Intervista a Xaver Naudascher di Giosuè Impellizzeri

Nasce a Milano, si trasferisce a Sydney (Australia) e poi torna in Europa per fissare la base a Berlino. La sua cultura musicale parte dall’italo-disco degli anni ottanta ma frequentemente trova la via per spostarsi verso lidi diversificati e non necessariamente connessi al mondo della dance. Lui si chiama Xaver Naudascher, un nome che forse a qualcuno non dirà molto sebbene nel suo curriculum vitae vanti collaborazioni di rilievo tra cui una con gli indimenticati Einstürzende Neubauten, la band industrial capitanata da Blixa Bargeld. Xaver produce per i Terranova, progetto nel quale entra a far parte ufficialmente nel 2002 affiancando Fetisch Bergmann e Sebastian Müller alias Shapemod oltre a presenziare in altre sinergie di successo come The Cosmonauts Of Innerspace finita nel catalogo International Deejay Gigolo e Raccoon Brothers acquisita dalla 1St Decade dei Northern Lite. La prima attività di Xaver, quella di ingegnere del suono, lo ha portato anche a lavorare al fianco di artisti come Jungle Brothers e Khao e a ciò si aggiungono poi i remix commissionati dai Fischerspooner e Móa. Nel 2006 fonda la sua label, la Supersoul Recordings, attraverso la quale propone beats ultramoderni ancorati all’antico verbo electro pronunciato da personaggi come I-F (Viewlexx) e Paul Mogg degli Psychonauts. Con la doppia a-side “Motor City/Lost” invece Naudascher proietta uno stile in cui torna ad essere protagonista il bassline, portavoce del fenomeno acid diffusosi alla fine degli anni ottanta e spesso riportato in auge in epoca contemporanea. Ed eccolo pronto ad aggiornare il suono vintage con inserti modernisti mantenendo sempre e comunque la personalità atta ad evitare lo sbriciolamento di stile.

Ciao Xaver, benvenuto sulle pagine web di Technodisco. Si inizia in modo classico, parlando del tuo passato e di come ti sei avvicinato alla musica elettronica.
“Nell’ormai lontano 1994, dopo aver conseguito il diploma di tecnico del suono a Sydney (Australia) decisi di trasferirmi a Berlino e lavorare come assistente in un grosso studio: fu lì che iniziai ad avere a che fare con tonnellate di strumenti analogici e drum-machines. Di notte, dopo aver terminato le registrazioni per i clienti, amavo chiudermi in studio ed improvvisare delle jam-sessions con tutti quegli strumenti. Automaticamente iniziai ad ascoltare quello che il panorama della musica elettronica dell’epoca proponeva cercando di assimilarla il più possibile ai suoni che riecheggiavano nella mia testa sin dall’infanzia (a sette anni acquistai un 7″ dei Kraftwerk e mi reputo un grande appassionato di italo-disco che ascoltavo nei megamix su Radio Deejay). A tutto ciò si aggiunge anche il metal, l’hardcore e le prime tracce hip-hop”

Dalle tue produzioni si eleva un mix di stili e contaminazioni che oltrepassa ogni tipo di confine. Te la sentiresti di definire il tuo filone stilistico ?
“Come la maggior parte dei musicisti e produttori non amo molto sezionare la mia musica in una definita categoria. Diciamo che mi piace focalizzare gli elementi necessari alla dancefloor e mischiarli ad influenze dell’elettronica anni settanta, disco (non la funky ma quella più oscura prodotta con i primi sintetizzatori), l’R’n’B digitale degli anni ottanta, la chicago-house, la detroit-techno, il reggae, il dancehall, l’hip-hop, la classica ed anche un pò di rock. Naturalmente non dimentico mai di guardare cosa propone il mercato”

In passato hai preso parte a progetti come Cosmonauts Of Innerspace (con Filippo ‘Naughty’ Moscatello), The Raccoon Brothers (con Johannes Koeniger) e nel collettivo dei Terranova. Le collaborazioni con questi team possono dichiararsi concluse o prevedi che in futuro possa tornare a prendervi parte ?
“Quest’anno potrei tornare a collaborare con Filippo Moscatello (che è un mio grande amico) ma non abbiamo ancora deciso nulla perchè siamo sempre molto impegnati. Comunque spero che l’intenzione possa attuarsi al più presto. Comunque preferisco pensare più al futuro che al passato che spesso racchiude esperienze non proprio simpatiche. In particolare quella coi Terranova (il mio primo contatto con loro risale al 1996, periodo in cui il progetto si chiamava Turntable Terranova ed usciva su Compost, anche se mi sono unito come produttore ed autore solo nel 2002) in cui ero l’unico a far funzionare correttamente lo studio e a far suonare nella giusta maniera i pezzi. Mi sentivo come una sorta di infermiere che doveva mettere sempre tutto a posto (dalle registrazioni fatte male a samples sporchi e così via). Le cose sono migliorate con l’arrivo di Shapemod anche se il carattere di Fetish comprometteva molto il lavoro di studio. Nel 2004 così ho deciso di staccare la spina e dopo pochi mesi anche Shapemod ha seguito la mia scelta. Attualmente Terranova è un progetto defunto”

Nel 2006 hai fondato la Supersoul Recordings: con quali intenti hai deciso di ‘metterti in proprio’ in un periodo in cui, è risaputo, la musica non vive un grande momento ? Qual’è la filosofia della tua etichetta ?
“Non c’è mai un momento giusto per fondare un’azienda che è come avere un bambino. Una volta nato hai bisogno di lavorare duramente per tenerlo in vita. Lo scopo di Supersoul è semplice: pubblicare dischi che possano interessare sia dj’s che semplici appassionati. Mi piacciono le tracce funzionali per il dancefloor ma che nel contempo non sacrifichino i contenuti stilistici. Dietro ogni pezzo ci dovrebbe essere un’idea precisa e non solo una serie di suoni legati ad un beat per far muovere i piedi a ritmo. Proprio per questo motivo odio i cosiddetti ‘tools’ che rendono la musica una cosa tremendamente noiosa. Anzichè perdere tempo rincorrendo i trends del momento bisognerebbe gettare l’occhio alla musica del passato e trarre qualcosa di speciale per il presente”

Parliamo ancora di Supersoul che, a giudicare dalle prime tre uscite, ha il sapore di un’italo-disco rivista e corretta per le platee di oggi. Cosa bolle in pentola al momento ?
“La prossima uscita sará una collaborazione tra Sebo K (Mobilee Records) e me chiamata Strangelets. Il disco, #002 del catalogo, s’intitola “Riot On Planet 10″ ed include una traccia trippy disco affiancata da due remix di Mock & Toof (Tiny Sticks) e Blitz Gramsci. Poi ci sará un altro 12” firmato Mogg & Naudascher fatto da una produzione appoggiata alla musica elettronica degli anni settanta con un ritmo piú dominante ed attualizzato (“Moon Unit Pt. 1 & 2”). Il numero #005 presenterá il norvegese SkatebÃ¥rd, con due ottime tracce (“Marimba” é un tributo alla chicago-house mentre “Pagans” é un mostro disco sequenzato con un orgia di vocoder che si potrebbe definire ‘tunnel disco’). Il #006 sará ancora una mia produzione (“Zodiac/Afterlife”), un ibrido di techno, disco e krautrock. Qualche data: il #002 esce il 15 febbraio, il #004 i primi di marzo, il #005 a metá marzo e il #006 il primo di aprile (festeggiando così il primo anno d’attività di Supersoul). Il resto si vedrà”

Nel tuo recente 12″ (“Motor City/Lost”) hai riutilizzato la classica Tb-303 per ricreare il turbinio acido tipico di certe produzioni apparse nei primi anni novanta. Ritieni che potrebbe essere questa una delle possibili strade da seguire per uscire dall’ondata di minimalismo in cui l’Europa si trova ormai da oltre un anno a questa parte ?
“Mi piace pensare ad un piccolo sintetizzatore giapponese che sia in grado di liberare il mondo dalla musica noiosa ma sfortunatamente la mia scelta presa per questa produzione è basata solo ed esclusivamente sull’istinto personale”

Come giudichi l’attuale scena musicale europea ?
“Apprezzo molto la strada che stanno seguendo alcuni produttori olandesi che restano in contatto con le origini della dance music, quella che in fin dei conti ha influenzato in modo maggiore il mio lavoro negli scorsi anni. Mi piacciono labels come Viewlexx e Clone ed artisti come Legowelt (in tutte le sue sfaccettature e progetti). Inoltre sono incuriosito ed intrigato dalla rinascita di Carl Craig. Bisogna ammettere che c’è molta musica interessante in circolazione ed internet rende tutto più facile soprattutto per cercare quel che si vuole in un mare di produzioni. Come dj credo che sia basilare cercare roba interessante prodotta nei giorni nostri oltre che riscoprire vecchie gemme del passato”

Sei nato a Milano ma attualmente vivi a Berlino: cosa è rimasto nei tuoi ricordi dello stivale tricolore ?
“Ricordo quando rimanevo con gli amici al Parco Sempione anzichè andare a scuola, cosa che mi fece perdere un anno e che convinse i miei a mandarmi a studiare in un collegio tedesco. Musicalmente invece non posso dimenticare i megamix trasmessi da Radio Deejay e il metal di Slayer, S.O.D. ed altri ancora. Al momento ho molti amici a Napoli come la crew Titbit formata da Walter Del Vecchio alias Quiroga, Carola Pisaturo e il fidanzato Gaetano Parisio, Giancarlo Lanza aka D.A.T.A. e Davide Squillace aka Eriko Tanabe. Ho incontrato questa gente al Sync Festival di Atene nel 2004, siamo rimasti in contatto e divenuti buoni amici. Ho suonato a Napoli già due volte grazie a Giancarlo e in entrambe le occasioni l’atmosfera era unica. Non abbiamo stretto collaborazioni discografiche solo perchè i nostri interessi musicali sono livemente differenti ma non escludiamo che la cosa possa prendere forma in futuro. Mi piace anche lo stile di Francisco e dei dischi Pigna”

Ho letto che hai collaborato anche con gli storici Einstürzende Neubauten: com’è nata tale sinergia ? Cosa si prova nel lavorare al fianco della band di Blixa Bargeld ?
“Ho conosciuto Alexander Hacke (chitarrista e bassista della band) durante una session di registrazione per il primo album dei Terranova: da quel momento siamo rimasti in contatto. Qualche anno più tardi mi chiese un aiuto di produzione per un progetto cinematografico e così, nel 1999, mi trovai catapultato al fianco di Blixa in occasione di una cooperazione per una colonna sonora che avevo realizzato assieme a Johnny Klimek. Da lì nacquero alcune registrazioni per “Berlin Babylon”, un film per cui gli Einstürzende Neubauten fecero la colonna sonora. Ho imparato molto da Hacke e Blixa soprattutto riguardo l’atteggiamento che bisogna assumere verso il proprio lavoro. Loro riuscivano sempre a guardare le cose da differenti punti di vista. L’ultima cosa che ho fatto è stato il mixaggio di due tracce dell’album da solista di Alex intitolato “Sanctuary”. Siamo comunque rimasti buoni amici anche se non ci vediamo spesso”

Tra le prime releases di Supersoul scorgo nomi come Alden Tyrell ed I-F: deduco che la scena electro olandese ti piace davvero …
“Sicuro ! Ritengo che CBS sia la migliore emittente radiofonica nel mondo per coloro che amano la buona musica. Ogni volta riesco a scoprire qualcosa di nuovo grazie ai ragazzi olandesi”

Sono sempre di più i sostenitori della musica in formato digitale. Credi che il caro e vecchio vinile abbia davvero le ore contate ? In consolle cosa utilizzi ?
“La mia preferenza cade sul vinile anche se solitamente mi porto dietro anche un pò di cd’s soprattutto per suonare gli inediti non ancora pubblicati. A volte capita anche che, per gigs più piccole, faccia unicamente affidamento al mio laptop sul quale gira Traktor mentre in studio ho i classici giradischi ed un mixer Urei 1610 col quale mi trovo benissimo. Forse presto lo sostituirò con un modello che racchiuda al suo interno una serie di fx al posto del campionatore.

Quali potrebbero essere le motivazioni che hanno portato al declino del supporto fisico ? Prezzi troppo alti ? Tecnologia incalzante ?
“Ad essere sincero non vedo un vero declino per il vinile: la gente continua a comprarlo anche se in forma minore rispetto agli anni passati e ciò avviene perchè è un formato sexy che puoi toccare con le mani”

Il tuo studio vede la preminenza di strumenti hardware o software ?
“Uso Pro Tools, Logic ed Ableton Live ai quali s’aggiunge una grande quantità di strumenti analogici e macchine per gli effetti. Mi piace la combinazione tra le workstations digitali, le drum-machines e i synths analogici tutti connessi ad un grande banco mixer. Lego le sequenze esterne delle macchine in via MIDI e poi le faccio convogliare in Ableton sotto Logic. E’ incredibile come oggi si possano manipolare i suoni e far eseguire agli strumenti ciò che hai in mente. Quello che cerco di evitare invece è la simulazione dei vecchi synths attraverso i moderni plug-ins”

Siamo al termine: ringraziandoti per il tempo che ci hai dedicato, ti saluto e ti lascio lo spazio per un messaggio agli amici di Technodisco.
“Vi ringrazio per l’interesse mostrato nei confronti del mio lavoro. Un abbraccio a tutti gli italiani e alla crew napoletana di Titbit. Xaver Naudascher”

www.myspace.com/xavernaudascher
www.myspace.com/supersoulrecordings

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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