#103 -Il ritorno di Play Paul [28-05-2006]

Si è fatto conoscere durante la primavera del 2005 grazie al fortunato “Lalaland”, cover in chiave electro-house del classico di Green Velvet. E’ Paul De Homem-Christo alias Play Paul che pare essersi scrollato di dosso il diretto legame col fratello maggiore Guy-Manuel, noto nel mondo per essere uno dei Daft Punk assieme a Thomas Bangalter. Ormai Paul è autonomo in tutto e per tutto, sin da quando Hell si accorse della sua “Love Song” con la quale approdò al mondo dell’International Deejay Gigolo. Poi la serie delle produzioni s’allarga a labels come Kitsuné, Crydamour e Defected (nella veste di Syndicated People). Ma il giovane parigino vanta un background di tutto rispetto tra cui un’apparizione, risalente a diverso tempo fa, sulla storica Roulé, quella che nel 1998 fece il giro del mondo con la hit degli Stardust. Poi remix confezionati per Kylie Minogue, Shaggy, Modjo, Basement Jaxx, Etienne de Crécy, Playground e Kid Alex che lo portano ad agganciare il mondo della Luscious Sound, l’etichetta che recentemente gli commissiona il remix di “Lonely By Your Side” di Azzido Da Bass featuring Johnny Blake. Adesso è tempo di un nuovo singolo, su Luscious Sound #005, intitolato “Ain’t No Ho” che ricalca l’ormai classico disegno electro-house di cui Play Paul è divenuto un ottimo sostenitore. Una (gradita) sorpresa è incisa sul lato b: due nuove versioni di “Lalaland” realizzate da Xavier De Rosnay (la metà del progetto Justice) e Scratch Massive, noto per svariate releases su Chateaurouge e My Best Friend. I remix, inizialmente annunciati su Gigolo, così convergono sull’emergente label di Azzido Da Bass che si fa spazio nell’abnorme mercato discografico continentale. L’uscita è prevista per il 28 giugno.

-Aa.Vv. “Alex Flatner On Monoïd” (Monoïd): proseguendo la saga precedentemente colorita da nomi emblematici come Samuel L. Session, Oxia, Umek e Bryan Zentz, Alex Flatner realizza un ottimo mix-cd con cui esplora i settori della tech-house dalle influenze elettroniche e quelli della techno ciclica che sino a qualche anno fa rientravano nel segmento hardgroove. Il bravo dj-producer, da due anni a capo della label nata nel 1997, sceglie pezzi di Dan Corco, Trentemøller, Alexi Delano, Sébastien Léger, Dj Rok, Zoo Brazil, Green Velvet, Kiki, Joris Voorn, Southsoniks ed altri ancora che mettono in tensione il groove indimenticato della techno con le atmosfere moderne dell’electro per un risultato che sarà difficile non apprezzare.

-Every “Feelin'” (Monofleur): è il #003 della neolabel fondata dal grande Oliver Lieb. E’ proprio lui a nascondersi dietro il progetto Every che esordisce col minimal-creepy sound racchiuso in “Feelin'”, un bel pezzo che risulterà piacevole ai cultori della musica dance più attecchita alle charts europee. Già nella nuova “Renaissance” mixata da John Digweed, la traccia aggancia anche cascate di sid e voci. “Civilized” invece, sul lato opposto, batte strutture più canoniche per l’electro-house coadiuvate da sub-bass e suoni scuri. Mr. Lieb tinteggia di nero le ritmiche e le fa surriscaldare con fx bruciati lungo la stesura.

-Thomas Sari “Freaky Operator E.p.” (Vokuhila): pare che il belga Thomas Sari abbia intuito la maniera per uscire dai canoni della classica electro (un pò inflazionata dall’iperproduzione degli ultimi mesi) ed addentrarsi in materie sonore più interessanti ed avvincenti. Il suo e.p. (ma quasi un mini album viste le sei tracce sul 12″) ha il gusto di uno stile che definirei, senza azzardo, ‘electro 70’s, composto sulla sagace combinazione di ritmi anni novanta e suoni anni settanta. Ad ergersi su tutte è “Why Don’t U See” per la quale fa leva su una parte vocale ad opera di Ben Mouling (che rammenta Cunnie Williams) ed un samples tratto dalla storica “Darling” dei Delegation. Un nuovo stile da seguire ? Forse.

-Acquaviva & Lützenkirchen “No Fear” (BluFin): dopo “Zombie”, grande successo del 2005, John Acquaviva e Tobias David Lützenkirchen tornano a collaborare in studio per un nuovo pezzo che si preannuncia come una delle potenziali hit dell’estate. L’Original sintetizza electro, techno ed house attraverso un geniale disegno del bassline ed un’inserzione di chitarre rock che, attraverso molteplici distorsioni, faranno sobbalzare le platee europee. Il Lützenkirchen remix invece ci porge un basso striato che ricorda i più recenti Anthony Rother e Johannes Heil. Gusto più groovy e neo-house per la versione di Frank Hermann & Lars Niekisch alias Trick & Kubic.

-Gavin Herlihy “Machine Ate My Homework” (Mood Music): arrivato nella mailbox di Sasse qualche tempo fa, “Machine Ate My Homework” si trasforma nel #043 del catalogo Mood e si lascia diffondere attraverso un promo cd completamente nero. L’interprete è l’inglese Gavin Herlihy che plasma un’unica traccia in uno stile piuttosto complesso da definire vista l’alternanza meccanica di puro space-trippin-dark-house-fashion-bleepy-progressive-hypno-sound che viaggia, senza soste, per quasi dieci minuti.

-Aa.Vv. “One Nation 2” (Klik): selezionato da Achileas Hekimoglou, il secondo atto di “One Nation” sposta il suo baricentro su un sound da ascolto forgiato su innesti soul, jazz e funk. E’ il caso dei pezzi firmati da Lovelab, Agave Inc., Serafim Tsotsonis, Langsam, Eyecam, Dj Pici e Los Dies che s’introduce addirittura nel chilly filtrando bossanova e lounge. Più vicino alla dance il cd2 con tracce di Subotek, Scenic, Eko Tiger, Lego J, Seminal, Dj Nice, V-Sag & Andrew K e il bravo Chrisanthos che riverbera l’ebm dei primi anni ’80. “One Nation 2”: la sintesi della musica elettronica di classe realizzata in Grecia.

-System Of Survival “Nuday” (Lasergun): trovo che la title-track, “Nuday”, sia un tantino scontata vista l’ormai prevedibile alternanza tra i suoni del bleep e sprazzi old-school. Nella più creativa “Duckdive” appaiono voci ed un magico tocco analog-disco troncato, inspiegabilmente, sul più bello rendendo il pezzo poco più che un intro. Fortunatamente abbiamo la possibilità di viaggiare sulle scie retro proposte da “Musicplease” che mostra un mood italo concentrato in ritmiche vispe ed abitate da hihats a sega e vocoder vox. Ps: dietro System Of Survival ci sono Pietro Lisi ed Alessandro Carpentieri, ennesimi italiani costretti a valicare le Alpi per incidere la loro musica.

-Alex Smoke “Never Want To See You Again” (Soma): estratta dal recente album “Paradolia”, “Never Want To See You Again” si ripresenta in tre inedite versioni. La Floor Mix, realizzata dallo stesso Alex, mostra nuovi beats e voci triturate, il remix di Ada, epico e malinconico in puro ‘areal-style’ e la minimal-creepy degli Slam che tornano dopo 6 mesi d’assenza. Sul vinile potrete trovare anche l’Original ed una più lesta Radio Edit che ci fanno capire quanto siano stati bravi e creativi i remixer nel riassemblare una traccia che sembrava già perfetta.

-Uusitalo “Tulenkantaja” (Huume Recordings): dietro il progetto Uusitalo c’è Vladislav Delay, ennesimo esempio della bella musica made in Finland (dopo una corposa serie di nomi come New York City Survivors, Bangkok Impact, Mr. Velcro Fastener, V.U.L.V.A., Imatran Voima, Polytron, Ural 13 Diktators, Sasse e molti altri). Le dieci tracce, dai titoli impronunciabili per noi italiani, si muovono su sub-bass profondi, movimenti soft-house e micro-deep, atmosfere tristi e nostalgiche che non tralasciano nemmeno l’electro sincopata e la circolare dance in 4/4 che riporta ai datati percorsi musicali battuti da artisti come Diego e Beroshima. “Tulenkantaja” (nome preso in prestito da un vecchio gruppo letterario finlandese operativo durante gli anni ’40) si configura con il manifesto della techno nordica percorsa dal gelo dei ghiacci perenni e della sensibile aderenza alla musica ambient dalla quale estrae le connotazioni da relax.

-Aa.Vv. “Background 050” (Background Records): si festeggiano le 50 releases per Background, la label fondata da Andy Vaz che ha sempre dimostrato un forte interesse per la ricerca timbrica localizzata nel segmento della minimal-electronic. Tra clicking house e neo minimal techno il viaggio ripercorre l’itinerario battuto dal 1998 ad oggi attraverso tracce di Antiguo Automata Mexicano, Further Details, Pascal Schäfer, Frivolous, DB, Rhythm Maker e lo stesso Andy Vaz. Auguri.

-Remute “Remute” (Ladomat): prova importante per Denis Karimani che, a quattro anni dal suo esordio discografico (“Hypnoconsole” su Dekathlon), rilascia un full-lenght che prende le distanze dalla classica techno teutonica. Ora il tedesco fugge nel deep e si lascia sopraffare dalla passione per scricchiolii e rumori pur non dimenticando del tutto la techno degli anni ’90, giochi di speech, bassi ottavati, rilancio del funk ed atmosfere liquefatte. Un album che si spoglia da facili definizioni per solidificarsi su un costrutto più mentale che fisico che scansa, più che bene, le tante banalità dell’ultimo periodo.

-Avida “Il Grillo E La Formica” (Créme Organization): pronto da svariati mesi, esce solo ora questo disco dietro il quale si cela il bravo Alexander Robotnick, divenuto uno dei nomi maggiormente rappresentativi della label olandese di TLR. Il leggendario producer toscano si lancia nella cosiddetta ‘nonsense music’ (musica demenziale) fatta da strutture primitive e parti vocali (in lingua italiana) che prendono spunto dallo stile anni ’60 regalandoci un pizzico di sano humor. Un fremente mix tra teatro e musica per una delle più curiose produzioni uscite dallo studio di Mr. Dami.

-Dj Enne “Lago Di Garda Experience” (Compost Black Label): incuriosito dal celebre movimento creato da Daniele Baldelli e Claudio ‘Mozart’ Rispoli presso il Cosmic (sul Lago di Garda), l’austriaco Robert ‘Dj Enne’ Ennemoser ricostruisce il cosiddetto ‘cosmic sound’ facendo leva su un insieme di elettronica, afro, etnica, indian, raggae e funk. Il risultato si percepisce da “Lazise”, puro space boogie ipnotico nei movimenti e carico dal punto di vista ritmico, e “Desenzano” con cui si torna a respirare la disco-funk con intrusioni afro e percussive che dall’Italia volavano in Austria e in Bavaria. Per la serie ‘la musica bella non muore mai’.

-Monolake “Plumbicon Versions” (Imbalance Computer Music): edite precedentemente su vinile, le quattro versioni remix di “Plumbicon” (traccia che chiudeva l’album “Polygon_Cityes”, 2005) riappaiono su cd. Dalla Live In Osaka realizzata con T++ al minimalismo ipnotico di Sleeparchive, dall’ambient quasi in stile Warp made in Los Angeles realizzato da Tobias Enhus e Andrew Phillpot aka Rebreather al deep dub del canadese Scott Monteith aka Deadbeat. Al tutto si aggiunge la bonus “Plumbicon Epilogue” plasmata su un ibrido fatto di ambient e trip-hop. Un ottimo ritorno per Robert ‘Monolake’ Henke, sinonimo di minimal techno sin dall’ormai lontano 1995.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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