Daniel Dexter – Focus On (Poker Flat Recordings)

Ormai lontano dagli esordi accanto all’amico Markus Lange (ma con “Shooting Tigers” probabilmente sempre nel cuore), Daniel Dexter vede solidificare la propria reputazione con l’ingresso nella Poker Flat Recordings. La più rumorosa Electro/Techno/House è solo un vago ricordo per lui, oggi dichiarato sostenitore di Deep House e Tech House, e i brani di “Focus On” sembrano quasi rimandare ad un artista diverso, assai distante da quello di qualche anno fa. Non sappiamo se il cambiamento sia nato in relazione alle diminuite potenzialità commerciali di un certo tipo di Electro House, ormai eclissatasi, ma sta di fatto che Daniel Brems (questo il suo nome anagrafico) è entrato perfettamente nella nuova dimensione stilistica. “Focus On” fa il punto della situazione, riepilogando quanto già pubblicato sulla label di Steve Bug (“No House For Old Men”, “The Other Day”, “Storm”, “Murder”), Tech House venata di Chicago e di Detroit, ma rielaborata seguendo schemi berlinesi. Un pizzico di suono trancy lo si ritrova in “Birds”, mentre “Raw Land”, “Papillon”, “Sirens” ed “Into The Wild” rendono omaggio a quanto la Poker Flat tramanda ormai da anni. L’anonimato dei soliti loop viene spazzato via da “Night Away” (col featuring vocale di Geraldine Roth) e “Why So Serious?”, la prima inquadrabile in contesti popgressive House, la seconda ottimamente corroborata da un ritmo pulsante e da un intreccio di suoni diretti da un sinuoso basso, che riporta all’Electro ballabile dell’Anthony Rother post “Popkiller”. Spazio a due remix/bonus track: quello per “Righteous Sound” di Zombie Disco Squad, decisamente efficace, e quello per “Danube” di Gender Bombs, proiettato in dimensioni Trip Hop. Un album in cui il tedesco dimostra di essersi lasciato alle spalle il periodo del ‘bedroom DJ’ e che sancisce una fase più matura della sua carriera artistica.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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