#098 -Si avvicina la data del Mayday [23-04-2006]

Il Mayday è lo storico evento, nato nel periodo dei raves illegali, che da ben quindici anni infiamma la clubscene tedesca. Come di consueto il prossimo 30 aprile, presso il Westfalenhallen di Dortmund, si terrà il festival della musica elettronica che aprirà le porte alle sei del pomeriggio e proseguirà sino al mattino dopo. Anche quest’anno gli organizzatori non si sono risparmiati e promettono un vario ed interessante line-up fatto da personaggi di tutto rispetto: da Paul Van Dyk a Ferry Corsten, da Chris Liebing a Jesper Dahlbäck, da Tom Novy a Dominik Eulberg, da Oliver Koletzki a Marco Bailey, da Moguai a Tomcraft, da Kai Tracid a Superpitcher sino ad ospiti intercontinentali come l’argentino Dj Dero e il nipponico Takkyu Ishino. Nel programma presenziano anche numerosi live-acts che non faranno altro che catalizzare l’attenzione delle migliaia di ravers previsti. Tra i tanti ad esibirsi Westbam (e la sua band), Anthony Rother, Northern Lite, Lexy & K-Paul, Einmusik, Booka Shade e, naturalmente, i padrini dell’evento, i Members Of Mayday (ovvero Westbam e Klaus Jankuhn) che nel 1997 svettarono nelle charts di tutta l’Europa con la hit “Sonic Empire”. Sono proprio loro gli artefici di “Worldclub”, la colonna sonora di questo quindicesimo appuntamento presto raggiunto dalla compilation ufficiale attesa su Low Spirit Recordings in doppio cd. Mayday: e la voglia di rave si accende.

-Aa.Vv. “Do You Copy?” (Mitek): per festeggiare il quinquennio di attività la nordica Mitek realizza la speciale raccolta “Do You Copy” che, attraverso due cd’s, sintetizza le soundscapes coi costrutti minimal dal mood abstract. Il primo volume vede la prevalenza di obscure ambient (con Midaircondo, Mikkel Metal, Son Of Clay, Mokira, Jay Haze, Pellarin e Sophie Rimheden) mentre nel secondo si fanno sentire i movimenti quaternari della dance coi pezzi di Theodor Zox, Ozy, Skugge & Stavöstrand, Anders Ilar, [a]pendics Shuffle, Fenin, Tonne e l’eclettico HÃ¥kan Lidbo.

-Mas 2008 “Alles Klar?!” (Electronic Corporation): ad un anno di distanza dall’ultimo singolo René Kirchner ed Ive Mueller tornano a vestire i panni del progetto Mas 2008. I due si fiondano nelle avanguardie degli anni ’80 fatte di rintocchi ebm, new wave ed electro-pop, tutti ricostruiti attraverso strumenti veri e non simulatori caricati in sequencer del computer. In “Alles Klar?!” convergono ben sei tracce nelle quali, inconfondibili, si ergono creatività ed estrosità, due qualità che (purtroppo) negli ultimi tempi sono andate scemando. This is pure electro.

-Aa.Vv. “Get Lost!” (Crosstown Rebels): tra le labels di punta della scena inglese, la Crosstown Rebels rilascia una raccolta in doppio cd che da un lato si aggancia alla techno e dall’altro alla plastic-house. Il primo disco è curato da Damian Lazarus che opta per una selezione a cavallo tra il minimal e l’electro con spunti noize rappresentata da artisti come Repeat Repeat, The Knife, Dj Koze, Butane, Monolake, Ra-X e gli italiani Und. Maggiormente acustico e rarefatto è il secondo cd organizzato da Matthew Styles che predilige il sound di Trickski, John Tejada, Si Begg ed Abe Duque. All’appello rispondono anche gli italiani Duoteque.

-Billy Dalessandro “Starcity” (Resopal Schallware): a tre anni dal fortunato “Midievalization” il ventinovenne di Chicago (ma di chiare origini italiche) ci consegna un album che s’addentra nel mondo degli anni ’80 attraverso reticolati chiacago-house e deep-techno. Si vola su esperimenti techno-groovy rallentati, su acustic-beats abbracciati a chords romantici e ad un downbeat d’avanguardia. Un sound dalle venature deep quello di Dalessandro, una sorta di tech-house ben sorretta da beats marcati, rumorismo ormai all’ordine del giorno ed una sana scarica di hypno balzata fuori dalla vecchia ed indimenticata house di Chicago.

-Digitaria “Teen Years” (International Deejay Gigolo): pregustata nel volume 9 della “Gigolo Compilation”, “Teen Years” trova modo di apparire anche su 12″. L’Original si posiziona a cavallo tra l’electro e l’hypno mentre il remix degli Zoo Brazil punta maggiormente al loop e ai beats squadrati e geometrici. Depurandola d’ogni tipo d’orpello, gli svedesi rendono la traccia efficace e pronta ad attecchire sulle dancefloors europee, quelle che non riusciranno ad apprezzare l’album della band brasiliana ritenuto inadatto ai gusti del nostro continente.

-Aa.Vv. “Histoire D’Amour” (Dirty Dancing): questa raccolta taglia il nastro inaugurale del catalogo cd di Dirty Dancing, la label belga guidata dai bravi Renaud Deru e Lorenzo Serra. Facendo leva su due degli artisti del proprio roster, Cosy Mozzy e Sweatshop, si raggiunge un risultato che presenta forti links con l’afrobeat, l’electrofunk, l’italodisco e l’acid-house. Da Lindstrøm & Prins Thomas a Kaos, da Mr. Negative a Maximilian Skiba sino a Danton Eeprom, Botox meets Showgirls e Moloko ritoccati da François Kevorkian & Eric Kupper. Dirty Dancing propone una nuova via della house, ormai incanalata sempre più verso circuiti elettronici che la portano lontana dalle originarie connotazioni soul.

-Geddes vs Audiofly pres. Rekleiner “Somewhere” (Mood Music): uniti nel progetto Rekleiner gli inglesi Stuart Geddes ed Audiofly sbarcano su Mood con una traccia che profuma di deep-techno con qualche lieve accenno al bleepy. Sparsi sulla stesura ciclica ci sono pads piuttosto scuri e giochi di basslines che ondeggiano sulle ottave della keyboard. Il remix è del finlandese Sasse che si diverte a giocare coi loops forgiando una house dal fascino moderno che cresce bene nel suo progressivo incedere e che si ferma soltanto in alcuni breaks.

-Pupkulies + Rebecca “The Way We” (Normoton): la coppia unita dall’amore finisce sulla leggiadria e sulla serenità di una certa branca del minimal sound, soffuso, ovattato, mai invadente e mai fragoroso. E’ la tristezza a prevalere sulle tredici tracce racchiuse in questo lp in cui appaiono reminiscenze del dub giamaicano ed una voce che riporta allo stile di Roisin Murphy dei Moloko. Soul, jazz, minimal, estetica melanconica e rumorimo fanno di “The Way We” un’ottima alternativa alla classica miscela electronic-house che caratterizza l’ultimo periodo.

-Eddie Zarook & Casio Casino “6ft Under/Was” (Gumption Recordings): apparsi come remixer per “Open Sesame” di El Loco (2004) e poi tornati su Lo-Fi Stereo col poco conosciuto “Haluzengenic” (2005), Zarook & Casino vanno ad infoltire la scuderia della Gumption. In “6ft Under” si fanno spazio voci subliminali che s’accavallano ad un beat in crescita progressiva attraverso rumori ed interferenze captate da speciali ricevitori mentre in “Was” assistiamo ai movimenti felpati di un bassline imprigionato in un groove creato attraverso gli incastri con elementi ritmici anticonvenzionali, capaci di riportarci l’effetto tribal pur non incarnando la vitalità delle classiche percussioni.

-Aa.Vv. “10 Digest” (Hefty): fondata senza troppe pretese nel 1995 da John ‘Slicker’ Huges, la Hefty di Chicago festeggia il suo decimo compleanno con un doppio cd che getta l’occhio al futuro della musica da ascolto. Nel cd 1, ‘Digest’, il pfunk sposa il soul, il new jazz, l’acustico e il rumorismo tipico dell’experimental coi pezzi dei Telefon Tel Aviv, Savath + Savalas, Euphone e Samadha mentre nel 2, ‘Mixtape 10 Years’, Scott Herren raccoglie 21 tracce del catalogo tra cui alcuni interessanti unreleased. Hefty: l’essenza del sound anticonvenzionale.

-The Neurotic Drum Band “Get High In New York City” (Sodium): il progetto The Neurotic Drum Band nasce nel 2002 dalla sinergia di due enigmatiche personalità, S e U, dove la S sta per Selway e la U per Ulysses. Lasciandosi dietro tracce maggiormente electroidi, i due producers americani sbarcano sulla francese Sodium con un pezzo che rammenta la groovy techno di qualche anno fa. Avvicenti anche le versioni confezionate da Tony Gutman e Lil’ Wolf, già remixer per “Star Sky” del norvegese Tetsuo sulla berlinese Electrobot.

-Markus Guentner “Lovely Society” (Ware): il dj dal lungo frangettone rilascia il secondo album nel quale mixa i tratti somatici della techno e della house incollandoli col deep e col dub. In pezzi come “All The Time”, “Something About You” ed “On My Mind” si erge una house dal retrogusto melanconico, soft nel suo meccanico movimento ed intagliata in patches plastiche; l’ambiente diviene ancor più deep e romantico con “Never Want To Stop Playing That Game” mentre in “Swap” l’autore di Regensburg di diverte ad inserire nel sequencer blocchi di loops rumoristi. Incredibile il remix di “All The Time” confezionata dal sardo Renato Figoli che frantuma i suoni come cocci di porcellana per poi piazzarli attorno ad un basso rotolante e ritmiche segmentate. Sarà questo il sound del domani ?

-The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble “The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble” (Planet Mu): l’avvincente elaborato che mischia musica ed arte visiva viene stampato dalla label inglese di Mike Paradinas. Undici le tracce tra cui l’inquietante “Guerican Perspectives” nata dalla celebre opera di Pablo Picasso dedicata al bombardamento della città di Guernica durante la Guerra Civile spagnola degli anni ’30. Gli scenari che ci propone il quintetto dei The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble sono piuttosto tetri ed oscuri, in grado di toccare con la punta delle dita il subconscio di chi ascolta per poi traghettarlo verso un sogno. O forse un incubo.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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