#122 -Moderno e classico mixati da Heidi [29-10-2006]

Un tempo appassionata del rock britannico, Heidi entra nel mondo dell’elettonica agli inizi degli anni novanta trovando appiglio nella produzione dell’allora emergente Plus 8 di Richie ‘Plastikman’ Hawtin e John Acquaviva sorta in quel di Windsor (Ontario, Canada). Da quel momento si aprirono le porte per fare ingresso in un microcosmo che l’avrebbe portata a diventare una delle dj più seguite d’Europa. Nel 1997 infatti Heidi decide di lasciare Windsor e trasferirsi a Londra dove apre, con l’aiuto dell’amico Simon Rigg, il noto negozio di dischi Phonica. La popolarit� cresce sino all’incontro con Dj T. e Patrik Dechent dei Sunpeople che la invitano ad entrare a far parte della ‘famiglia’ Get Physical Music. Ed è così che Heidi si è ritrovata alla consolle del noto Monza Club di Ibiza dove ha potuto mostrare meglio le sue qualit� da dj. Adesso, con l’estate ormai alle spalle, la sua tecnica viene impressa nei solchi della compilation “Monza Club Ibiza Vol. 1” (pubblicata dalla gi� citata Get Physical Music) con cui si esplora a fondo la sfera house e techno con un interesse quasi accademico per l’evoluzione della musica dance che oggi è tornata alle sue misure preistoriche nate in citt� come Detroit e Chicago. Non certamente a caso il mix-cd si apre proprio con la storica “Domina” dei Maurizio rivista da Carl Craig (l’originale risale al 1990) seguita da esempi di natura moderna come “Forced Fiction” di John Tejada, “Ride The Pony” di Fuckpony, “1000 Miles” di Martin Landsky ed “Ein Känguruh Im Clubraum” di Moritz Piske. Di notevole spessore anche la presenza del grande Karri Chandler con “Downtown” amalgamata in modo quasi magico a perle di concezione moderna come “Dump Truck” dei Cobblestone Jazz, “D” di Alex Under, “Boy From School” di Hot Chip (il remix è del bravo Erol Alkan) e la hit “Bay Of Figs” di Marc Houle, diventata popolare nonostante la costruzione semplicistica ed un banale basso in levare. Non può mancare la stessa Heidi con “Vejer” realizzata in coppia con Henry ‘Riton’ Smithson. L’artista fa leva su questa compilation per mixare in un unico blocco il vecchio e il nuovo edificando una continuit� temporale all’interno dell’evoluzione ormai inarrestabile. E così il classicismo di un tempo penetra all’interno di misure scricchiolanti con una tale dimestichezza da rimanerne estasiati.

-Mike Monday “Smorgasboard” (Playtime): trattasi di un lp che mette a nudo l’accesa creativit� di Mike Monday, tra i dj più richiesti sulla piazza inglese. “Smorgasboard” profuma di electro-funk e di una grande passione per l’hip-hop e la musica del ghetto: “Onshu” e “What Day Is It?” si cibano di cultura retro raggiunte dalla più acidula “Fun With A K”, la scherzosa “Zumzum”, l’attuale “Thing”, la misteriosa “Tooting Warrior” (ove i tratti asiatici vengono passati in filtri ambient-trance) ed “Ode To Jack”, un’astrusa prova dark-progressive. Un album ammirevole quello di Monday che spazia con disinvoltura tra i ricordi di giovinezza ed affilati anthem da discoteca ad appannaggio di una grande cultura musicale che non può che fargli onore.

-Dj Gio MC-505 “Engel Und Teufel E.p.” (Vokuhila): avevo lasciato la produzione discografica nel 2003 col fortunato “Superstar Heroes E.p.” che rilanciava, con qualche mese d’anticipo, la moda dei supereroi di carta tanto in voga negli anni ottanta. Ora ritorno con questo 12″ voluto dalla berlinese Vokuhila che mette le mani su tre tracce prodotte nella primavera del 2004. “El Diablero” viene intagliata in strutture ritmiche old-school provenienti dalla polverosa Tr606 e suoni analogici modellati in chiave electro-disco (l’effetto ricorda certe cose di Bunker, Crème Organization ed Invasion Planète), “Wort-Ton-Drama” affianca il breakbeat alla techno-rave anni novanta e “Clavier À Lumière” si lascia ispirare da vecchie tracce di Patrick Cowley con improvvisazioni di tastiere. Sul mix presenziano anche due remix di “El Diablero”, entrambi provenienti da New York: il primo degli Hong Kong Counterfeit (International Deejay Gigolo, Lasergun, Pocketgame ed Emperor Norton) e Maxx Klaxon (Angelmaker, Star Whores, Popular Front, Kinetik Media). Concedetegli l’ascolto.

-Sebastien San “Duel” (International Deejay Gigolo): concept particolare per l’album di debutto di San: ‘zona notte’ e ‘zona giorno’ nelle quali vengono fatte confluire le tracce riviste ciascuna in due versioni. A fare da muro separatore è “Elements” ispirata dal Dopplereffekt meno meccanico e più orchestrale. Per il resto si assiste ad una parata di musica fortemente influenzata dalla cultura anni ottanta e novanta (dalla new-wave alla trance) ma filtrata attraverso l’utilizzo di metodiche misure electro-house utili per le dancefloors. “Duel” è proprio il punto di scambio tra cultura pop e clubby, quello che la label di Dj Hell ha sempre tenuto a portata d’occhio ed orecchio.

-Milk & Sugar “On A Mission 2006” (Milk & Sugar Recordings): tra i pochi tedeschi a sostenere ancora l’house di vecchio stampo troviamo Michael ‘Milk’ Kronenberger e Steffen ‘Sugar’ Harning che, nonostante le mode e le tendenze che hanno traghettato praticamente tutto e tutti verso un ramo più elettronico, continuano imperterriti a credere in uno stile che per molti potrebbe sembrare ‘out’. A testimonianza di ciò è questo nuovo mix-cd direttamente imparentato con gli elementi del soulful americano poi fatto confluire in sonorit� più geometriche. Ed ecco la parata in compagnia di tracce di Fedde Le Grand, Soul Avengerz, Kraze, Kathy Brown, Richard Grey, Major Boys, Raul Rincon, Tune Brothers, Yves Murasca, Chocolate Puma, Jason Hates Jazz, Eddie Thoneick ed altri ancora.

-Robert Natus & Arkus P. “Pressure” (T:Classix): polo diametralmente opposto al minimal, “Pressure” abbraccia nove tracce indiavolate che consumano un numero considerevole di bpm. Da “Hörtest” (piena di scroscianti distorsioni) a “Paramyst” (ove il link con l’hardcore pare più che ovvio), da “76 Violin” (in cui i suoni industriali vengono miscelati a quelli di un sobrio violino) a “Pauken Und Trompeten” che si potrebbe sovrapporre ad uno dei dieci episodi marchiati Stigmata (leggi Chris Liebing) con classica cassa in delay. Poi la brutalit� ostentata in “Brute Force”, la violenza inaudita di “Sound Level Pressure”, le ritmiche impazzite di “Pumpin Mix” e la follia-lucida di “Square Dance”, ennesimo esempio di distorted-techno un tempo supportata da labels come Holzplatten e Kazumi (ricordate i bielorussi Energun 22 ?). Un disco pronto ad essere adorato dai dj’s e dalle folle più agitate, quelle che sulla pista da ballo amano correre oltre i 150 bpm senza paura di prendere la multa e veder decurtati i punti sulla propria patente di guida per eccesso di velocit� .

-Muallem “Mutations °2” (Compost): secondo appuntamento coi remixes dei brani estrapolati dall’album “Frankie Splits”. “Cheerleader” viene potenziata dagli italiani Phreek Plus One che riescono ad incastonare la voce di Shawn Lee in un costrutto di matrice disco-funk plasmato pensando agli anni settanta e contemporaneamente agli ottanta. Più acidula e appigliata su ritmiche batucada la versione che i The Glimmers (un tempo The Glimmers Twins) hanno realizzato per “Shanti Dance”. Il lato b è modulato su stili più d’ascolto forgiati da Eddy Meets Yannah ed &Me: i primi offrono un combo tra hip-hop e broken beat, il secondo sceglie la musica da film incollata a tessere soul e jazz.

-Repeat Repeat “Why Must” (Soma): dopo una manciata di apparizioni (“Blippy” e “Bounce Your Body To The Box”, entrambi usciti nel 2005) i Repeat Repeat ritornano sulla label degli Slam con un nuovo singolo, il primo estratto dall’album di prossima pubblicazione intitolato “Squints”. Al duo formato da Dave Congreve e Mark Rutherford ci sono voluti ben due anni per completare i lavori di questo disco che si preannuncia come una delle novit� più calde dell’inverno. “Why Must” rievoca le atmosfere e la grinta di Robert Hood grazie a melodie penetranti e ritmi in bilico tra deep e tribal-techno mentre il remix firmato da Gaiser opta per una cassa più dura ed un mood avviato verso la progressive-house. Poco rumorista rispetto alle releases precedenti, “Why Must” è viaggioso ed avvolgente al punto giusto. Cercatelo dal 13 novembre.

-Señor Coconut and His Orchestra “Fine Songs & Rare Versions” (Multicolor Recordings): il tedesco andato a vivere in Cile riappare con una raccolta di tracce migliori e rarit� estratte dalla sua invidiabile discografia. Il disco, firmato come Señor Coconut And His Orchestra (dove l’orchestra è rappresentata unicamente da strumenti elettronici) raduna pezzi come la mitica “Trans Europe Express”, la meccanica “Tour De France”, la futuristica “Man Machine” e la radiosa “Showroom Dummies” tutte tradotte in chiave latin. Poi “Electrolatino” (realizzata con Argenis Brito) e “Blue Eyes” (scritta da Gary Osborne e musicata da Elton John) che rivelano ancora il volto curioso ed anticonformista di questo artista che potremmo definire il ‘marinista’ della musica elettronica contemporanea.

-Dirt Crew “Collection 01” (Dirt Crew Recordings): per festeggiare il secondo anno di attivit� , i Dirt Crew (duo composto dall’olandese Peter ‘Break 3000’ Gijselaers e il tedesco Felix ‘James Flavour’ Eder) rilasciano una vera e propria collection fondata sulle tracce migliori del passato, esclusive e vari unreleased di prossima pubblicazione. Punto di partenza è la cosiddetta ‘dirty-house’ che prende spunto dalla vecchia techno-house old school e la riporta sugli schemi della moderna electro-dance. Tra i tanti a prendere parte al progetto anche Adultnapper, Lukas, Tigerskin, Thugfucker, Marcello Giordani ed Alfa Romero, il progetto che tiene uniti Francesco ‘Eclat’ Parra e Marzio ‘Prudo’ Aricò.

-Pinktronix “Right On Delay” (Irma Elettrica): esce finalmente il tanto atteso full-lenght dei Pinktronix (Alex Dandi e Fresh Drumma) che si configura come punto di incontro di stile, cultura musicale, ricercatezza formale ed interscambio tra generi apparentemente distanti come pop e house, rock e new-wave, punk e funk. Un caleidoscopio incredibile quello offerto dai Pinktronix che per l’occasione chiedono supporto a vari vocalist come Lorenzo Montan� , Chelonis R. Jones, Y:dk, Cristian Volpi e la scatenata Tying Tiffany. Connessioni dirette a LCD Soundsystem, David Carretta, Ladytron e Kiko & Gino’s dei primi Hot Banana infondono sicurezza alle tracce di “Right On Delay”, lavoro linkato all’indie e l’electroclash di qualche anno fa.

-Greg Kobe “Feel The Funk E.p.” (Elephanthaus Records): arriva dalla Polonia, si chiama Grzegorz Ochman ma il mondo della techno lo conosce come Greg Kobe. Il suo è uno stile che non molla (nonostante le mode) i grooves roventi della tribal-techno, quelli che purtroppo sono andati a finire nel dimenticatoio anche per colpa di chi un tempo si dichiarò sostenitore e che oggi invece ha voltato le spalle per seguire le tendenze del mercato. L’Original scotta, il remix di Tim Baker bolle insieme ad un basso alla Moroder, quello di Gabriel Palomo stende tutti con una costruzione ritmica basica ed un basso arrotolato che sulla pista provoca scintille. La techno continua a vivere grazie a dischi come questo.

-Quarion “Karasu” (Drum Poet Community): #004 per la neolabel di Zurigo affiliata a Compost. Dietro Quarion c’è il gi� noto Ianeq (recentemente su Get Physical in compagnia di Snax nonchè punto di forza di Mental Groove), tra i più validi alfieri del sound deep-minimal che oggi troviamo in Europa. Ron Schiller ed Alex Dallas (le ‘teste’ di Drum Poet Community) si sono subito innamorati di “Karasu”, una traccia che imprime nei suoi grooves ciclici la profondit� di certe cose alla Âme, Kalabrese e Kawabata. Non da meno “Play Your Part”, sulla b-side, che s’infiltra in meandri più mentali tipici della scuola svizzera sviluppata in seno alla riedizione del minimal anni novanta.

-Jan Jelinek “Tierbeobachtungen” (~scape): irrazionale, anticonformista, ansioso di liberare nell’aria la sua musica sganciata da ogni tipo di clichè o di definizione predefinita: è questo Jan Jelinek, il berlinese divenuto alfiere del mondo ~scape grazie ad un suono in cui l’acustica pare andare a braccetto coi glitches tipici dell’electronica da ascoltare a casa riflessa in un concentrato di sperimentazione che rammenta le prime prove di Cabaret Voltaire o Zoviet France. E’ come se Jelinek prendesse spunto dalle avanguardie di Russolo per poi trascinarle in un segmento più musicale apprezzabile in pezzi come “A Concert For Television”, “Palmen Aus Leader” ed “Happening Tone”. “Tierbeobachtungen” è un quadro che rivela l’avanguardia reale di Jelinek, coraggioso autore che trascende mode e stili seguendo solo la voce del cuore e dell’anima.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Technodisco

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