#100 -Chris Liebing si prepara per l’estate [07-05-2006]

Grandi novità per Chris Liebing, portabandiera dell’hard-groove che negli anni passati ha preso le sembianze dell’hot-schranz. L’estate 2006 vedrà la nascita della sua nuova clubnight, “Spinclub”, ogni domenica al Club Privilege di Ibiza. Ad affiancarlo saranno artisti come Nick AC, Benny Rodriguez, Angel Costa ed una serie di special-guests provenienti da tutto il mondo come The Advent, Marc Houle, Tony Rohr, Joris Voorn, Sleeparchive, Superpitcher e Brian Sanhaji. Dopo due eccellenti stagioni che l’hanno visto in coppia col piemontese Mauro Picotto, Liebing decide di dare una nuova interpretazione alla visione della nightlife. A contraddistinguere la stagione estiva sarà senza ombra di dubbio la presenza degli shows assieme a Speedy J col quale il dj di Francoforte forma il progetto Collabs (esternato con varie apparizioni sull’inglese NovaMute). L’apertura dello Spinclub è prevista per il prossimo 11 giugno. Ed ora inizia il conto alla rovescia per la stagione calda del 2006.

-The Hacker “A.N.D.N.O.W.” (UWe): uscirà alla fine di maggio sulla label di Laurent Hô questo nuovo mix-cd di The Hacker, il secondo della carriera dopo l’eccezionale “The Next Step Of New Wave” del 2003. Il poliedrico artista di Grenoble fa leva sulla passione per la musica sperimentale degli anni ’80 (Cabaret Voltaire, Throbbing Gristle, Einstürzende Neubauten, Depeche Mode, New Order e Joy Division) e realizza un prodotto che incarna il tipico show electro-techno. A presenziare nella tracklist sono Front 242, Liaisons Dangereuses, Miss Yetti, Kiko & Gino’s, Sleeparchive, Ellen Allien, Mount Sims, Luke Eargoggle, Perspect e l’inedito “Link 1”. Un lavoro certosino quello di The Hacker, ormai tra i paladini di una dance matura e rispettata in tutto il mondo.

-Adam Jay & Brian Kage “Part 1” (Monoïd Recordings): i due amici americani fanno leva sui rispettivi amori ovvero la techno di Detroit, costruita loop su loop, e il suono deep che oggi è tornato tanto di moda. Se “Emergence” e “Chapter Nine” suonano troppo techno per i vostri sets puntate alla romantica “Desolation” che racchiude echi kanzleramtiani assai contagiosi ed “Alpha”, tool in simbiosi tra deep, tech-house e progressive di matrice anglosassone. Quando esce il Part 2 ?

-Eccentris “Skin Is In” (Dessous Recordings): la musica incontra l’arte fotografica di Sacha Dean Biyan (protagonista su testate specializzate di tutto rispetto quali Marie Claire, Vogue e GQ) in questo ultimo progetto marchiato Dessous. Dal cd compilato da Steve Bug si ergono tracce di Jacke Chids, I:Cube, Frivolous, Tosca, Nathan Fake ed Ilyas Santana con cui assaporiamo il downtempo, l’house più leggiadra, il funk, l’ambient, la disco e del jazz. Quello curato da Âme dei Sonar Kollektiv invece vede una concatenazione più diretta alla dance con Tokyo Black Star, Laid, Marcus Worgull, Dj Yoav B e Phonique feat. Alexander East. A completare è un vero booklet fotografico che mette in risalto l’estetica delle forme e l’intramontabile bellezza femminile.

-No Movement No Sound No Memories “Removed/Acetate” (Lux Nigra): ad 8 anni dalla pubblicazione dell’e.p. d’esordio sopraggiunge un cofanetto di remixes che pulsano in territori elettronici e che si sviluppano attraverso suoni trip-hop, acceni ambient, fantasie melodiche e beats lenti. Si parla di ‘minimal dub’ e poi si tira dentro anche il broken beat, l’experimental, il rumorismo e tutto quello che potrebbe far parte del prototipo ideale del ‘dubstep’. Accanto all’inedito “Fabric”, che segue la strada minimalista di Ricardo Villalobos, “Removed/Acetate” porge rivisitazioni a firma di Arovane, Multipara, No.9 ed Artificial Duck Flavour ai quali s’aggiungono nomi meno sotterranei come quello di Dj Maxximus, Claro Intelecto e Modeselektor.

-Sascha Funke “Boogy Bytes 2” (BPitch Control): inaugurata lo scorso inverno dal finlandese Kiki, la raccolta “Boogy Bytes” ritorna col bravo Sascha Funke, alfiere di BPitch Control sin dai tempi degli esordi (la prima apparizione si registra sul #009). Il dj intercala il minimal deep a tracce più profuse nell’electro in un condensato mai troppo rumoroso ed invasivo. Qualche esempio ? Efdemin, Trentemøller, International Pony, Villalobos, Corsten Jost, Sleeparchive, Troy Pearce e Transformer 2 con la storica “Pacific Symphony” recuperata dal catalogo Antler-Subway dell’annata 1992. Lo stile e la qualità non mancano in “Boogy Bytes 2”, progetto che prosegue impavidamente la sua corsa sui binari della musica underground.

-The Black Dog “Riphead E.p.” (Soma): rimasto solo, dopo l’abbandono di Ed Handley ed Andy Turner occupati col progetto Plaid, Ken Downie continua ad animare il progetto The Black Dog che sbarca sulla Soma degli Slam. E’ lui quello che plasma un sound che alla base di Glasgow definiscono ‘alien techno’ apprezzabile in “Ripheadv2” caratterizzato dall’incedere sistematico di suoni deep e ritmi circolari. Poi le più curiose “Gawble Vianag” e “Mental Ward Sleep Machine”, due viaggi verso orbite sconosciute, rarefatte ed accompagnate da un’electro seminale dalle venature vintage. Un vero tuffo nel buio di un cielo illuminato soltanto da poche stelle lontane che paiono occhi nella notte.

-Trans-X “Living On Video 2006” (Dubmental Records): per la serie ‘a volte ritornano’ assistiamo ora alla riapparizione del progetto che nell’ormai lontano 1983 portò al successo Pascal Languirand. Noto anche per elaborati che si spingevano sino all’ambient (come i meno noti “De Harmonia Universalia” ed “Ishtar”), il producer si vede proiettato nuovamente al centro della scena europea grazie a tre remix firmati da Sammy Gonzales, Pele e David Keno ed apparsi sulla label sussidiaria della celebre Zyx. Il ritmo moderno del terzo millennio traina e trascina la memorabile melodia (ripresa astutamente in Italia nel 1993 dai Pin-Occhio) che farà piacevolmente tornare alla memoria sbiaditi ricordi a più di qualcuno.

-Wollion “Monster” (BluFin): è il prolifico Tobias Lützenkirchen aka LXR a dare una mano a Wollion H. Korfanty per assemblare la sua “Monster” che si pone in posizione mediana tra house e new-techno. Basslines che si stiracchiano in mezzo a tenui pads ed efficaci ripartenze ci riconducono allo stile di qualche annata fa degli Alter Ego; il remix di Alex Krüger alias Tigerskin invece punta ad un groove più pastoso interfacciato a giochi di suoni acuti passati nei filtri e in effetti low-fi. A chiudere è “A Mile High”, la più deep della triade, con una bella scia romantica e piuttosto housy oriented sostenuta da un energico e roteante bassline che ne segna il tempo.

-Nôze “How We Dance” (Circus Prod.): ad un anno dal brillante “Craft Sounds & Voices” il misterioso duo dei Nôze ritorna con un mix tra house, electro, latin e noize. Dietro gli ironici disegni di Peanut Butler si muovono le tessere di tracce curiose e strampalate come “Love Affair”, “Pofamika”, “Albert” e “Lovin All People” dalle quali si erge l’amore per il vintage e per una minimal che tanto minimal non è. I due francesi spronano a ballare con “Tulipshnaps”, l’aerobica “C” e la saltellante “Kitchen” che mostra aperture alla Zombie Nation ficcate in beats hypno-house. Melodie funamboliche s’attorcigliano a synths, drum-machines, voci, chitarre, clarinetti, sassofoni, tube e balli spagnoli. Quelli che tentano di seguire anche i due squilibrati e trasgressivi personaggi ritratti in copertina.

-Dj Rush “Heavy In Fashion” (Equator): l’americano (ma ormai trapiantato a Berlino) Isaiah Major rompe il silenzio degli ultimi tempi entrando a far parte della scuderia Equator, label fondata da Gayle San. Il ‘gigante nero’ non delude le aspettative regalandoci tre tracce in puro ‘rush-style’ fatte di beats semplici che commemorano la scena musicale della sua Chicago scontrati coi suoni sporchi della rave house dei primi anni ’90 e classiche liriche vocali. Con “I Need Your Love” invece pare di entrare in paradiso ma non c’è da fidarsi: Dj Rush scatena l’inferno quando è dietro i giradischi di una consolle.

-Aa.Vv. “East Coast Hip Hop” (Unisex): per gli amanti dell’hip-hop (quello vero che nulla ha a che fare con le vette delle radio charts) questa compilation è un prodotto che non deve temere l’acquisto. In mezzo a tracce che incarnano lo spirito delle crew atlantiche (come quelle di Pete Rock, De La Soul, Cesar Comanche ed MF Doom) sarà possibile rintracciare anche spunti electroidi (visto che il rap è cresciuto insieme all’electro ed Afrika Bambataa insegna) forgiati da Maspyke e Dabrye. Con “East Cost Hip Hop” riemerge la vera vena dell’hip-hop, lontana dalle vette delle charts internazionali e da videoclips girati con vestiti decorati da diamanti e a bordo di costosissime fuoriserie.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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