Kavinsky – Nightcall (Record Makers)

Da sempre a metà strada tra storie sinistre di licantropi e melodiose ambientazioni Italo Disco, Vincent Belorgey alias Kavinsky ritorna con un nuovo ed emozionante singolo che, a quanto pare, anticipa l’uscita dell’attesissimo album (forse omonimo). Prodotto in coppia con Guy-Manuel de Homem-Christo che, per quei pochi che non lo sapessero ancora, è uno dei Daft Punk, “Nightcall” è un brano che colpisce immediatamente per le sue spiccate caratteristiche evocative, in continuo bilico tra l’epico e il romantico. Ad emergere è anche la velocità ridotta dei bpm, qualità che strizza l’occhio al Pop degli anni Ottanta, ed una curiosa combinazione tra una leggiadra voce femminile (di Lovefoxxx, fidanzata di Belorgey) ed un’altra più cupa e robotica, quindi innaturale. E rieccoci coi contrasti. In “Pacific Coast Highway” la muraglia ritmica si arricchisce ulteriormente, connessa ad una serie di concatenazioni melodico-armoniche ormai tipiche e caratterizzanti dell’Electro made in France (Daft Punk, Vitalic, Sébastien Tellier). E qui la mano di de Homem-Christo si sente ancora più distintamente. Il lato b è dedicato ai remix: su “Nightcall” mette le mani l’ancora misterioso Dustin N’Guyen: voci di corridoio attribuscono la sua identità a Xavier de Rosnay dei Justice e, a giudicare dal lavoro svolto, l’ipotesi risulta potenzialmente veritiera almeno al 90%. La sua versione, difatti, attinge a piene mani dalla scuola del rumorismo dei Justice, vagando tra distorsioni post Rock e risoluzioni melodiche che oggi servono ad identificare l’estetica di gran parte della musica elettronica prodotta nel Paese della Tour Eiffel. Il secondo remix è di Jackson ed inizia quasi come la soundtrack di un vecchio videogioco (Street Fighter). Imbragato ad una ricostruzione colorita dagli (ormai classici) edits che i produttori francesi adoperano da qualche anno a questa parte, il rework stabilisce un punto di interazione e scambio tra Techno, Pop, Electro e Rock. La melodia viene spezzettata modularmente, fatta a scaglie e lasciata salire e scendere a stantuffo nel beats, alternato tra misure sincopate e più classicheggianti 4/4. A completamento di tutto vi è l’ottimo artwork in stile american comic strip, particolare che accompagna Kavinsky sin dal suo esordio del 2006.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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