#106 -Il grande ritorno della Love Parade [18-06-2006]

Dopo due anni di assenza (forzata) dalle scene, la Love Parade ritorna a riempire le strade di Berlino. Si terrà il prossimo 15 luglio infatti la nuova edizione dell’evento che ha rappresentato, senza alcuna ombra di dubbio, la vera rinascita della Germania dei giovani dopo la fine della Guerra Fredda e l’abbattimento del Muro. La Love Parade nacque agli inizi degli anni novanta proprio con lo scopo di (ri)unire il popolo tedesco, azzerare ogni tipo di divisione culturale e razziale, unirsi nell’amore trasmesso dalla musica. I due anni di pausa sono serviti a meditare e a fare di questo evento qualcosa di più ricercato, in opposizione con le ultime edizioni che, a parere di molti, erano diventate solo delle sfilate carnevalesche e nulla di più. Il nuovo concept si basa sulla creazione di diversi stages: dall’Underground/Talent Floors al Live Stage, dal Chill Out Area ai classici camion chiamati Floats (ne sono previsti ben quaranta) che porteranno il sound nelle strade principali della capitale tedesca. Ben 17 le nazioni scelte tra 400 candidate pronte ad organizzare il proprio carro correlato da consolle. Non cambia invece la tradizionale chiusura della manifestazione in Siegessäule (la piazza dove si erge la mitica statua dell’angelo costruita nel 1871 per ricordare le vittorie tedesche sulla Danimarca, sull’Austria e sulla Francia) ove i 40 camion si raduneranno per creare una sorta di enorme dancefloor capace di contenere oltre un milione di persone provenienti da ogni parte del mondo. Sarà quella la location in cui si esibiranno (ognuno per venti minuti) acclamati dj’s come Ricardo Villalobos, Paul Van Dyk, Onur Özer, Westbam, Tiësto ed Ewan Pearson. Al momento si conosce uno stralcio di line-up che però nelle prossime settimane potrebbe subire cambiamenti: nell’Underground Floors sono attesi Tiefschwarz, Sweet’n’Candy, Dan Curtin, Anja Schneider, Matthias Tanzmann, Dapayk, Marcel Knopf, Butane, Jay Haze, Benno Blome, Konrad Black, Aaron Hedges, Thomas P. Heckmann, Stereo Hack ed Holgi Star mentre i carri saranno rappresentati dalle crew di clubs ed eventi importanti come Ministry Of Sound, Epsilonlab, Space, Nature One, U60311, Privilege Ibiza e Time Warp. Poi sui 40 camion si alterneranno nomi come Felix Kröcher, Sven Wittekind, Robert Natus, Arkus P., Boris S, Tadox, Steve Porter, John Askew, Giuseppe Ottaviani dei Nu Nrg, ATB, Kai Tracid, Marco Bailey, Hooligan, Redhead, Tom Wax, Eric Sneo, Mijk Van Dijk, Tillmann Uhrmacher, Andry Nalin, Martin Eyerer, Mateo Murphy, Jeff Bennett, Tom Novy, Dave Seaman, Seb Fontaine, Axwell, Phil Fuldner, Joachim Garraud, Richard Grey, Taucher, Christian Fischer, Martin Decara, Kemi, Milk & Sugar, Sebbo, Marc Miroir, Lexy & K Paul, Karotte, Chris Zander, Mediengruppe Telekommander, Kiki, Dj T., Oliver Koletzki, Marco Remus, Oliver Huntemann, Alejandro Vivanco, Tobi Neumann, Tomcraft, Coburn, Gus Gus, Trick & Kubic, Tobias Lützenkirchen, Dinky, Joey Beltram, Takkyu Ishino, Stewart Walker, Elbee Bad, Eddy Flashin’ Folkes, M.I.A., Kate Wax, Codec & Flexor, Oliver Moldan, Silversurfer, Savas Pascalidis, Metope, Leon Segka, Westbam, Hardy Hard, i ritrovati Blank & Jones e molti altri ancora. 15 luglio 2005: the Love (Parade) is back.

-Aa.Vv. “Cocoon F” (Cocoon): nuovo appuntamento con la raccolta ideata da Sven Väth che, almeno da un pò di anni a questa parte, preferisce rincorrere le tendenze e non precorrerle. Per l’occasione ci propina una ricca serie di tracce minimal fatte da suoni cristallini e fortemente ispirati dal low-fi. Appaiono nomi come Pier Bucci, Guido Schneider, Adam Proll, 2000 And One (che pare già essere la hit dell’estate di Ibiza), Mathew Jonson, Johannes Heil, Serafin, David K, Guy Gerber & Shlomi Aber ed Alex Smoke. Gli unici a ‘schivare’ la linearità del minimal sono Andreas Kauffelt e il talentuoso Gregor Tresher.

-Nova Dream Sequence “Interpretations E.p. vol. 1” (Compost): è questo il progetto con cui King Britt ritorna al suo primo amore, la techno, lasciando da parte (almeno per il momento) tutto il background degli anni novanta fondato sul jazz, soul, funk, house, afro, deep, fusion ed hip-hop. Ora è tempo di ‘riesumare’ le strutture old-school tipiche dei primi Derrick May e Juan Atkins trascendendo la techno attualmente in circolazione e riagganciandosi all’aggressività delle ritmiche circolari tipiche di Detroit. Mai come ora il nome King pare più appropriato per questo autore capace di dimostrare, per l’ennesima volta, che le vie della musica sono infinite.

-Sneak-Thief “Hollow Land” (Crème Organization): è un periodo davvero pieno di impegni per Michel Morin, conteso tra le labels europee mai piegate ad effimeri trends del momento (vedi Bunker, Voltage Musique e la stessa Crème). Il canadese approda alla label di Dj TLR con quattro tracce che si calano nelle tipiche atmosfere che l’etichetta olandese ha proposto dai suoi esordi: un fluente mix tra italo-dark-funk è impresso in “Persian Sands” ed “Al Haquim” mentre in “On Tigris I Thirst” e “Damaszener Stahl” si respira un’aria tipicamente legoweltiana con tanto di sound sporco e dirty ‘lectro proprio come piace ai sostenitori di Clone & Co.

-Mikael Delta “Timeless Beauty” (Klik): il mago ellenico del deep riesce a sposare l’electro tedesca, in particolare quella di Berlino fatta da misure punteggiate da fluttuanti sincopi e controtempi. Romantico quel che basta per traghettare verso la progressive inglese, “Timeless Beauty” raccoglie undici tracce che fanno da baricentro per un autentico mix di emozioni stagliate tra stili alla Kompakt, Tuning Spork e Trapez. Ma alla fine ad aver la meglio è il sound tedesco e visto “Verzweifelt Glücklich” non può essere altrimenti.

-Activator “Softcurls Activator E.p.” (International Deejay Gigolo): dietro Activator si cela Sharif Zawideh, uno degli organizzatori più attivi di party nella Detroit dei primi anni novanta. Con la lunghissima “All Kinds Of Motherfuckers” (mixata da Jacek Sienkiewicz) si tira fuori una dose incredibile di chicago-house che corre a perdifiato per quasi dodici minuti sfiorando la jackin’ music realizzata con vecchie macchine e sub-bass che riportano in vita un glorioso passato riletto attraverso una nuova vitalità e lucenti slanci creativi. Poi “Escape From Detroit” con cui fugge dalla città dei motori attraverso la riedizione della techno degli anni novanta con tocchi ebm e pennellate industrial e “Doctor Gato [Plus 4 Reasons]” con cui si lascia spazio ad una techno capeggiata da fruscii intenzionali ed echi alla Tresor.

-Craig Richard & Transparent Sound “The Two Headed Monster” (Orson Records): facendo leva sull’interazione tra i live-acts e il mondo dei djing, il doppio mix-cd racchiude il succo della scena elettronica contemporanea rivolta essenzialmente ad uno stile fatto da pochi suoni e ritmiche scarne e colorite da un’effettistica inconsueta. Gli inglesi (da un lato Craig Richard, dall’altro i Transparent Sound) veicolano un sound che ha il sapore del modaiolo ma che nel contempo segna in modo perfetto la coesione massima tra lo stile progressive e il sound meccanico importato dalle lande teutoniche.

-My Robot Friend “Dial Zero” (Soma): facendo riferimento ad un’avanguardia di tipo ‘electro-robo-funky-disco’, a My Robot Friend spetterebbe senza dubbio il posto di caposcuola. Ideatore di un pazzesco mosaico di stili (tra cui fanno capolino anche il country e il rock), l’estroso artista americano è nelle grazie della scozzese Soma che continua a scommettere su di lui e sul suo sound iper personale tirando fuori un secondo singolo da “Dial 0”, l’album di prossima pubblicazione. Frenetico e schizofrenico come sempre, My Robot Friend si lascia mettere le mani addosso da Safety Scissors, che abbatte il sottile muro tra funk ed electro arrampicandosi su impalcature dub, e dai Modeselektor che fanno combaciare l’angusta minimal con una massiccia hypno poi fusa in crogiuoli elettronici.

-L.D.P. “French Attitude” -the remixes- (Dub Digital): la serie delle digital-releases edite dalla lombarda Dub Recordings prosegue dopo “Is Like You”, “Smash E.p.”, “Ingredients E.p.” e quell'”Attitude E.p.” dal quale è nata l’idea di questi freschissimi remix. La versione di Roberto Clementi segue la strada dell’ormai comune minimal electro fatta da basslines roteanti e beats lineari e basici. Una linea dark invece appare nella versione di Ivan J che fa di questa mp3 release un appetibile tassello per tutti coloro che amano il sound alla Misc.

-Neo Filigrante “Clara’s Gun” (Filigrante Records): arriva da Stoccarda e Berlino e si chiama Neo Filigrante: questo il duo che nei suoi pezzi riesce a farci apprezzare una punta di acid, delle svirgolate di clash, un impasto electro ed una spruzzata di retro prelevato dall’immenso campionario offerto dagli anni ottanta. Con “How Can I Feel” si smuove un ipnotico sample vocale trascinato su un tool dalle rimembranze italo e pfunk che trovo molto emozionale ed anche un tantino epico mentre un sagace mix tra trance, techno ed house viene impresso nella melanconica “Ein Jaguar”. Chiude la title-track più adrenalinica con tocchi alla Carretta, ritmiche alla Andersson ed un vago riscontro italo sui virtuosismi effettuati dal basso che mi riportano alle prime tracce dei Northern Lite.

-James Talk “Thinking Out Loud 2” (Nascent): il prolifico dj-producer mostra una particolare predilezione per i beats dal risvolto tribale abbinati a suoni non eccessivamente plastici e squadrati, contrariamente a quello che il mercato odierno ha portato quasi alla saturazione. Tredici i pezzi racchiusi che spaziano dal dub alla house strumentale rimanendo sempre ben ancorati al mondo dei clubs e tralasciando le vette delle più blasonate charts. A tener fede al concept sono tracce di Max Fresh, Hernan Cerbello, Izit, Buick Project, Radar, Haris ed altre perle nelle quali s’intravede l’estetica dell’acid illuminata da lampi deep.

-Kolombo “Score E.p.” (BluFin): lasciando momentaneamente la sua LouLou (ampiamente nota negli ambienti ibizenchi) Kolombo sbarca sulla BluFin di Colonia con tre tracce fatte da incastri electronic-house che riportano agli Alter Ego con bei suoni elettrificati uniti nel segno di una techno addolcita rispetto a quella di qualche anno addietro. Non s’avverte la calma piatta del minimal nel suo “Score E.p.” al contrario di impronte moroderiane, bassi ottavati e suoni da videogames vintage che fanno il vezzo (no no, sono proprio gli stessi) alla hit di Oliver Koletzki, quel “Der Mückenschwarm” che giusto un anno fa iniziò a smuovere le masse europee.

-Adaptor “The Pilgrims E.p.” (Mood Limited): questo nuovo Mood Limited #016 arriva dalla Grecia, precisamente dalla capitale. E’ Atene la città di Adaptor che negli ultimi tempi si è fatto strada tra i locali ellenici più cool. L’Original non porge grandi sorprese se non un tool minimal scandito da forti snares. Di provenienza greca anche il remix di Leon Segka (quello della Crosstown Rebels) che però non produce segni distintivi oltre a vaghe impronte acidule. Decisamente più rincuorante il remix del tedesco Dave Dk che frammenta il basso e lo miscela in un ritmo che trae elementi dal minimal e dalla tech-house rinforzata da curiosi hit 90’s.

-Renato Figoli “Serotonin Smile” (Gumption Recordings): vero campione del microsound più estremo ed amante dei rumorismi che si fecero già vistosamente notare nell’autunnale “Ocho Al Puma”/”E’ Arrivato L’Arrotino”, Figoli ritorna con un pezzo che è un vero crescendo di emozioni taglienti e fulminee. I beats pazientemente frammentati riappaiono anche nella versione di Mathias Schaffhäuser che porge intrecci di suoni, un bel basso piallato e continui contrasti tra luci ed ombre. Ed è così che il rumore diviene magico, forse attraverso un low-fi che lascia vibrare le corde di una house miniaturizzata e fatta di impazzite schegge plastiche. Peccato per Figoli che, come tanti altri, può ancora esclamare a gran voce ‘nessuno è profeta in Patria’.

-Aa.Vv. “Bassbin Twins vs Marine Parade” (Marine Parade): è l’americano Pete Houser alias Bassbin Twins a selezionare e mixare questa raccolta in puro stile break, quello per cui la Marine Parade di Adam Freeland è diventata una delle principali portabandiera. A fare apparizione sono tracce di Stone Lions, Evil Nine, No Love, Infusion, Scratch D vs The Bomb e lo stesso Freeland con “We Want Your Soul” remixata dai bravissimi Product.01. Per i dj’s è disponibile anche un cofanetto che consta di cinque vinili in formato 12″.

-Electrik Bet “Streap Girl E.p.” (Level 75): #004 per la label francese che apre le porte al team italiano degli Electrik Bet formato da Cusanno e Filippone. E così dal milanese Dance 69 Studio arrivano quattro tracce in chiave electro-house ma che nel contempo ammiccano anche alla dance italiana anni novanta. Con “On Muscle” si ripercorre lo stile ben collaudato alla Get Physical e Play Paul mentre con la scabrosa “Electrica Pussy” si arriva a tangere una sorta di acid dark. Totalmente spensierata e tipicamente italiana la matrice della sempliciotta “Streap Girl” mentre voto in più lo merita “Computer City” con cui il duo recupera una tech-house rinforzata da spunti electroidi.

-Señor Coconut featuring Argenis Brito “Behind The Mask” (New State Recordings): la versione originale apparve nell’album “Yellow Fever!” edito sotto lo pseudonimo di Atom Tm. I più attenti avranno già individuato l’autore, quel tedesco (Uwe Schmidt) che anni addietro decise di trasferirsi in Cile e riscoprire una nuova anima del sound elettronico (nella ricchissima discografia appaiono anche versioni latine di immortali brani dei Kraftwerk). Non a caso sceglie il cileno Ricardo Villalobos che incide un trip di ben 15 minuti (!) nel quale il sintomo minimal è intercalato da trombe ed una parte puramente samba. Decisamente più europeo il remix di Usher (coadiuvato dallo stimato Ewan Pearson) che si rifà al sound degli anni ottanta dalle influenze electro-pop e new-wave. Ps: la traccia dalla quale Schmidt ha preso spunto è di Ryuichi Sakamoto.

-Agaric “The World Is Asleep” (Kontra-Musik): allontanandosi dall’hardgroove seguito con successo per anni, lo svedese Patrick Skoog riappare per l’ennesima volta sotto le sembianze di Agaric esponendo una via più deep e riflessiva combinata tra techno ed house. “Over The Hill” è un lungo trip dalle materie dense ed ipnotiche, lacerante per coloro che non soffrono il loop ma ideale per i corpi in movimento nei fumosi clubs nordeuropei. Con “The Outside” invece si recupera un sample vocale di Jack Nicholson (ai tempi di “Easy Rider”) conficcato in drones che ci portano per mano in posti angusti, bui, freddi, lacerati da un penetrante silenzio rotto solo da doom profondi e sequenzati sui 4/4.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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