#109 -Una marea di progetti per Boys Noize [09-07-2006]

Una mina vagante questo Alexander Ridha, noto negli ambienti musicali prima come Kid Alex e più recentemente come Boys Noize. A soli 24 anni il giovane dj-producer tedesco vanta una sfilza di produzioni su labels acclamate del settore, in primis Milk & Sugar seguita dalla Datapunk di Anthony Rother e dall’International Deejay Gigolo che alla fine del 2004 pubblicò il primo capitolo della saga Boys Noize, quel "The Bomb"/"Boy Neu" che iniziò a battere la strada di un’allora poco esplorata electro-house. Alle spalle il recente album "Restless" (sulla già citata Milk & Sugar) al quale sta per seguire il nuovo appuntamento su Boys Noize, la label fondata nel 2005. Si tratta del 12" di Puzique che racchiuderà "Thomas", "Relax" e la spavalda "Chemie". Ma questa non è che soltanto una delle tante novità che ruotano attorno al pianeta BN: in arrivo c’è infatti il singolo di Housemeister (quello della BPitch Control ed All You can Beat) che comprenderà "Need Kick", "Need Retro" e "Need Cash" raggiunto poi dallo "Stripper E.p." del francese Lady B. Pianificate sono anche le uscite per "Don’t Believe The Hype" di Boys Noize (con un remix di Surkin) e l’e.p. di Darmstadt. Lunghissima la lista sul fronte remix: dopo aver messo le mani su pezzi di Tiga, Para One e Foreign Islands il talentuoso artista tedesco viene interpellato da Kreeps per "All I Wanna Do Is" (sulla Output di Trevor ‘Playgroup’ Jackson), da Living Things per "Bom Bom Bom" (su Zomba/Jive) e Bloc Party con "Banquet" sulla francese Kitsunè. Nell’aria ci sono ancora le versioni confezionate per "Frau" di I-Robots (ovvero l’italiano Gianluca Pandullo) ed "Everyday I Love You" di Kaiser Chiefs finito addirittura su Polydor. A tutto ciò si aggiunge il tour mondiale che Alex sta tenendo in queste settimane: dopo quattro date in U.S.A. (Philadelphia, Boston, New York e Chicago) e due in Canada (Montreal) il tedesco tornerà in Europa per gigs in Spagna, Germania, Olanda ed Inghilterra dove si esibirà al Bugged Out con Erol Alkan (il 15 luglio) e al Global Gathering Festival (il 28 luglio).

-Unique "What’s Up?" (Multicolor Recordings): si registra così l’esordio in campo discografico per il tedesco Achim Koch, proprietario del club Freiraum e grande estimatore di tech-house e breaks. In "What’s Up" confluiscono esattamente questi due stili riscontrabili attraverso grooves impastati a dovere spesso fermati da sinuosi controtempi. Nella pausa centrale salgono rumori quasi rock che in breve lanciano schegge di techfunk carica e saltellante. Interessante anche il remix firmato da Martin Eyerer (A&R di Kling Klong), interprete di una visione che mette insieme acid, techno ed house attraverso un groove irresistibile.

-Claude Vonstroke "Beware Of The Bird" (Dirtybird): capace di catalizzare le attenzioni grazie a "The Whistler" e "Deep Throath" che, in tutta sincerità, nulla avevano da offrire se non beats scheletrici e simpatici gorgheggi vocali, Claude Vonstroke incide il primo lp sulla sua Dirtybird. Si tratta di un trip a base di tech-funk impregnata di costruzioni ritmiche derivate dalla techno di Detroit e cavalcate da suoni trendy. Sul percorso però non mancano sonorità più seriose ("Who’s Afraid Of Detroit?") ed anche un tunnel di ambient/breakbeat ("Eastern Market") nel quale consiglio di addentrarvi.

-Rosario Del Giudice & Francesco Passantino "Neon Kraft E.p." (Tractorecords): ‘Techno o house, questo il problema !’ esclamerebbe un attore sulle scene di un rivisitato "Amleto" di Shakespeare ascoltando il mix in questione, una continua escursione tra i due generi tenuti a debita distanza per tanti anni (forse troppi). Bassi aerobici, beats fluenti, strappi di fx, dialoghi intenzionali tra leads: queste le sostanziali caratteristiche del Tr-006 che si sta facendo largo grazie alla luce accecante dei neon che gli ha facilitato l’ingresso in flight-cases di tutto rispetto come quelli di David Keno, Dapayk, Alex Flatner, Mathew Jonson, Tanja Vulcano e Cassy Britton.

-Bastien Grine "Soap ‘n’ Soda" (Scandium): davvero irriconocibile rispetto alla prima produzione edita nel 2002 ("The Shooting Stars"), Bastien Grine ora si allinea perfettamente alla linea minimal che oggi va per la maggiore. Sottili membrane ritmiche vengono rincorse da bassi piallati e suoni scheletrici davvero lontani dai virtuosismi di un tempo. Su entrambe le tracce viene spolverata una buona dose di suoni vintage (tratti dalla 909 e 808) miscelati a crepitii vari che si fanno rientrare nel contesto ‘clicking house’.

-Etienne De Crécy "Commercial E.p. 1" (Solid/Pias): per la serie ‘la classe non è acqua’, il prodigioso Etienne De Crecy (protagonista assieme a Philippe ‘Zdar’ Cerboneschi di progetti di successo come Motorbass e La Chatte Rouge) si fa risentire con questo e.p. che, a dispetto del titolo, trovo tutto fuorchè commerciale. Un fluente mix electro-techno direi ascoltando l’energica "Fuck" (che ricorda la classica formula della french-techno), la più dolciastra "Suck", perfetto anthem per il guru dell’house parigina e la modaiola "Luck" che si lascia infilare da presenze acidule di Tb-303. A completare è una divertente copertina che in molti vorrebbero trasformare in fruscianti bigliettoni verdi da spendere come meglio si crede.

-Dabrye "Two/Three" (Ghostly International): vero genio poliedrico, Tadd Mullinix (lo stesso dei progetti James T. Cotton ed SK-1) incide un album che si erge come vero manifesto del genere electro-hop, un incredibile mix nato dall’avvicendarsi di linee elettroniche e liriche hip-hop. L’involucro sonoro però non tralascia il funk, il soul e il jazz, resi quasi irriconoscibili poichè inseriti nel cuore della musica delle macchine, dei robots e dei cervelli pilotati da microscopici chips. Una prova importante per l’autore, balzato agli onori della cronaca internazionale per il fortunato "Hyped-Up Plus Tax" divenuto colonna sonora dello spot di un famosissimo marchio di telefonia.

-That’s "A Smart Thing To Say" (Bomb Boutique): dopo la disfatta di MoFa Schallplatten che ha diretto per circa quattro anni, il tedesco Bomb Boutique apre la sua label inaugurandola col disco di Carlo Von LynX alias That’s, già presente nell’ultima "Electric Pop". Ad aprire il disco è proprio "Italectro" rivista nella Operetta Mix, un pò più acidula e stridula dell’originale seguita dal remix edificato sui suoni trendy di Frank Martiniq (from Boxer). A chiudere è la Lovesick Vocal version del norvegese Martin Bergesen alias Tetsuo (recentemente apparso sull’Electrobot di Massimo Sex D’Electro) che rammenta un pò lo stile di LCD Soundsystem.

-Alden Tyrell feat. Nancy Fortune "La Voix" -remix- (Clone): primo estratto dal recente lp "Times Like These" (che in tutta sincerità ha offerto pochi inediti) "La Voix" si ripresenta attraverso due freschissimi remix. Il primo è firmato da Isolators (progetto nato da una costola degli Unit 4), uno sbilenco puzzle composto da tessere alla Moroder ed aperture classiche della disco 80’s mentre il secondo è del misterioso Elitechnique (apparso recentemente sulla Radius di Spacid) che si lascia andare attraverso un buon costrutto a metà strada tra electro, disco e nu-funk con continui rimandi alla prima Madonna. Ad impreziosire il tutto la stupenda voce di Nancy Fortune, già protagonista su Viewlexx, Volfoni e per un paio di emblematici featurings per I-F.

-Kawabata "Kadena" (Drum Poet Community): dopo l’esordio avvenuto pochi giorni fa con Foster la Drum Poet Community (nuova label nata in casa Compost in collaborazione con Alex Dallas) ritorna col suo #002. A firmarlo è Kawabata che dimostra subito uno spiccato feeling col sound che la faceva da padrone nei clubs degli anni novanta. In "Kadena" s’apprezza un progressivo susseguirsi di emozioni deep-house fatte essenzialmente da suoni retro e la situazione non varia in "Secret Playground", lievemente più malinconica e vicina alle recenti releases promosse dalla Kanzleramt di Heiko Laux.

-Soylent Green "La Forza Del Destino" (Playhouse): dopo qualche anno di assenza torna a farsi sentire Soylent Green, il progetto (nato nel 1995) di Roman Flügel, simbolo lucente della miscela tra house e techno di nuova concezione, evolute entro i confini di misure basiche e suoni primordiali. Per il disco non sono state certamente sprecate grandi energie concettuali se non beats costruiti secondo la recente hit internazionale "Gehts Noch" e modelli trendy che attirano presto l’attenzione. Sarebbe un errore però non evidenziare le sottili vene sperimentaliste impresse in "Low Pt. 1", il recupero dell’acid in "Stay Stupid" e la connessione con l’afro e con l’italo-funk attraverso "Camera Obscura" ed "At The Gates". Settanta minuti bastano a a Flügel per far entrare in collisione il passato e il presente della musica elettronica da ballo.

-Mikael Stavöstrand "My Moon E.p." (Sunset Diskos): prendendo un pò le distanze dall’abstract-deep promossa dalla Mitek e recuperando qualche groove più vicino alla dance, lo svedese fonda una nuova label che continuerà ad esplorare le vie più nascoste e sensitive della musica elettronica. Probabilmente ispirato dal classico dei Pink Floyd, Stavöstrand si dedica a tre tracce dalle quali fuoriescono lapilli progressive-deep caratterizzati da bassline increspati ed una vivacità strutturale tipica dei live-acts. Un disco da prendere in considerazione se si è in cerca di un sound ‘mentale’.

-Timelock "Advanced Options" (YoYo): si apre così la mix-serie di casa Bne che interpella il giovane Felix Nagorsky meglio conosciuto come Timelock. Ancora sulla bocca di molti per il suo "Power Charge" edito alla fine del 2005, l’israeliano sceglie dieci tracce energiche e melodiche quel che basta per continuare a tener viva la scena trance internazionale. Tra i tanti Atomic Culture (progetto scaturito dalla collaborazione tra Atomic Pulse e Protoculture), Onyx vs PTX, Echotek, Double Impact, Quantum, Fatali e Bwicked. Il tutto gira sopra i 140 bpm ed è racchiuso dal classico digipack a cui la YoYo (sublabel della Bne) fa affidamento sin dai tempi della sua nascita.

-John Digweed "Transitions" (Renaissance): uno dei maestri indiscussi della scena progressive-house inglese ritorna a mettere le mani sulla storica saga della Renaissance. Per l’occasione sfodera una tracklist tinteggiata da colori sgargianti e luminosi, provenienti dai plasticismi estetici tipici del sound tedesco che oggi appare tra i più richiesti sulla piazza. Ad essere scelti sono pezzi di Michel De Hey, Tigerskin, David K, Trick & Kubic, Paul Kalkbrenner, gli italiani Margot e lo stesso Digweed con "Warung Beach" nella versione firmata dal ricercato Tobias David Lützenkirchen, un tempo protagonista assieme a Ramon Zenker del progetto Paffendorf.

-Sneak Thief "Body Militia" (Voltage Musique): un periodo ricco di uscite per il canadese (trapiantato a Berlino da alcuni anni) Michel Morin aka Sneak Thief: dopo la recente avventura su Crème infatti eccolo alle prese con un’apparizione sulla Voltage Musique che gli concede il suo #010. "Body Militia" racchiude i canonici tratti della techno anni novanta, un pò acid, un pò rave, un pò psichedelica, attraversata da una sensibile voce femminile (sarà quella di Lindsay J ?). Sul 12" presenzia anche un ipnotico remix di Maru & Comix (le ‘teste’ di Pocketgame) costruito su loops pseudo-minimal centrifugati attraverso il repeat del sampler che ne stravolge abbondantemente l’idea originale.

-Funk D’ Void & Phil Kieran "Worm Of Mouth" (Soma): i due pupilli della scena inglese tornano a collaborare in studio dopo "Black Worm" e "White Lice". I tracciati sono ancora quelli della ‘mutant-techno’ nata in seno al binomio techno-house ravvivato da un’anima dub. Nella title-track le impalcature sono chicago sminuzzate da atmosfere dark, lugubri ed anguste mentre "Tick Tick Tick" si leva dal burlesco incastro di rumori postindustriali e lievemente abstract nella loro costruzione. Si parla già di un album che, con molta probabilità, potrebbe uscire nei primi mesi del 2007.

-Slepcy "We Are The Newest Battle Models" (Cock Rock Disko): #010 per la label di Jason ‘Donna Summer’ Forrest che ospita il duo polacco degli Slepcy formato da Piotr Kurek e Marcin Stefanski. Il disco è un condensato di rumori brutali, ritmi indiavolati, spasmodiche distorsioni, suoni sofisticati ed influenze tratte dalla jungle e dal drum’n’bass. A tutto ciò si aggiungono melodie synthpop e jazz che fanno riferimento al mondo degli anni ottanta, naturalmente rivisto e corretto in una visione di puro e sfacciato underground. E’ come se i Pink Floyd venissero filtrati attraverso il setaccio di Squarepusher o se Sonic Youth desse la mano a Swans. Un lavoro affascinante vista l’incredibile fusione tra due schemi musicali che davvero in pochi avrebbero avuto il coraggio e l’ardire di mettere insieme.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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