#104 -Il nuovo lp di Guido Schneider [04-06-2006]

Alfiere dal 2002 della Pokerflat di Steve Bug, Guido Schneider esce nuovamente allo scoperto con un nuovo album. Nato professionalmente con l’ebm degli anni ’80, il tedesco muta progressivamente il suo gusto sino ad assestarsi in modo significativo sulla tech-house e, più recentemente, sul minimal. Messa ormai da parte l’esperienza con l’amico Florian Schirmacher col quale formò il duo Glowing Glisses e l’attività della sua Neue Welten Records fondata nel 1995, Guido oggi è scaltro e capace di produrre un album completo come “Focus On”, disponibile da pochissimi giorni sia su cd che doppio vinile. Il lavoro si snoda su tracce esclusive (sei), altre già note e vari remix per un risultato di 67 minuti mixati proprio come un tipico show in discoteca. Un concept nuovo per Pokerflat ma già frequentemente adoperato dalla discografia nipponica quello di mixare le tracce dell’album proprio come accade per “Focus On”, manifesto dell’incrocio tra minimalismo sintetico ed echi deep saldati tra loro da grooves ipnotici e sprazzi funk. Un vero cocktail modaiolo insomma che muove le già conosciute “Re-Moved”, “Style Ways” (prodotta con Sammy Dee), “As Dry As I Can” ed “Earth Browser” estrapolata dal catalogo Tuning Spork, la label di Jay Haze. Svariati anche gli unreleased: da “Too Many Voices” a “Rumours”, da “Rundata” a “In Case You Didn’t Feel Like Showing Up” e “Super Sander” raggiunte dai remix per “Move Me” di Daniel Stefanik (quello della Moon Harbour) e “Regenschauer” di Brtschitsch & Galluzzi, noti anche come Taksi. Architetture moderne ed ideali per la tendenza attuale adiacente al minimal vengono impresse in “Focus On”, influenzato da reminiscenze alla Richie Hawtin e da una tech-house ricca di ritmo che potrebbe fare da colonna sonora all’imminente estate 2006.

-Digitaria “Digitaria” (International Deejay Gigolo): ritenuto troppo ‘diverso’ da quello che attualmente predilige il continente europeo, il primo album dei brasiliani Digitaria è da rintracciare attraverso il formato mp3 disponibile, in esclusiva, sul noto Beatport. Il quartetto di Belo Horizonte forgia un interessante mosaico sonoro fatto di tessere electro, punk, pop, techno ed ebm tra le quali è possibile scorgere ispirazioni alla Vitalic e piacevoli inflessioni alla Fischerspooner prima maniera. Se fosse uscito quattro anni fa avrebbe senz’altro spopolato.

-Punx Soundcheck “When Machines Ruled The World” (Pale Music): finalmente i Punx Soundcheck (John Taylor ed Arif Salih) riescono a far pubblicare questo lp atteso sin dal 2004 e poi annunciato su Beatutycase per l’estate del 2005. Il disco si fionda nell’electro old-school degli anni ottanta facendo rivivere storici strumenti (Tb-303, Tr-808, Juno 106, Juno 60, Roland Sh101, Jp8000 e Vocoder Plus Vp330) in pezzi come “She’s A Machine”, “Rude”, “Lockdown” e “Lifeform” che gira su un sample prelevato da un pezzo di Vector Lover. In grande evidenza sono collaborazioni da vantare con Steve Strange dei Visage (“In The Dark”), Boy George dei Culture Club (“Idiot Crowd”), Marc Almond dei Soft Cell (“Neo Burlesque”) Larry Tee (“Creep”) ed Avenue D (“You Don’t Know Jack”). “When Machines Ruled The World” è un inno alla tec(h)nologia hardware, un canto per gli strumenti ‘veri’ che oggi si trovano a combattere contro avveniristici software in grado di emularne le timbriche e le patches ma non quella manualità tipica connessa a grovigli di cavi di alimentazione.

-Aa.Vv. “Hart Und Trocken 04” (Ex-Fusion Records): dedicato ancora agli amanti delle sonorità estreme, il quarto capitolo della saga “Hart Und Trocken” si articola su quattro tracce. Crazy X-Ray e Dj Ogi racchiudono in “OTOK” tutte le caratteristiche di un buon pezzo techno ruggente grazie a loops inferociti e ride spaccatweeters. Segue Michael Lambart con “Raupenplage”, un trip fatto di metriche circolari squarciate, in più punti, da giochi conturbanti di filtri. EKT (acronimo di Electro Krampf Therapie) invece sfocia nella più debellante schranz con “Bass Schlampe”, ricca di distorsioni e di un uso quasi spasmodico del low-fi; “Bad Tool” del ritrovato The User invece offre un’ottima traccia groovy con inserti industrial che ai più attenti potrebbe ricordare i tempi del Chris Liebing più indiavolato (leggi Stigmata) e dello Sven (Väth) ‘innamorato’ del sound di The Advent. Hard-techno goes on.

-Glitches “Magnetic” (Globox): ritorna con furore la giovane sublabel della Kolla Music, la Globox, che sta facendo registrare ottimi numeri. “Magnetic” incarna in pieno lo stile electro-house senza troppe pretese mentre “Bender” fa riecheggiare l’ormai classico combo minimal + low-fi. A dare un tocco di classe in più è il remix della title-track realizzato da Danilo Vigorito che mostra il suo nuovo volto musicale sempre più essenziale e dai tragitti mentali.

-Thomas Schumacher “Home” (Spiel-Zeug Schallplatten): non vi aspettate un album grintoso come “Electric Ballroom” e nemmeno la spudoratezza di tracce come “Shelford Road”, “Tek 29” o “When I Rock”: il nuovo lp di Schumacher scardina i vecchi impianti e si avvicina il più possibile all’impasto che prende il nome di ‘electro-minimal’. Prodotto con Stephan Bodzin, “Home” racchiude dodici pezzi molto simili tra loro (a volte anche troppo) che non fanno altro che puntare il dito verso la direzione del minimal beat sorretto da basslines sordi ed enfatizzati. La migliore, a mio avviso, resta “Kickschool 79”, adiacente all’intricato labirinto tra techno ed house che imboccarono nel 2004 gli Alter Ego con “Rocker”. Schumacher rinnovato: da amare o da odiare.

-Misstress Barbara “Come With Me” (Iturnem): Barbara Bonfiglio, la bella dj nata in Sicilia ma poi emigrata con la famiglia nel freddo Canada, è tornata dopo un periodo d’assenza e si mostra rinnovata nel suo ‘abito sonoro’ (come molti del resto). Un efficace incastro tra techno ed electro-dark è quello proposto da “I Love You” mentre con la più mentale “Eleven O Seven” si tange la deep-techno incastonata nella modaiola minimal. Un animo gentile e delicato rispetto alle più tempestose releases edite in passato sulla sua Relentless.

-Beole Tm “Where’s The Punchline?” (Lebensfreude): prendendo un pò le distanze dalle più recenti releases firmate da Tigerskin, Ruede Hagelstein e Sven Wegner, questo LF #015 lascia emergere rimandi alla techno di metà anni novanta, quella che al momento pare essere diventata la culla ispiratrice di moltissime delle produzioni continentali. Con “Nicuagura” si tocca la deep-techno assuefatta da pads in saliscendi mentre suoni più aperti pronti a stridere assieme a beats frementi e ride incalzanti sono quelli di “Nigel The Smoker”. Più modaiola è “Freek” (con ambientazioni creepy e rumoriste) mentre curioso è il remix di “Nicuagura” firmato dal finlandese Karry O che si diverte a giocare coi filtri.

-El Barön Brissetti “Woodpecka Shoes” (Discordian): il duo di Angers (Francia) formato da El Barön e Franck Brissetti rilascia il primo album che condensa il groove al technopunk arrampicandosi con solerzia all’electro dub con tanti suoni vintage ed analogici. I due, provenienti da trascorse esperienze in bands rock-metal (The Drift e Kyu) incidono undici tracce destinate al dancefloor sebbene le costruzioni metriche trasognate spesso sfaldino la classica misura della dance. Dall’electropunk di “My Poney Funk” alla raw techno di “Under Arrest”, dall’incredibile fusione tra ebm ed hip-hop di “Ego” allo scardinamento della chicago in “Del Sambau Boo” sino alla veloce new-wave di “Stretch Of Sea”. Agitato come un mare in tempesta.

-Smash Tv “Yellow Asteroids” (BPitch Control): Holger Zilske, rimasto solo a guidare il progetto Smash Tv dopo l’abbandono di Michael Schmidt, rilascia un brano che potrebbe effettuare il balzo dai territori suburbani a quelli luminosi dell’overground. L’Original mostra tipiche melodie alla Smash Tv realizzate con suoni striduli incastonati in efficaci metriche in 4/4 che contagiano sin dal primo ascolto ricreando l’effetto “Gehts Noch” sebbene meno commercia(bi)le; la Star Like Mix si adagia meglio sulle sincopi dell’electro, tipiche per la label berlinese di Ellen Allien legata spesso ai suoni vintage ed ambientazioni dark. Uno dei dischi dell’estate ? Forse si.

-Mauro Alpha “Pallette” (Boxer Sport): lasciandosi alle spalle i periodi dell’easy-techno militati nella scuderia della parmense Gas e quelli di una più brutale hardgroove (sulla Supertech in compagnia di Kay D. Smith e Jon Connor) il rodigino Mauro ‘Alpha’ Romeo bussa alla porta della Boxer di Colonia che prende in catalogo il suo “Pallette”. L’Original è un mix tra new-techno e post-house condotto da un trainante suonino ipnotico mentre il remix di Luca Morris e Paul C tira una linea immaginaria che parte dal minimal e finisce in una moderna tech-house. Trovo più stimolante la versione di NDKJ che regala un tocco techno fatto di suoni incalzanti e seghettati fatti convogliare in una pausa inestricabile di materie ipnotiche e poco luminose.

-Monika Kruse “On The Road 4” (Terminal M): pare che la bella dj tedesca dai riccioli dorati abbia mollato il colpo della tribal-techno percussiva a favore di costrutti più modaioli. Lo si evince dal nuovo capitolo della saga “On The Road” partita nel 2000 ed ora piuttosto distante dalla techno ciclica e forzatamente sorretta dal gusto per il loop. Miss Terminal M parla ora la lingua della post house intersecata dai synths importati dall’electro e frequentemente tormentati dai distorsori con pezzi di Eulberg & Ananda, Nasty & Tresher, Tigerskin, Johannes Heil ed Adultnapper sino a sfociare nel minimal smodato di Troy Pierce che rimaneggia “Silent Shout” di The Knife e la spavalda acid degli intramontabili Hardfloor con “Soulful Spirit”.

-Fatali “Dawn” (YoYo): nuovo lp per il giovanissimo Eitan Carmi aka Fatali che, a soli 22 anni, vanta già tre album ed un tour mondiale che lo ha portato ad esibirsi nei clubs di tutti i continenti: dall’America all’Australia, dalla Turchia alla Germania, dall’Inghilterra al Brasile sino al Messico, Giappone, Belgio, Olanda, Svizzera e Danimarca, Paesi che, contrariamente all’Italia, pare non abbiano cancellato del tutto la passione e la voglia di ascoltare e ballare la trance. “Dawn” è proprio trance, un pò romantico ed un pò epico, in grado di riportare alla luce anche atmosfere dream ed italo progressive anni novanta, ormai diventate sbiaditi ricordi nelle memorie dei clubgoers più accaniti.

-Pounding Grooves and R.A.W. “Shark 009” (Shark): il team inglese sostenitore della cosiddetta ‘bastard-techno’ pare schierarsi contro la moderna tecnologia con questo nono episodio della saga Shark. “Mp40” viaggia sui grooves tipici delle datate apparizioni Cluster mentre “Destroy The I-Pod” scuote i corpi in maniera più decisa attraverso un tool un pò tetro. A chiudere è “Mp3 No Way” che rammenta i bei tempi trascorsi dell’hard-groove.

-Felix Laband “Whistling In Tongues” (Compost): la label monegasca diretta da mr. Reinboth si riaffaccia sul suo primo amore, il new-jazz. La versione di Todd Terje (che solo nella fonetica ricorda il mitico Todd Terry) si spinge sul lounge, bossa e latin-beats mentre Markus Wormstorm sfodera un’electro più legnosa abbinata a suoni da foresta tropicale. Poi l’original di “Minka”, molto d’atmosfera, e il remix della stessa a firma Sibot che incastra i dolci glockenspiel in un beat che ricorda lo stile della berlinese ~Scape.

-Isan “Plans Drawn In Pencil” (Morr Music): volendolo paragonare ad un dipinto il nuovo album degli Isan non sarebbe affatto olio su tela ma un semplice disegno a matita bianco su grigio. Il concept si leva dalle tredici tracce presenti dove le note si stagliano solitarie su strutture geometriche e suoni alla Solvent che fanno il vezzo agli anni ottanta. Poi bagliori new-wave incontrano (ed incrociano) l’electronica moderna dalle ritmiche frastagliate e spesso agitate da movimenti asincronici. Un pop serioso insomma dalle reminiscenze al giovane Brian Eno con una sana spruzzata di suoni ad 8 bit tipici della game-music di oltre vent’anni fa.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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