile che, in questi ultimi mesi, si sta riaffacciando (seppur timidamente) sul territorio europeo. Quella che mi ha colpito in modo significativo è “Sound Like A Melody” che mostra in scorci rock ed euro-trance frammenti della smash-hit dei Cappella, “U Got 2 Let The Music”, risalente al 1993.

-Elbee Bad “Reality Check 4 All” (Lasergun): noto anche come L.B. Bad e The Prince Of Dance, Lamont Booker irrompe nel variegato catalogo della Lasergun con un disco che ripercorre i passi della vecchia (ma tornata di moda) chicago-house, con tanto di polvere rimasta nei solchi vinilici che porta ad un sound lievemente ovattato. Nell’original mix si configura bene il loopy-style di Chicago, le incursioni vocali alla Dj Rush, un crescendo inesorabile che al terzo minuto sfocia in space-pads ed una voce quasi lirica in grado di tagliare il groove come una lama arroventata poggiata sul burro. Il remix è affidato a Tekel che riduce gli efx e tende a geometrizzare il tutto aggiungendo suoni striduli e voci montate in loops non eccessivamente frenetici. A battere il ritmo sono, oltre alla consueta cassa, i puliti hihats in levare.

-L.D.P. “Attitude E.p.” (Dub Digital): è stato disponibile, dal 15 al 29 marzo, sul noto webstore Juno (www.juno.co.uk) al costo di soli 0.99 cents. Ora “Attitude E.p.” taglia il nastro inaugurale della branca digital di Dub Recordings, quella di Luca De Ponti. E’ proprio lui che, nascondendosi poco abilmente dietro la sigla L.D.P., rilascia due tracce modaiole ma ben realizzate. In “Shy” campeggiano ottimi inserti digital-funk mentre la seghettata “French Attitude” si aggancia da un lato al rumorismo di Dapayk e dall’altro alla post-house dei Digitalism.

-Destillat “Cabrio” (Klang Elektronik): il catalogo (giunto alla release #106) dell’ormai nota Klang Elektronik si riapre al sound di Michael Laven ed Alexander Kirpacz alias Destillat con una doppietta semplice ma funzionale. “Cabrio” espone un potente e fragoroso beat contrassegnato da una kick che gonfia i woofers delle casse e semplicistici synths che riportano la mente alla rave-trance dei primi anni ’90 mentre “No Gain No Pain” è modulata su movimenti in terzine che la rendono una sorta di marcetta non molto raffinata ma ideale da utilizzare a centro serata.

-G. Rizo “Eye Wanna C U” (International Deejay Gigolo): prima voce di uno stile ribattezzato come ‘elektronikaraoke’, Ihu Anyanwu alias G. Rizo sbarca sulla label di Hell con un pezzo che rammenta un pò i Fischerspooner prima maniera ma che si rende piuttosto improponibile per lo stile. Maggiormente indicata al dancefloor è la Stalker Mix di Patrick Pulsinger che pulsa sui canonici 4/4 e su presenze new-funk che riportano allo stile di Mitsu.

-Ellen Allien & Apparat “Orchestra Of Bubbles” (BPitch Control): la Allien porta sotto braccio il glitch tedesco mentre il capellone Ring indica la strada del laptop-style americano: fondendo insieme le due esperienze si raggiunge una realtà musicale virtuale, coerente con le scelte che i due hanno sempre fatto nel corso delle proprie carriere. “Orchestra Of Bubbles” propone nuovi orizzonti, diversi da quelli che siamo soliti guardare. Dall’ipnotismo di “Turbo Dreams” alla raggiante “Way Out”, dall’idm acustico di “Retina” al minimal-creepy di “Jet”, dall’abstract sorretto da una cassa in quattro di “Floating Points” alla dark electro di “Under” sino a sfociare nel rumorismo tec(h)nologico di “Edison”, la loopy-‘lectro di “Do Not Break” e la ballata post-electronic-rock “Leave Me Alone”. I suoni modaioli ricompaiono solo quando inizia a suonare “Metric” raggiunto dalle partiture slow di “Bubbles” paragonabili alla romantic-pop di Barbara Morgenstern. Non inseritelo nella ‘lista acquisti’ se siete in cerca della dance dal contenuto più superficiale e priva di ideali stilistici.

-Massimo Sex D’Electro “Berlin Hustler E.p.” (Electrobot): dopo il francese Danton Eeprom e il norvegese Tetsuo la berlinese Electrobot spinge fuori il disco del suo fondatore, Massimo Sex D’Electro. “Berlin Hustler” incarna perfettamente l’idea che l’italiano (ma ormai tedesco d’adozione) ha dell’electro-music: una forma d’onda sinuosa che s’infiltra in molteplici stili (dal dirty al retro) rompendo la monotonia e tagliando le prevedibilità. Nelle sei tracce (di cui due composte assieme al già citato Eeprom) troverete electro, dirty e retro con accenni al glorioso Emmanuel Top e al primo Vitalic.

-Aa.Vv. “Confuzed Disco” (Mantra Vibes): concepita come retrospettiva dell’Italian Records che segnò in modo significativo l’incedere della scena italica di oltre 25 anni fa, “Confuzed Disco” lascia riscoprire le produzioni che oggi ispirano gran parte della discografia internazionale. Nel cd 1 si rispolverano basslines galoppanti e ritmiche iper-ballabili mentre il secondo guarda con fermezza alle nuove versioni realizzate da personaggi di spicco. Edits di Morgan Geist e Radio Slave si sommano ai remix di Kiki, Munk, HansPeter Lindstrøm & Prins Thomas, Kaos, Franz & Shape, Ajello, Pinktronix, Scuola Furano, Tom Boy ed altri per raggiungere l’apoteosi del gusto italo, filone così denominato da Berhard Mikulski, fondatore della leggendaria Zyx. Un progetto destinato a rimanere negli annali della produzione italiana.

-Terrestrial Tones “Dead Drunk” (Paw Tracks): Eric Copeland e Dave Portner, già noti coi progetti Black Dice e The Animal Collective, ritornano a collaborare unendosi in Terrestrial Tones. Il risultato è uno squinternato mosaico di new electronica totalmente immaginario e vicinissimo all’abstract. Sette sono le tracce che veicolano un sound ai confini col rumorismo e con la cultura per l’Africa con sprazzi di percussionismo. La realtà viene frammentata in minuscole particelle dalle quali emerge la cultura per l’immaginario, per qualcosa che soltanto chiudendo gli occhi in una stanza buia è possibile vedere.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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