Dynarec – The Spring Tides (Vaporwave)

Sparito per qualche tempo dalla circolazione, Dynarec ritorna su Vaporwave, fondata quasi dieci anni fa per promuovere la sua musica, un incrocio tra Electro e Techno di ispirazione chiaramente drexciyana. La Techno anfibia prodotta a Detroit dal compianto Stinson (e Donald) continua a rappresentare motivo di ispirazione per una corposa schiera di artisti, e Dynarec è tra questi. Le sue release, sparse su etichette di rilievo come Delsin, Kondi, Electrix, Southern Outpost, Puzzlebox e l’italiana Nature (in un’intervista pubblicata a Maggio 2005, Marco Passarani lo definì uno dei nomi più interessanti tra gli “emergenti”), hanno delineato una storia che, per l’appunto, nasce dagli snodi meccanici della Motor City e prosegue nelle dimensioni elettrificate dei Kraftwerk. Per il ritorno mette insieme sei tracce (pare che fossero tra gli unreleased prodotti in passato) che continuano a parlare questa lingua: dalla sinuosa “Cancel The Cobbler” in cui l’arpeggiatore smussa gli angoli del bassline alla briosa “Sunken Park”, sospesa tra atmosfere intrise di mistero e ritmi sincopati. La fluidità tipica della produzione dei Drexciya si ritrova enunciata in “Avec De L’Esprit” e in “Illogical Layout”, con “Eye Of The Storm” si pigia il pedale dell’acceleratore (e si rammenta “Lost Vessel” del 2000, sulla tedesca Tresor), ed infine nella title track, “The Spring Tides”, si chiude il cerchio in modo cibernetico, ricreando un effetto in stile Silicon Scally, tra bassi geometrici, ritmiche spezzate e melodie incastrate in esse. I sostenitori di “Neptune’s Lair”, “Bubble Metropolis”, “Aquatic Invasion”, “Molecular Enhancement” ed altre epiche quanto memorabili pubblicazioni dei Drexciya, potrebbero gioire o, in alternativa, rifiutare seccamente accusando Dynarec di essere solo un volgare epigono.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

Lascia un commento